Gli scavi nell’oasi di Kharga, nel deserto occidentale egiziano, hanno portato alla luce resti di un’antica città cristiana risalente ai primi secoli dopo Cristo. Il ritrovamento, condotto dal Supremo Consiglio delle Antichità egiziane, si concentra intorno ad Ain al-Kharab e offre nuove testimonianze sulla diffusione del cristianesimo in una zona finora ritenuta marginale. Questa scoperta arricchisce la storia religiosa e culturale dell’Egitto, mostrando un’importante trasformazione tra i culti pagani della tarda antichità e l’affermarsi della fede monoteistica.
I ritrovamenti nell’oasi di Kharga: una città cristiana tra deserti e antichi culti
Gli archeologi hanno scavato nel sito di Ain al-Kharab, scoprendo abitazioni costruite con mattoni crudi, tombe e soprattutto due chiese, una delle quali si presenta come una basilica a tre navate con colonne quadrate. L’area, che tra il III e il II secolo a.C. ospitava culti politeisti sotto la dominazione tolemaica e romana, ha segnato un passaggio cruciale con la diffusione del cristianesimo a partire dal III secolo d.C.
Affresco e testimonianze religiose
Il cambiamento religioso si riflette nell’architettura e nelle decorazioni; tra queste spicca un affresco di Gesù che guarisce i malati, un’immagine rara e carica di valore spirituale. Mohamed Ismail Khaled, Segretario Generale del Supreme Council of Antiquities, ha spiegato quanto Kharga fosse un punto d’incontro di culture e religioni, soprattutto durante la nascita della civiltà copta. Quest’oasi del deserto si rivela quindi un centro di vita sociale e spirituale, contraddicendo l’idea di un territorio isolato o secondario.
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Il significato storico e culturale della scoperta di ain al-Kharab
Il sito di Ain al-Kharab permette di comprendere il lungo processo che portò il cristianesimo a radicare anche nelle aree più remote dell’Egitto. La transizione dal politeismo alla nuova fede non avvenne in modo rapido o uniforme. I reperti raccontano di incontri culturali, trasformazioni graduali e adattamenti necessari al diffondersi del cristianesimo nel deserto.
Architettura e dialoghi culturali
La basilica scoperta mostra caratteristiche architettoniche che mettono in luce influenze mediterranee, un segno evidente degli scambi tra l’Egitto e il mondo cristiano dell’area. Questa struttura rappresenta più di un luogo di culto: è il risultato di un dialogo tra tradizioni diverse, una testimonianza delle reti culturali di quel periodo.
L’affresco di Cristo che guarisce offre una chiara dimostrazione della funzione sociale affidata alla religione, vista non solo come fede ma anche come supporto e speranza in tempi difficili. Le comunità cristiane nel deserto non erano isolate ma parte di una trasformazione più ampia che portò alla nascita della cultura copta.
Cosa cambia per lo studio del cristianesimo e della cultura copta in Egitto
La scoperta di Ain al-Kharab apre nuove strade agli studiosi della storia del cristianesimo in Egitto e della formazione della cultura copta. Il sito conferma che la fede cristiana raggiunse anche zone periferiche del deserto, dimostrando un radicamento ben più ampio di quanto si pensasse. Le ricerche ancora in corso potrebbero far emergere altri elementi chiave per ricostruire il passato religioso di questa regione.
Un aspetto importante è dato dall’incontro tra elementi locali e influssi esterni, un intreccio che ha caratterizzato la formazione delle prime comunità cristiane egiziane. Questo spiega la varietà di stili architettonici e artistici rilevati nella basilica e nei resti della città.
Il sito, già di per sé prezioso per gli archeologi, potrà offrire ulteriori novità appena proseguiranno gli scavi. Ain al-Kharab si conferma così un punto di riferimento fondamentale per chi studia la storia religiosa, sociale e culturale dell’Egitto antico dopo la fine del mondo tolemaico e l’avvento del cristianesimo.