Israele ha effettuato un attacco aereo nella capitale del Qatar, Doha, colpendo il quartier generale di Hamas e causando la morte di alcuni vertici dell’organizzazione. L’azione militare ha provocato una condanna formale da parte del governo qatariota e sollevato interrogativi sulle implicazioni diplomatiche e politiche della vicenda, specie in relazione alla presunta approvazione di Donald Trump. Di seguito, i dettagli dell’operazione, i protagonisti coinvolti e le reazioni ufficiali registrate.
L’attacco israeliano a Doha: modalità e conferme ufficiali
Il raid aereo in Qatar, realizzato da Israele, ha preso di mira una zona residenziale nella quale risiedevano diversi esponenti di Hamas. Secondo fonti israeliane, dieci caccia militari, scortati da droni, hanno consentito di colpire con precisione il quartier generale dell’organizzazione palestinese a Doha. L’operazione è stata confermata da un alto funzionario israeliano durante un’intervista a Channel 12, precisando che l’obiettivo erano i vertici dell’organizzazione.
Il capo di stato maggiore dell’Idf, Eyal Zamir, in dichiarazioni recenti, aveva sottolineato la capacità israeliana di raggiungere leader di Hamas non solo in Qatar, ma anche in paesi come la Turchia. Fonti interne a Gaza riferiscono inoltre che l’attacco aveva come scopo specifico l’eliminazione di figure di primo piano dell’apparato Hamas. L’Idf e l’agenzia di sicurezza Shin Bet hanno ribadito che le esplosioni sono state concentrate su rappresentanti di spicco del gruppo.
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Vittime e leader colpiti nel raid: nomi e versioni a confronto
Il bilancio esatto delle vittime e l’identità precisa dei leader colpiti rimangono oggetto di controversie. Secondo quanto riportato da al Arabiya, canale televisivo saudita, il razzo israeliano avrebbe ucciso Khalil al-Hayya, noto per essere stato capo negoziatore e vice di Yahya Sinwar. A questa versione si contrappongono dichiarazioni di Hamas rilasciate ad al Jazeera, che smentiscono la morte di Khalil al-Hayya.
Altre fonti palestinesi citate da ANSA spiegano che nell’edificio colpito erano presenti almeno altri quattro leader importanti: Khaled Meshaal, Muhammad Darwish, Razi Hamad e Izzat al-Rishq. Il canale al Arabiya ha inoltre indicato la morte di Zaher Jabarin, Khaled Mashaal e Nizar Awdallah, dividendosi però da Hamas sulle conferme ufficiali delle vittime. Questa discrepanza sulle identità dimostra la difficoltà di confermare i dettagli sul campo in tempo reale.
Ipotesi su un via libera di trump e la risposta di Netanyahu
Nel riportare la notizia, Channel 12 ha affermato che l’operazione israeliana avrebbe ricevuto il via libera dall’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Questa informazione è stata contestata dall’ufficio stampa di Benjamin Netanyahu, che ha sottolineato come la missione militare sia stata pianificata e eseguita esclusivamente da Israele, senza interventi esterni. Netanyahu ha aggiunto che lo Stato israeliano si assume la piena responsabilità delle azioni intraprese.
Il contrasto tra le versioni riflette il clima di tensione che accompagna l’attacco, in cui ogni dettaglio acquista rilevanza per le conseguenze politiche. Non è stata fornita alcuna dichiarazione ufficiale da parte di Trump o del suo staff che confermi la notizia riferita dal media israeliano.
La condanna del Qatar: reazioni e indagini in corso
Il governo del Qatar ha risposto duramente all’attacco, definendolo “codardo” e una chiara violazione delle norme internazionali. La dichiarazione ufficiale, diffusa attraverso al Jazeera, sottolinea la gravità dell’episodio, che mette a rischio la sicurezza e la popolazione civile del paese. Majed Al Ansari, ministro degli Esteri qatariota, ha chiarito che la struttura colpita ospitava varie figure politiche di Hamas e che l’azione rappresenta una seria minaccia per lo stato e la sua stabilità.
Il governo ha aperto un’indagine per capire nel dettaglio le dinamiche dell’attacco e le eventuali responsabilità. L’episodio rischia di aggravare ulteriormente i rapporti tra Doha e Tel Aviv, incrinati dal ruolo del Qatar come ospite di Hamas e mediatore regionale.
Significato e scelta del nome “giorno del giudizio” per l’operazione israeliana
L’operazione militare israeliana che ha colpito i capi di Hamas in Qatar è stata battezzata “Atzeret HaDin”, traducibile come “Giorno del Giudizio”. La denominazione richiama direttamente la festività ebraica di Shemini Atzeret, che cade subito dopo il 7 ottobre 2023. Quel giorno Hamas aveva lanciato una grande incursione nel sud di Israele, scatenando il conflitto attuale.
Il nome simbolico fa da monito e segnale per la leadership palestinese, collegando l’azione al fatto che Israele non ha dimenticato l’attacco iniziale. In parallelo al raid, l’esercito israeliano ha ordinato agli abitanti di Gaza di lasciare la città, preparando il terreno per eventuali ulteriori operazioni sul territorio palestinese. Il crescente scontro militare si sviluppa in una nuova fase ad alta tensione nella regione.