Il turismo di guerra a gaza: binocoli, spettacolo e controversie lungo il confine israeliano

Il turismo di guerra a gaza: binocoli, spettacolo e controversie lungo il confine israeliano

Il turismo di guerra in Medio Oriente cresce tra le alture israeliane vicino a Gaza e il confine con Siria, suscitando polemiche per l’osservazione dei bombardamenti israeliani e la mercificazione della sofferenza.
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Il turismo di guerra nelle aree intorno a Gaza e al confine con la Siria sta crescendo, con visitatori che osservano i bombardamenti israeliani come uno spettacolo, suscitando forti critiche per l’etica e la mercificazione della sofferenza. - Gaeta.it

Il turismo legato ai conflitti armati in Medio Oriente sta assumendo dimensioni inquietanti. Nelle colline vicino alla Striscia di Gaza, gruppi di persone si radunano per osservare i bombardamenti israeliani con binocoli, trasformando scene di guerra in una sorta di attrazione pubblica. Questa pratica ha sollevato discussioni forti sulla percezione della sofferenza e sull’etica di questa nuova forma di turismo “esperienziale”, che si estende anche lungo i confini con la Siria, coinvolgendo visitatori nazionali e internazionali.

Le colline intorno a gaza come punto di osservazione per i bombardamenti

A pochi chilometri dalla Striscia di Gaza, le alture israeliane sono diventate un punto privilegiato per chi vuole vedere da vicino le operazioni militari. Il 5 gennaio 2025 la giornalista di Cuatro TV españa, Laura Escudero, ha documentato questo fenomeno. Con un binocolo, i visitatori osservano il fumo e i danni causati dai bombardamenti, come se fosse uno spettacolo a cui assistere a distanza di sicurezza. Il suono assordante delle esplosioni e le colonne di fumo diventano una sorta di “prisma” che attira ogni giorno decine di persone.

Un “balcone” per la guerra

Molti di questi spettatori si sistemano su divani o sedie, creando ambienti quasi da “balcone” per osservare la guerra. Non si tratta solo di curiosi, ma anche di persone che manifestano sostegno o sentimento di vendetta nei confronti di Hamas. Alcuni di loro offrono regali ai soldati israeliani attraverso le recinzioni, come ha raccontato una donna, che ha detto di sentirsi “più sicura” mentre segue le manovre militari.

L’estensione del fenomeno alle alture del golan e il confine con la siria

Il confine tra Israele e Siria ha visto una crescita simile di interesse turistico militare, soprattutto dopo la caduta del regime di Al-Assad. In questa zona, dove Israele ha stabilito basi militari nelle Alture del Golan, il flusso di visitatori si è intensificato. Queste presenze osservano le manovre e le tensioni a distanza, spesso mescolando curiosità con sentimenti patriottici e sostegno all’esercito israeliano.

Un’area di tensione internazionale

Le alture del Golan rappresentano una zona sensibile anche per la comunità internazionale, perché la presenza israeliana viola diverse risoluzioni Onu. Nonostante questo, il turismo di guerra qui continua a crescere, con turisti che cercano di vedere con i propri occhi quello che accade nei pressi di un confine ancora teso dopo anni di conflitti.

I tour guidati nella “gaza envelope” e il racconto della resilienza

L’area detta “Gaza Envelope”, che comprende i territori israeliani entro 10 km dal confine con Gaza, è al centro di questa nuova offerta turistica. Dopo gli attacchi di Hamas del 7 ottobre 2023, alcune agenzie, come Abraham Tours, hanno ricominciato a proporre visite guidate. Questi tour, pensati inizialmente per turisti israeliani, si sono aperti a un pubblico internazionale, in particolare ebrei della diaspora.

Storie di resilienza e speranza

Un itinerario tipo si chiama “Gaza Envelope: storie di resilienza e speranza” e costa circa 150 euro. Si visitano le località colpite, ascoltando testimonianze delle famiglie che hanno subito perdite ma cercano di tornare a una vita normale. La narrazione evita di soffermarsi sui dettagli più cruenti per focalizzarsi su aspetti di sopravvivenza e ricostruzione. Roatem, manager dell’agenzia, ha spiegato che l’obiettivo è far capire la realtà complessa della regione, mettendo in luce soprattutto la determinazione delle comunità locali.

Polemiche e critiche sul turismo della sofferenza e la mercificazione della guerra

Il turismo di guerra generato intorno a Gaza e ai confini israeliani ha suscitato dure critiche. Sui social, in particolare sulla piattaforma X, molti parlano di “morofilia”, cioè di una morbosità verso la sofferenza altrui. Alcuni pacchetti turistici comprendono visite a luoghi tragici come il Nova Festival, dove si è consumato un massacro, o il cosiddetto “cimitero delle auto”, un sito di macerie provocate dai bombardamenti.

Esperienze controverse e costi elevati

Altri tour, proposti anche su piattaforme popolari come TripAdvisor, offrono esperienze per stare a pochi passi dal confine e vedere in tempo reale le azioni militari israeliane. Questi costi possono arrivare fino a 800 dollari. Molti denunciano questa forma di turismo come una banalizzazione della tragedia e una mercificazione del dolore: un prodotto venduto con poco rispetto per le vittime e le comunità colpite.

Il turismo di guerra lungo i confini di Gaza e Israele resta un tema di grande attualità, segnato da contrasti netti tra chi lo vede come strumento di conoscenza e chi lo condanna come spettacolo crudele. Le immagini dei binocoli puntati verso la violenza non smettono di suscitare interrogativi sull’umanità delle persone dietro quegli sguardi.

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