il regista jafar panahi chiede la fine della guerra tra iran e israele e denuncia il regime teheranese

il regista jafar panahi chiede la fine della guerra tra iran e israele e denuncia il regime teheranese

Jafar Panahi denuncia la guerra tra Iran e Israele, critica il governo di Teheran per corruzione e repressione, e lancia un appello all’Onu per un intervento immediato a favore della pace.
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Il regista iraniano Jafar Panahi condanna duramente la guerra tra Iran e Israele, critica il governo di Teheran per la sua oppressione e chiede un intervento urgente dell’Onu per fermare le violenze e proteggere i civili. - Gaeta.it

Il regista iraniano Jafar Panahi, noto per le sue posizioni critiche verso il governo di Teheran, ha pubblicato un messaggio su Instagram in cui chiede la cessazione immediata della guerra tra la Repubblica Islamica dell’Iran e Israele. Panahi, recentemente premiato con la palma d’oro al festival di Cannes per il suo film Un Simple Accident, denuncia la distruzione delle vite dei civili e delle infrastrutture, sottolineando la gravità del conflitto in corso.

Critica severa al governo iraniano e alle sue responsabilità

Oltre a denunciare gli attacchi israeliani, Panahi attacca il regime iraniano. Definisce l’attuale governo di Teheran come incapace di governare con legittimità e volontà. Accusa i vertici della repubblica islamica di corruzione, incompetenza e di aver trascinato il Paese in una spirale di oppressione da quarant’anni.

Il regista, tra i più perseguitati in patria, evidenzia come la permanenza di questo regime mantenga lo Stato nella caduta e repressione continue. L’alternativa prospettata da Panahi è lo scioglimento del sistema di potere attuale per favorire la nascita di un governo popolare e democratico, ascoltando esigenze reali dei cittadini iraniani.

Questa posizione ribadisce la distanza tra la condanna per l’aggressione esterna e la critica robusta verso chi, all’interno, gestisce il paese mantenendo il controllo con metodi repressivi.

La guerra tra iran e israele e l’appello di panahi per la pace

Jafar Panahi parla apertamente della guerra tra iran e israele, definendola devastante per entrambe le popolazioni. Nel suo post sottolinea come il conflitto stia distruggendo la vita dei civili e danneggiando infrastrutture essenziali. L’attore chiama a una presa di posizione netta contro le violenze e i bombardamenti che non risparmiano zone residenziali.

Panahi ribadisce la necessità di fermare subito gli attacchi militari e invita la comunità internazionale a intervenire per mettere fine a quest’ultimo ciclo di sangue. Il regista fa notare come la guerra abbia provocato un’escalation che non può essere giustificata da motivazioni politiche, morali o di sicurezza, ma debba essere condannata come crimine contro i civili.

Il suo appello chiama l’Onu e gli organismi internazionali a intervenire senza esitazioni, sottolineando che restare in silenzio equivale a diventare complici degli atti di violenza in corso.

La condanna dei regimi e le conseguenze del conflitto

Panahi richiama l’attenzione sull’aggravarsi della violenza da entrambe le parti. Attacchi missilistici, bombardamenti di quartieri civili e uccisioni mirate rappresentano, secondo il regista, crimini che nessuna ragione di stato può giustificare.

La sua analisi mette in luce come questa escalation possa provocare instabilità non solo regionale ma globale, allargare il conflitto e creare disastri umanitari. La situazione rischia di allontanare ogni possibilità di dialogo e collaborazione futura tra i popoli coinvolti.

L’intervento di Panahi si fa portavoce dell’urgenza che la comunità internazionale faccia sentire la sua voce contro questa tragedia che si svolge in Medio Oriente.

L’appello finale all’Onu per un intervento immediato

Per dare concretezza al suo appello, il regista iraniano rivolge un invito diretto all’Onu e ai governi mondiali. Chiede di agire con fermezza e senza compromessi per fermare subito le ostilità tra iran e israele.

Panahi precisa che non è più accettabile rimanere inermi mentre civili innocenti cadono sotto i bombardamenti. Il mancato intervento internazionale viene descritto come una forma di condivisione indiretta della responsabilità verso i crimini commessi.

Con questo messaggio si fa portavoce di una posizione che esclude mediazioni o trattative che tollerano la continuazione del conflitto e le sue conseguenze tragiche. Ribadisce la necessità di una soluzione basata sul rispetto dei diritti umani e sulla fine delle violenze.

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