Il consumo di vino in pizzeria sta registrando una crescita significativa, non più relegato solo alle bottiglie dei ristoranti. Davanti a una semplice margherita, si ritrova un pubblico variegato per età e capacità di spesa, incline a scoprire nuove combinazioni alcoliche. La trasformazione delle pizzerie, che si avvicinano sempre più allo stile dei ristoranti con sommelier in sala, contribuisce a questo cambiamento. A Città di Castello, durante Only Wine, Antonella Amodio ha presentato il suo libro che esplora il legame tra pizza e vino, rivelando un mondo di abbinamenti in crescita e radicati nella tradizione.
Il libro “calici e spicchi” e la riscoperta del legame tra pizza e vino
Antonella Amodio, giornalista e sommelier originaria di Caserta, ha raccontato a Only Wine di Città di Castello il suo progetto editoriale intitolato “Calici e spicchi – L’armonia perfetta tra Pizza e Vino”. Il volume, prefato da Luciano Pignataro, propone un viaggio articolato sulle più di cento pizze abbinate a altrettanti vini italiani. Si tratta di un’opera che apre al fascino delle combinazioni tra differenti tipologie di pizza – dalle napoletane alle romane, passando per quelle contemporanee e gourmet – e la ricchezza della produzione vinicola italiana. Questo percorso sensoriale incrocia territori, storie e sapori per far scoprire che la pizza non è più solo fast food ma un piatto da valorizzare anche con il vino giusto.
Un’esperienza consolidata e pluriennale
Il lavoro di Amodio è frutto di anni di esperienza: è co-autrice di guide e membro di giurie in concorsi internazionali. In “calici e spicchi” emerge la volontà di prestigiare la pizza come piatto articolato, che merita abbinamenti curati, preferibilmente con vini serviti alla temperatura corretta e scelti in base alla stagione e al tipo di pizza. L’autrice invita anche i locali a integrare sommelier nelle proprie sale per orientare la clientela verso scelte più raffinate di quelle classiche birre.
Leggi anche:
La storia antica del vino insieme alla pizza: dai romani ai vicoli di napoli
Il legame tra pizza e vino non è un fenomeno nuovo. Scavi archeologici di Pompei testimoniano che già in epoca romana la focaccia veniva consumata con una coppa di vino. Questa tradizione si è conservata nei secoli, specialmente a Napoli, dove nel XIX secolo la pizza veniva servita nei vicoli con un bicchiere di vino rosso locale. Due vini iconici, Lettere e Gragnano, erano accanto alle pizze vendute in strada, accompagnando l’esperienza di uno street food molto diverso da quello che immaginiamo oggi.
Il marsala e la pizza fritta: un binomio storico
La pizza fritta, popolare a Napoli e diffusa anche nel resto d’Italia, trovava compagno ideale nel Marsala, un vino dolce e aromatico. Il Marsala svolgeva e svolge tuttora la funzione di pulire il palato dopo bocconi più grassi e fritti, bilanciando sapori intensi e untuosi. È proprio questo tipo di abbinamento a essere in parte conservato tra le tradizioni locali, segno di come il vino sia entrato nel quotidiano accanto alla pizza molto prima dell’interesse attuale.
Il ritorno del vino in pizzeria: sperimentazione e nuove abitudini tra sommelier e clientele aperte
Ad ogni presentazione del libro, Amodio sottolinea come l’idea di abbinare vino e pizza appaia nuova agli occhi di molti. Eppure, quel legame è antico. La novità è il ritorno a questa pratica estesa, con la consapevolezza della ricchezza di possibilità offerte dal vino, capace di sostenere sapori diversi e dare spazio a varietà, dalle più leggere alle più strutturate. Il vino permette di giocare con colori e vitigni diversi, intessendo percorsi sensoriali lontani dal semplice abbinamento birra e pizza che domina ancora in molte pizzerie.
Pizzerie al passo con i tempi
La pizza di oggi si è trasformata. Non è più solo la classica Margherita o Marinara: impasti differenti, topping ricercati, ingredienti di qualità hanno arricchito la proposta. Perché questi sforzi non vadano persi nel semplice abbinamento con birra, serve una carta vini dedicata oppure un sommelier capace di consigliare abbinamenti su misura, rispettando la tipologia della pizza, la stagione e anche la gradazione alcolica più indicata. Solo così si valorizza l’esperienza del cliente.
Una tendenza in crescita da nord a sud
Da nord a sud, sono sempre più le pizzerie che sperimentano questa nuova tendenza. Cervelli enogastronomici riconoscono nel vino un compagno ideale per la pizza, da creare in base alla complessità del piatto. Lo scenario si amplia, permettendo a ogni cliente di scoprire nuove sensazioni, riconoscendo che il vino in pizzeria non è un vezzo ma un ritorno a tradizioni forti e a un modo diverso di vivere il cibo.