A Palermo, la procura ha avviato un’inchiesta sulla morte di Giuseppe Barbaro, un uomo di 76 anni deceduto dopo 17 giorni di ricovero presso l’ospedale Villa Sofia. La vicenda ha attirato l’attenzione mediatica e ha sollevato interrogativi sulla gestione sanitaria, dopo che i familiari del defunto hanno presentato un esposto, assistiti dall’avvocato Andrea Dell’Aira. I familiari lamentano una serie di problematiche che avrebbero influenzato negativamente la condizione del paziente durante la degenza.
La situazione clinica di Giuseppe Barbaro
Giuseppe Barbaro era stato ricoverato per una frattura scomposta alla spalla sinistra, ma oltre a questa condizione, sembrerebbero emergere gravi mancanze nella gestione della sua salute. Secondo quanto riportato nell’esposto, i sanitari non avrebbero preso in considerazione alcuni sintomi vitali del paziente, come l’ipernatriemia, che indica alti livelli di sodio nel sangue, e segni di disidratazione. Inoltre, il familiare ha sottolineato che il peso corporeo di Barbaro era notevolmente al di sotto della media.
La scarsa attenzione alle esigenze nutrizionali e idriche del paziente avrebbe contribuito al deterioramento della sua salute. Malgrado la permanenza in ospedale, non sarebbe stata diagnosticata tempestivamente un’infezione polmonare bilaterale, un problema che si è aggravato nel corso del ricovero. Solo dopo che la figlia ha segnalato lo stato febbrile del padre, i medici avrebbero somministrato un antidolorifico, in un momento in cui la situazione si era già complicata.
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Critiche sulla gestione del reparto di ortopedia
Nella denuncia presentata dai familiari, si mette in discussione anche la decisione di tenere Giuseppe Barbaro nel reparto di Pronto Soccorso per tre giorni mentre attendeva un trasferimento. Tale situazione solleva ulteriori preoccupazioni sulla tempistica e l’efficacia delle cure fornite. Il paziente è stato trasferito nel reparto di ortopedia solo il 24 dicembre, ma al suo arrivo le condizioni erano già deteriorate e non era stato programmato alcun intervento chirurgico.
La figlia, profondamente colpita dalla condizione del padre, ha riportato episodi inquietanti, come il fatto che l’uomo era stato legato con strumenti di plastica. I segni di confusione e dissociazione mentale che il padre manifestava hanno ulteriormente turbato i familiari, portandoli a chiedersi quale fosse stato il livello di attenzione e cura da parte del personale medico.
L’intervento della procura e le prospettive legali
In seguito all’esposto, la procura di Palermo ha avviato un’indagine per fare luce sulla gestione sanitaria che ha portato alla morte di Giuseppe Barbaro. Gli inquirenti stanno considerando di sequestrare la salma per effettuare un’autopsia presso l’istituto di medicina legale, utile a comprendere le cause esatte del decesso e a chiarire se ci siano responsabilità da parte degli operatori sanitari coinvolti.
Intanto, nelle scorse settimane, il presidente della Regione, Renato Schifani, ha compiuto un sopralluogo nel reparto di ortopedia. L’obiettivo dell’ispezione era quello di verificare la segnalazione di disservizi che ha coinvolto altri pazienti in attesa di interventi chirurgici. Questo sopralluogo evidenzia la crescente preoccupazione per le condizioni delle strutture sanitarie locali e la necessità di riforme che garantiscano un’assistenza adeguata e tempestiva ai cittadini.
Le indagini sulla morte di Barbaro non solo pongono interrogativi sul caso specifico ma aprono un dibattito più ampio riguardo alla qualità e all’affidabilità della sanità pubblica nella regione.