Due protagonisti del mondo culturale e dei diritti umani hanno scelto la città di Trieste per una cerimonia che unisce affetti familiari e un progetto collettivo costruito intorno alla cultura e alla responsabilità sociale. Isabel Russinova e Rodolfo Martinelli Carraresi si sono detti sì in un giorno che vale molto più di una semplice festa privata, ma segna un momento importante per l’impegno artistico e civile di entrambi.
La cerimonia e i dettagli della giornata a trieste
Il matrimonio tra Isabel Russinova e Rodolfo Martinelli Carraresi si è svolto in una cornice raccolta e sobria all’interno del Municipio di Trieste, con il sindaco Roberto Dipiazza a officiare la cerimonia. La scelta di celebrare l’evento nel cuore istituzionale della città racconta la volontà di rendere questo passo formale un momento riconosciuto e parte della comunità locale.
L’atmosfera è stata quella di una riunione famigliare, con pochi testimoni vicini che hanno condiviso la filosofia della coppia, fatta di impegno culturale e sociale. La giornata si è contraddistinta per la semplicità e l’intimità, senza fronzoli esterni, ma con tanta attenzione alla consapevolezza delle persone coinvolte e al valore di un legame che da anni unisce queste due personalità.
Leggi anche:
Profili artistici e impegno sociale di isabel russinova
Isabel Russinova è un volto noto non solo per la carriera artistica ma anche per l’attività civica che porta avanti con continuità da anni. Attrice, giornalista, drammaturga, sceneggiatrice, scrittrice e illustratrice, ha declinato il suo talento in vari ambiti con coerenza. La sua voce si leva a favore dei diritti umani, tanto da essere testimonial di Amnesty International, un ruolo che svolge con serietà e dedizione.
Dal 2019 è direttrice artistica del festival Tehr, che ha lo scopo di difendere e promuovere i diritti umani attraverso le arti performative e visive. Quel festival rappresenta un punto di contatto fra cultura e attivismo, un luogo in cui l’arte diventa strumento di denuncia, riflessione e coinvolgimento sociale. Il lavoro di Russinova continua quindi a muoversi tra il teatro e la battaglia per una società più giusta e inclusiva.
La figura di rodofo martinelli carraresi e la sua attività culturale
Rodolfo Martinelli Carraresi oggi è una presenza rilevante nel panorama culturale e comunicativo italiano. Sociologo impegnato nello studio delle dinamiche sociali, è anche giornalista, regista, sceneggiatore e produttore nel cinema e nel teatro. La sua carriera tocca vari punti della cultura contemporanea, con un interesse forte per le forme espressive capaci di raccontare storie vere o di denunciare situazioni critiche.
Martinelli Carraresi è vicepresidente del Sindacato del Lazio dei Giornalisti, un ruolo che lo vede coinvolto nelle questioni professionali e sindacali dei colleghi. Nel suo percorso ha dimostrato la capacità di creare contaminazioni fra rigore scientifico, narrazione e impegno civile, dando agli eventi e ai prodotti culturali una dimensione che va oltre il puro intrattenimento, coinvolgendo temi sociali e morali.
La fondazione mira: un progetto comune che nasce dalla famiglia
Oggi la loro unione personale si riflette in una scommessa pubblica, con la nascita della Fondazione Mira. Il nome prende spunto dall’unione dei loro nomi e di quelli dei figli, Antonio e Maria Cristina. Con sede a Trieste, la fondazione si occupa di promuovere la cultura e le arti come strumenti per costruire consapevolezza e responsabilità tra le persone.
La missione della fondazione si declina in attività e iniziative che mirano a portare la cultura in diverse forme e a farla convivere con il dialogo sociale. Russinova ha sottolineato come la fondazione rappresenti il loro modo di contribuire a un mondo più attento, attraverso progetti che coinvolgono la famiglia e la rete di collaboratori che condivide il loro impegno.
Famiglia, cultura e responsabilità sociale: la visione dei due sposi
Isabel Russinova ha evidenziato come il matrimonio rappresenti molto più di un semplice legame personale: «Con Rodolfo abbiamo costruito una famiglia che crede profondamente nella conoscenza, nella bellezza e nella responsabilità sociale». Quella bellezza non è fine a se stessa, ma connessa alla funzione che deve avere la cultura nella società.
I figli Antonio e Maria Cristina partecipano con i genitori a questa visione che vede l’arte come leva di trasformazione. Lo scambio con persone che condividono la stessa visione ha dato un valore aggiunto alla giornata, trasformando la cerimonia in un rito dedicato non solo all’amore tra due persone, ma anche alla convinzione che la cultura unisca, trasformi e dia speranza a chi la coltiva.