Il 2025 segna un appuntamento importante per il cinema italiano con la presentazione del restauro di Roma ore 11, capolavoro del neorealismo di Giuseppe De Santis. A trent’anni dalla consegna del Leone d’Oro alla carriera al regista, la Cineteca Nazionale del Centro Sperimentale di Cinematografia, insieme a Titanus, ha recuperato questo film del 1952 segnato da un episodio drammatico della cronaca romana. Il restauro verrà mostrato in anteprima mondiale alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, nella sezione Venezia Classici.
La trama e il contesto di roma ore 11
Roma ore 11 racconta un incidente vero che rispecchia la condizione sociale e lavorativa di Roma nel dopoguerra. Al centro della vicenda c’è una folla di centinaia di ragazze attratte da un annuncio di lavoro per una sola dattilografa. L’attesa dura ore e quando qualcuno cerca di saltare la fila, la tensione esplode causando il crollo di una scala. Il film si serve di questo fatto per mettere in luce il tema della disoccupazione femminile e delle difficoltà quotidiane nelle grandi città italiane.
Il punto di vista di giuseppe de santis
Il regista Giuseppe De Santis ha spiegato più volte di aver scelto quelle donne come protagoniste per rappresentare un coro di voci spesso invisibili. Il dramma personale si apre così a questioni sociali più ampie, mostrando la precarietà e la frustrazione di chi cerca lavoro in una società attraversata da disuguaglianze e ingiustizie. Questo approccio si inserisce nel filone neorealista, caratterizzato da una forte attenzione alle storie di vita reale e a quel clima sociale che si viveva in quegli anni.
La preziosa collaborazione tra csc e titanus per il restauro
Il restauro del film ha richiesto un lavoro complesso dato che i negativi originali non sono più disponibili. Per recuperare l’audio si è dovuto usare un controtipo sonoro, mentre le scansioni sono state effettuate con tecnologia digitale dal CSC Digital lab. Le fasi di restauro, con il delicato equilibrio tra fedeltà e qualità, sono state affidate al Laboratorio Video Master Digital.
Gabriella Buontempo, presidente della Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia, ha evidenziato l’importanza dell’iniziativa non solo per il miglioramento visivo e sonoro, ma per riportare all’attenzione un’opera che racconta uno spaccato sociale ancora attuale. Il restauro, quindi, oltre a restituire il film al pubblico, funge da ponte tra passato e presente, stimolando una riflessione sui temi centrali come il lavoro e le disuguaglianze.
Titanus e la sua memoria in vetrina a venezia classici
Guido Lombardo, presidente di Titanus, ha voluto sottolineare il ruolo della casa di produzione nella tutela del patrimonio storico cinematografico italiano. Con la proiezione di Roma ore 11 in una sezione dedicata ai classici, Titanus ribadisce un impegno duraturo nel valorizzare i film che raccontano la storia e la memoria collettiva.
L’evento si colloca idealmente a trent’anni dalla premiazione di De Santis con il Leone d’Oro alla carriera, un riconoscimento che ribadisce l’importanza artistica e culturale del regista. Ridare vita a un film come questo significa mantenere accesi i riflettori sui racconti di una società che si è trasformata ma che conserva ferite e questioni non risolte. La scelta di Venezia, la più grande vetrina del cinema internazionale in Italia, rende omaggio a un’opera simbolo del cinema impegnato e a una collaborazione che unisce istituzioni e produttori.
Aspetti tecnici e sfide del restauro nel 2025
La ricerca del materiale originale ha portato a dover affrontare criticità non da poco. L’irreperibilità dei negativi ha reso necessario l’uso di copie alternative e strumenti digitali all’avanguardia per evitare perdite di dettaglio o modifica del contenuto. La scansione è stata curata con attenzione dal CSC Digital lab, un centro specializzato nel trattamento digitale dei film d’epoca.
Il Laboratorio Video Master Digital ha eseguito un lavoro meticoloso sulle immagini e sulle tracce sonore per riscoprire la qualità originale di un film che racconta eventi drammatici con un forte impatto emotivo. La scelta di mantenere la natura cruda e realistica del neorealismo ha guidato ogni intervento, rifiutando correzioni che avrebbero alterato il senso stesso della pellicola.
Questa operazione rappresenta un modello di conservazione moderna, in cui le tecnologie digitali consentono di riportare alla luce immagini e suoni altrimenti perduti, offrendo così a un nuovo pubblico l’esperienza integrale di un’opera storica del cinema italiano.