Il tema degli indennizzi ai concessionari uscenti delle aree demaniali marittime continua a generare discussione tra le autorità locali e il Ministero delle Infrastrutture. Nel corso di un recente incontro tra Daniele Silvetti, vicepresidente vicario dell’ Associazione Nazionale Comuni Italiani , e il ministro Matteo Salvini, è emersa l’importante necessità di stabilire criteri chiari e inequivocabili per la determinazione degli indennizzi, al fine di prevenire disputi legali e garantire un trattamento equo.
Necessità di criteri chiari per evitare contenziosi
Daniele Silvetti ha sottolineato l’importanza di definire con precisione i criteri per la determinazione dell’indennizzo da corrispondere ai concessionari uscenti. La chiarezza in questo ambito è fondamentale per evitare interpretazioni ambigue che potrebbero portare a contenziosi tra i vari attori del settore. Durante l’incontro con il ministro Salvini, Silvetti ha insistito sul fatto che l’assenza di criteri rigorosi possa esporre i Comuni a situazioni di conflitto, creando disparità di trattamento tra i concessionari. I Comuni, già gravati dalla responsabilità di gestire le gare per l’assegnazione delle concessioni marittime, non possono trovarsi a dover affrontare, parallellamente, le inevitabili controversie legali riguardanti il valore degli indennizzi stabiliti nei bandi.
Situazione attuale delle gare per le concessioni marittime
Un’analisi condotta da Anci sui circa 650 Comuni costieri ha evidenziato che solo una manciata, circa quaranta, ha finora avviato le procedure di gara. In molte di queste situazioni, siano già emerse controversie legali. Silvetti, primo cittadino di Ancona, ha espresso preoccupazione per l’esiguo numero di Comuni che hanno intrapreso i bandi, segnalando il rischio di un approccio frammentato nella gestione delle concessioni. La richiesta di un “bando tipo” da parte del Ministero è stata accolta favorevolmente, in quanto potrebbe facilitare il corretto svolgimento delle gare e contribuire a uniformare le procedure. Silvetti ha poi offerto la disponibilità di Anci a collaborare con il Ministero per avviare un tavolo di lavoro congiunto, al fine di affrontare queste sfide in modo sinergico.
Riconoscimento della complessità delle procedure amministrative
Durante il colloquio, Anci ha ribadito la necessità di riconoscere la complessità della gestione amministrativa che i Comuni devono affrontare per rispettare le normative di settore. Silvetti ha evidenziato come questo processo richieda risorse significative, sottolineando l’importanza di un supporto concreto da parte del governo centrale. È stata avanzata, quindi, la proposta di una compartecipazione dei Comuni rispetto ai canoni stabiliti dal decreto, come forma di ristoro parziale per il maggiore onere burocratico sostenuto. La richiesta mira a rafforzare la capacità dei Comuni nel gestire le gare con un adeguato supporto economico e normativo, essenziale per garantire una transizione fluida e priva di conflitti nel settore delle concessioni marittime.
Il rilievo di queste questioni sarà fondamentale per il futuro delle concessioni marittime in Italia, e il dialogo continuo tra Anci e il Ministero porterà a una gestione più equa ed efficiente delle risorse demaniali marittime.