Indagine su aggressioni a civili palestinesi a gaza mentre cercano aiuti umanitari: almeno 64 episodi documentati

Un rapporto documenta 64 aggressioni israeliane contro civili palestinesi che cercano aiuti a Gaza, evidenziando il controllo Usa-israele sulla distribuzione e le gravi violazioni dei principi umanitari.
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Aggressioni documentate a civili palestinesi in fila per aiuti a Gaza. - Gaeta.it

Un recente rapporto firmato da Forensic Architecture, gruppo di ricerca londinese, e dalla World Peace Foundation, collegata a un’università del Massachusetts, ha documentato 64 casi di aggressioni da parte dell’esercito israeliano contro civili palestinesi impegnati a raggiungere aiuti a Gaza. Questa indagine porta alla luce una delle crisi più drammatiche nella regione, indicando che molti di questi episodi si sono verificati nei pressi dei punti di distribuzione della Gaza Humanitarian Foundation , una no profit con base nel Delaware, che gestisce la distribuzione degli aiuti prevalentemente sotto l’influenza di Stati Uniti e Israele.

Dettagli dell’indagine congiunta su aggressioni e aiuti a Gaza

Forensic Architecture e la World Peace Foundation hanno unito le forze per produrre un’analisi meticolosa che coinvolge almeno 64 episodi di aggressioni contro civili palestinesi. I metodi utilizzati includono la geolocalizzazione, la raccolta e la verifica di testimonianze oculari, e l’analisi di materiale video, per ricostruire con precisione gli eventi. Questi episodi si concentrano soprattutto vicino ai luoghi dove gli aiuti alimentari vengono distribuiti dalla Gaza Humanitarian Foundation.

Di questi 64 casi, 25 sono stati riscontrati nelle immediate vicinanze dei siti di distribuzione della Ghf. I civili, spesso famiglie e persone appartenenti a comunità vulnerabili, devono percorrere in media circa 6 chilometri per raggiungere questi punti di assistenza, un tragitto che espone a rischi crescenti di violenza. L’indagine rileva come molti di questi episodi avvengano proprio in questi “corridoi” di accesso, con aggressioni dirette da parte di militari israeliani che impediscono o rendono estremamente pericoloso l’arrivo degli aiuti umanitari.[1][2]

Ruolo controverso della gaza Humanitarian Foundation nella distribuzione degli aiuti

La Gaza Humanitarian Foundation, società no profit con sede nel Delaware, ha assunto un ruolo centrale in questa emergenza umanitaria, monopolizzando la distribuzione degli aiuti alimentari nella Striscia di Gaza a partire da maggio 2025. Secondo il rapporto, la gestione della Ghf è di fatto sotto il controllo esclusivo di Stati Uniti e Israele. Questo monopolio ha sollevato molte critiche, perché, oltre a imporre lunghi tragitti ai palestinesi per raggiungere le fonti di aiuto, è accusata di trasformare l’assistenza in uno strumento usato per fini politici o militari.

Il documento denuncia che i principi internazionali umanitari, che vietano di usare gli aiuti per scopi diversi da quelli umanitari, vengono violati. Israele, secondo l’indagine, sfrutterebbe la distribuzione degli aiuti per influenzare la popolazione palestinese, condizionando l’accesso al cibo e alle risorse essenziali. Questa gestione ha acuito tensioni e rischi per i civili, aggravando in modo sostanziale la crisi umanitaria nella Striscia di Gaza.[1][2][4]

Contesto delle aggressioni israeliane e impatto sulla popolazione civile

Gli episodi di aggressioni, documentati dall’indagine, si collocano in un quadro di intensificazione dei raid militari israeliani nella Striscia di Gaza. L’esercito israeliano ha compiuto numerosi attacchi che hanno prodotto un aumento del numero di vittime tra la popolazione civile, già fragile e sottoposta a forti limitazioni alla mobilità e accesso alle risorse.

Le aggressioni contro chi tenta di accedere agli aiuti rappresentano una violazione dei principi umanitari internazionali, che tutelano proprio la sicurezza delle persone durante le operazioni di distribuzione di qualunque sostegno umanitario. La difficoltà a raggiungere i punti di aiuto e le minacce da parte dei militari trasformano questi momenti in occasioni di pericolo, limitando l’accesso al cibo e ai beni essenziali e peggiorando la condizione di chi vive a Gaza. Organismi internazionali come l’ONU e la Croce Rossa hanno più volte espresso preoccupazione per queste condizioni, sottolineando le conseguenze dell’uso improprio degli aiuti in scenari di conflitto.[1][2][3]

L’indagine firmata da Forensic Architecture e dalla World Peace Foundation si inserisce così nel dibattito globale sull’uso degli aiuti nella crisi umanitaria palestinese. Procedimenti simili, basati su analisi rigorose, aiutano a documentare le violazioni e a mettere in evidenza il peso umano delle strategie militari e politiche adottate nell’area, offrendo un quadro più nitido della situazione sul terreno.