In Italia 265mila celiaci e forti differenze regionali sui contributi e i prezzi dei prodotti senza glutine

In Italia 265mila celiaci e forti differenze regionali sui contributi e i prezzi dei prodotti senza glutine

La giornata internazionale della celiachia del 16 maggio 2025 evidenzia in Italia oltre 265mila persone affette, le disparità regionali nei rimborsi per prodotti gluten free e l’aumento dei costi alimentari e fuori casa.
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L'articolo evidenzia le sfide della celiachia in Italia, tra disparità regionali nei rimborsi per prodotti senza glutine, costi elevati e difficoltà pratiche nella gestione quotidiana, sottolineando l'urgenza di una normativa nazionale uniforme per migliorare la qualità della vita dei celiaci. - Gaeta.it

La giornata internazionale della celiachia, celebrata il 16 maggio 2025, riporta al centro dell’attenzione una condizione che in Italia interessa oltre 265mila persone diagnosticate, con molte altre ancora in attesa di una diagnosi. Questa patologia autoimmune provoca un’intolleranza al glutine, una proteina presente in molti alimenti di uso comune, che porta a infiammazione e danni all’intestino tenue. La gestione quotidiana della celiachia impone attenzione agli alimenti senza glutine, spesso più costosi, e alle regole sulle contaminazioni, soprattutto fuori casa. La distribuzione e il rimborso dei prodotti gluten free variano però molto tra le regioni italiane, creando disagi concreti per chi convive con questa malattia.

I meccanismi di rimborso e la disparità regionale in italia

Il sistema di sostegno per i pazienti celiaci in Italia prevede un contributo economico stabilito dalle regioni, per l’acquisto di prodotti senza glutine. Il ministero della salute fissa importi minimi e massimi, aggiornandoli periodicamente, ma lascia ampio margine alle singole regioni per stabilire somme maggiori e le modalità di erogazione. Questi contributi vengono erogati tramite buoni elettronici o codici collegati alla tessera sanitaria, secondo scelte regionali diverse.

Disparità nei contributi e nelle modalità di erogazione

Questo meccanismo ha generato disomogeneità nel paese. Diverse regioni applicano cifre spesso contrastanti e restrizioni sull’utilizzo di questi contributi, ad esempio escludendo l’uso nei supermercati o negli ipermercati. Tali limitazioni riducono il potere d’acquisto effettivo dei celiaci, che si trovano anche nell’obbligo di portare con sé i prodotti da una regione all’altra o acquistare autonomamente senza sopraffare i costi. La diversità normativa influisce anche sulla vita quotidiana di chi si sposta per lavoro o per vacanza, creando difficoltà oltre alla gestione stessa della malattia.

Le sfide di un’alimentazione senza glutine e i corretti comportamenti

Chi soffre di celiachia deve escludere il glutine, cioè proteine contenute in grano, orzo, segale e altri cereali, da ogni pasto. Questo significa evitare pane, pasta, biscotti tradizionali e altri alimenti che fanno parte della dieta abituale della maggioranza. La selezione di alimenti senza glutine si traduce in una spesa spesso più elevata. A questi costi si aggiunge l’attenzione necessaria a evitare contaminazioni involontarie.

Attenzione alle contaminazioni

La contaminazione si verifica quando il cibo senza glutine entra in contatto con utensili, superfici o alimenti contenenti glutine. Basta un’involontaria contaminazione con pentole sporche o apparecchi usati per alimenti glutinosi per compromettere un pasto. Per questo motivo, al di fuori delle mura domestiche occorre adottare precauzioni particolari, da informare e mantenere costanti nelle strutture dove si consuma il pasto.

Lo studio dell’osservatorio federconsumatori sui prezzi dei prodotti senza glutine

L’osservatorio nazionale federconsumatori ha analizzato i prezzi di prodotti gluten free in punti vendita diversi: la grande distribuzione organizzata , negozi specializzati e farmacie. Il monitoraggio ha individuato ampie differenze di prezzo tra queste categorie di negozi. Ad esempio, i crackers senza glutine sono venduti con un prezzo sino al 166% maggiore nei negozi specializzati rispetto alla GDO.

I dati mostrano che nei farmacisti i prezzi sono aumentati del 10% rispetto al 2016, mentre quelli nella GDO sono calati mediamente del 4%. Prodotti come farina, pane in cassetta, pizza surgelata e birra senza glutine hanno prezzi che cambiano sensibilmente a seconda del punto vendita, spesso molto più alti nelle farmacie e nei negozi dedicati.

Costi dei pasti senza glutine fuori casa e criticità organizzative

Lo studio ha considerato anche i prezzi dei pasti senza glutine consumati in ristoranti, bar e altre strutture pubbliche e private. In media, i pasti gluten free costano il 18% in più rispetto ai corrispondenti piatti tradizionali. Dal 2016 a oggi, i prezzi di questi pasti sono cresciuti del 16,7%. La differenza si avverte su bruschette, piatti misti, primi e pizza, così come dolci e panini.

Importanti certificazioni per i locali

Alcuni locali possono ottenere la certificazione da parte dell’associazione italiana celiachia , un riconoscimento che garantisce il rispetto di norme rigorose nell’uso esclusivo di ingredienti privi di glutine e nei controlli di qualità. Il riconoscimento permette a chi soffre di celiachia di consumare pasti in sicurezza, ma è sempre raccomandabile mantenere un dialogo aperto con il personale, segnalando la propria condizione e chiedendo garanzie.

Impatto sociale e necessità di uniformare le normative nazionali

La celiachia è considerata una malattia sociale, dato il numero crescente di persone colpite e la sua incidenza in tutta Italia. Oltre agli aspetti clinici, emergono problemi pratici legati ai costi più alti, alla difficoltà di reperire prodotti senza glutine ovunque e all’eterogeneità delle agevolazioni regionali. Le restrizioni territoriali legate all’utilizzo dei buoni per i prodotti senza glutine limitano la libertà dei pazienti e complicano la gestione quotidiana della loro alimentazione.

Necessità di una normativa nazionale uniforme

Lo scenario attuale sottolinea la necessità di una revisione delle regole nazionali per garantire un trattamento più omogeneo e migliore accesso ai prodotti senza glutine su tutto il territorio italiano, senza penalizzazioni legate al luogo di residenza. Questo migliorerebbe la qualità della vita di chi deve affrontare la celiachia ogni giorno, limitando le disparità e i disagi legati all’applicazione delle normative.

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