Negli ultimi giorni sono emerse dichiarazioni del presidente siriano Ahmed al-Sharaa che creano ulteriori tensioni nel paese già segnato da conflitti e divisioni etniche. Le parole di al-Sharaa hanno suscitato reazioni forti, sia per il loro contenuto che per l’impatto sulle minoranze presenti sul territorio siriano. La sua posizione, indicata in un recente discorso, lega i gruppi jihadisti a un’immagine di nobiltà tradizionale, mentre le comunità druse, spesso bersaglio di attacchi, sono state incolpate direttamente.
Il sostegno di al-sharaa ai gruppi jihadisti e il richiamo alle tribù beduine
Ahmed al-Sharaa ha espresso un vero e proprio endorsement verso i gruppi jihadisti, presentandoli come eredi delle tribù beduine. Secondo lui, queste tribù rappresentano valori e principi antichi e nobili, un richiamo all’identità tradizionale e a una presunta legittimità storica. Questa visione conferisce una connotazione positiva agli aggressori e giustifica, agli occhi del presidente, le loro azioni nonostante la violenza. La retorica sociale e culturale usata da al-Sharaa si allinea con narrazioni che sopravvivono da decenni e che cercano di dare una cornice storica agli atti odierni, senza riconoscere però il contesto di sofferenza delle popolazioni colpite.
Idealizzazione delle tribù beduine nel discorso di al-sharaa
In questo contesto, il ruolo delle tribù beduine viene idealizzato in modo netto, sottolineando presunti valori di orgoglio e difesa della comunità. Questa scelta lessicale mira a rafforzare un’immagine di giustificazione verso le recenti azioni violente, ignorando però le conseguenze che queste comportano per la popolazione civile, soprattutto le minoranze. Queste parole assumono particolare peso nel quadro del conflitto siriano in cui fazioni armate operano spesso senza controllo e le dinamiche locali influenzano direttamente la sicurezza di gruppi vulnerabili.
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Le accuse contro la minoranza drusa e le teorie cospirative su israele
Al-Sharaa non si è limitato a elogiare i jihadisti ma ha provveduto a incolpare le minoranze druse per le tensioni e i violenti scontri. Le druse, presenti in diverse regioni della Siria, sono state designate come responsabili delle aggressioni ricevute e come provocatrici di disordini sociali. Questa inversione della realtà degli eventi contribuisce ad aumentare la marginalizzazione e il rischio cui queste comunità sono esposte.
Nel discorso, al-Sharaa ha inserito anche accuse contro Israele, evocando teorie cospirative secondo cui il paese ebraico avrebbe un ruolo occulto nel fomentare la violenza interna in Siria. Questi riferimenti rafforzano la narrazione ufficiale siriana, che spesso individua nei nemici esterni i responsabili delle crisi interne. L’uso di tali teorie serve a distogliere l’attenzione dai problemi interni e dalle responsabilità dirette delle autorità verso la popolazione minoritaria.
L’effetto della retorica sulle minoranze
Questa linea di comunicazione, caratterizzata da una forte retorica politica e simbolica, contribuisce a mantenere uno scenario di alta tensione e scontro. Le minoranze, e in particolare i drusi, si trovano così schiacciate tra accuse politiche e violenze reali che mettono a rischio la loro stessa sopravvivenza.
Le minoranze in siria al tempo di al-sharaa: un contesto di pericolo e isolamento
La situazione delle minoranze in Siria, tra cui curdi, drusi, alawiti e cristiani, resta fragile e segnata da episodi di violenza e discriminazione. Nel corso degli ultimi sei mesi, casi di attacchi contro queste comunità si sono moltiplicati, configurando un quadro di pericolo quotidiano. I discorsi delle autorità, come quello di al-Sharaa, sembrano alimentare queste dinamiche invece di cercare di tutelarle.
Il ministro degli Esteri israeliano, Gideon Saar, ha commentato la situazione su X poco dopo l’annuncio dell’accordo tra Israele e Siria, sottolineando come essere parte di una minoranza in questo paese significhi esporsi a minacce continue. Ha evidenziato come le parole di al-Sharaa rappresentino una conferma di questo clima ostile, con il governo che non solo non protegge le comunità vulnerabili, ma anzi ne giustifica l’aggressione.
Isolamento e minacce per le minoranze
Questo contesto pesa fortemente sulla vita quotidiana di queste minoranze. La mancanza di tutela legale e politica favorisce un clima di paura e isolamento. La diffusione di retoriche di superiorità culturale o religiosa, in opposizione alle minoranze, non fa che aggravare la situazione.
L’attuale fase del conflitto siriano dimostra che le minoranze non sono solo vittime di scontri tra fazioni, ma spesso bersagli diretti di campagne politiche e militari mirate a cancellarne la presenza o a sottometterle.
Il discorso di Ahmed al-Sharaa e la conseguente reazione internazionale illustrano la profonda crisi che attraversa la Siria oggi. La polarizzazione tra gruppi etnici e religiosi continua a rappresentare un elemento centrale del conflitto, con pesanti ripercussioni per chi vive ai margini della società siriana.