Il roma bar show 2025 tra cocktail, storie di provincia e neuroscienze del gusto

Il roma bar show 2025 tra cocktail, storie di provincia e neuroscienze del gusto

Il roma bar show 2025 al palazzo dei congressi all’Eur ha unito professionisti da italia e oltre, con focus su cocktail innovativi, esperienze sensoriali e il contributo di bar easy di capriate e marian beke.
Il Roma Bar Show 2025 Tra Cock Il Roma Bar Show 2025 Tra Cock
Il Roma Bar Show 2025 ha unito creatività, tradizione e innovazione nella miscelazione, con protagonisti nazionali e internazionali, esperienze sensoriali e approfondimenti come la neuro mixology, trasformando Roma in un polo di cultura e professionalità nel mondo del cocktail. - Gaeta.it

Il roma bar show, appuntamento sempre atteso dagli appassionati di miscelazione, ha acceso il palcoscenico romano con un mix di creatività, tradizione e innovazione. Questa quinta edizione ha messo al centro non solo cocktail e sapori, ma anche esperienze sensoriali e riflessioni sul modo in cui percepiamo ciò che beviamo. Tra i tanti protagonisti spiccano personalità venute da tutta italia e anche oltre, che hanno trasformato il palazzo dei congressi all’eur in un luogo vibrante di confronto e scoperte.

La presenza simbolica del bar easy di capriate e il cocktail tricolore

Tra le realtà che hanno catturato l’attenzione al roma bar show, il bar easy, drink and food di capriate si è distinto con una proposta carica di significati. Il cocktail tricolore, a base di vermouth, bitter e soda, non è solo una bevanda, ma un gioco di parole e immagini che richiama, con ironia, la recente elezione del papa americano. Martina morivo, titolare del bar, racconta con passione il motivo della partecipazione: non semplicemente assistere all’evento, ma portare un messaggio forte e chiaro dalle province italiane.

Martina ha deciso di approfittare della vetrina romana per far emergere un concetto chiaro: bere bene significa scegliere con consapevolezza e accompagnare il gesto a una cultura del gusto. Gli adesivi distribuiti, semplici ma d’impatto, rappresentano la voglia di resistenza e creatività di territori spesso lontani dai grandi riflettori. Il loro sorriso e la determinazione nel far sentire la propria voce rivelano quanto la miscelazione possa anche essere strumento di identità e orgoglio locale, in un clima di festa e professionalità.

L’atmosfera del roma bar show e la partecipazione dei professionisti

L’edizione 2025 del roma bar show si è animata con oltre duecento espositori provenienti da ogni parte, che hanno riempito i saloni del palazzo dei congressi con un’intensa attività. Dalle prime ore, il luogo ha vibrato di rumori di shaker, profumi di botaniche e la presenza di giovani e meno giovani, italiani ed esteri, uniti dalla passione per il bere miscelato.

La manifestazione ha rappresentato un’occasione per assaggiare distillati rari, scoprire nuovi sapori e confrontarsi sui trend del momento. Ogni angolo è diventato palco di incontri, scambi e dimostrazioni pratiche. Non a caso, la location si è trasformata in una sorta di teatro dove la miscelazione si è elevata da semplice tecnica a racconto da raccontare, coinvolgendo tutti i sensi e le emozioni.

Questo clima così vivo ha permesso a operatori e appassionati di espandere conoscenze, trovando ispirazione anche nei dettagli più minuti. Le esperienze sul campo, le innovazioni nelle ricette, e la professionalità che si respirava sono diventati un motore per la crescita di una domenica dedicata al mondo del cocktail in tutte le sue declinazioni.

Neuro mixology e gastrofisica: il talk che ha segnato la giornata

Tra gli eventi più seguiti spicca l’intervento di marian beke, volto noto del the gibson di londra, che ha affrontato tematiche fuori dal comune con “neuro mixology and gastrophysics in cocktails”. Il mix di neuroscienze e miscelazione ha offerto una prospettiva nuova su come percepiamo il gusto di un cocktail.

Beke ha spiegato che la mente può cambiare la percezione di un drink a seconda del contesto in cui viene consumato: luce, suoni, ambiente e storia personale modulano le sensazioni. Per dimostrare questo fenomeno ha proposto due assaggi identici in forma ma diversi nel contorno, con risultati diversi sotto il profilo sensoriale. Lo scopo non è raccontare solo ricette o dosi ma far capire che il cocktail è un’esperienza che coinvolge tutti i sensi.

Gastrofisica e percezione multisensoriale

L’intervento si è poi spostato sulla gastrofisica, ovvero lo studio di come tatto, vista, udito collaborino per costruire il gusto. Più che una lezione tecnica è stata una dimostrazione di come capire e valorizzare il ruolo dell’ambiente e delle aspettative nella degustazione. Il effetto finale è stato quello di osservare il bere come qualcosa di vivo, in continuo dialogo con il cervello e con il contesto.

Un evento che unisce territori, professionalità e visioni future

Il roma bar show ha chiuso questa giornata con un senso di energia diffusa. La presenza di realtà come il bar easy di capriate ha messo in luce un legame forte tra provincia e città, tradizione e contemporaneo. Il racconto di martina morivo con i suoi adesivi è diventato simbolo di una provincia che non si arrende e vuole farsi sentire anche oltre i confini locali.

Sul fronte scientifico e professionale, gli spunti di beke hanno aperto nuove strade per chi studia e pratica la mixology. L’interazione tra mente e gusto, il peso delle sensazioni, sono destinati a influenzare i modi di proporre e vivere il bere miscelato. Roma ha ospitato non solo un evento commerciale, ma uno spazio di scambio culturale e tecnico dove il cocktail diventa linguaggio e manifesto.

Chi ha partecipato ha portato con sé un pezzetto di quel fermento, sapendo bene che questa è ancora una tappa. Il viaggio nel mondo dei sapori e delle storie che si intrecciano nel bere non si ferma, e Roma si conferma nodo centrale per chi cerca non solo di bere, ma di raccontare quello che c’è dietro a ogni sorso.

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