La 19/a edizione della Mostra Internazionale di Architettura alla Biennale di Venezia ha visto il padiglione del Bahrain ricevere il leone d’oro per la migliore partecipazione nazionale. La giuria, guidata da Hans Ulrich Obrist, ha attribuito riconoscimenti anche ad altre esposizioni nazionali e a singoli progetti, valorizzando diverse prospettive architettoniche contemporanee. Tra i premiati spiccano inoltre figure di spicco del mondo culturale e architettonico.
Il leone d’oro per la migliore partecipazione nazionale al padiglione del Bahrain
Il padiglione del Bahrain ha conquistato il leone d’oro con “Canicola”, un progetto che ha colpito la giuria per la sua originalità e il suo approccio innovativo. La mostra si è distinta per la capacità di integrare temi ambientali e sociali con un’architettura che riflette elementi contestuali e culturali specifici. L’esposizione ha coinvolto la collaborazione di vari soggetti, tra cui il team di Diller Scofidio + Renfro, Natural Systems Utilities, SODAI e la partecipazione dell’architetto e critico Aaron Betsky, insieme allo chef Davide Oldani, elemento che ha arricchito l’esperienza espositiva con un approccio multisensoriale.
Riflessioni sulla sostenibilità e il cambiamento climatico
La giuria ha valutato l’allestimento come un contributo significativo alla riflessione sull’ambiente costruito e i suoi rapporti con i cambiamenti climatici, affrontando inoltre questioni legate alla sostenibilità e alla relazione tra architettura e natura. La scelta del Bahrain si inserisce nel contesto di un crescente interesse verso paesi che, pur non considerati tradizionalmente protagonisti nel campo architettonico, stanno assumendo ruoli importanti nel dialogo internazionale.
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Menzioni speciali e premi alle altre partecipazioni nazionali
Oltre al premio principale, la giuria ha assegnato due menzioni speciali a due padiglioni che si sono distinti per contenuti e allestimenti. La partecipazione della Santa Sede, con l’esposizione intitolata “Opera Aperta” ospitata nel Complesso di Santa Maria Ausiliatrice, ha proposto una riflessione sulle categorie dell’architettura sacra e sulle modalità di fruizione dello spazio liturgico contemporaneo. Questo progetto ha suscitato interesse per il modo in cui ha saputo coniugare tradizione e innovazione.
Anche il padiglione della Gran Bretagna ha ricevuto una menzione per “Geology of Britannic Repair”, esposto ai Giardini della Biennale. Qui l’attenzione si è concentrata sulle trasformazioni culturali e materiali dei paesaggi britannici, mostrando come il restauro e la ristrutturazione contribuiscano a definire l’identità dei luoghi. Entrambe queste iniziative hanno mostrato visioni articolate dell’architettura, capaci di rinnovare i significati del costruito in relazione ai contesti storici e sociali.
Visioni articolate dell’architettura
La Biennale ha ospitato progetti capaci di rinnovare i significati del costruito in relazione ai contesti storici e sociali, sottolineando l’importanza di un dialogo contemporaneo e inclusivo.
Premi ai singoli progetti e alle personalità del mondo architettonico
La giuria ha inoltre conferito il leone d’oro per una promettente partecipazione a “Calculating Empires: A Genealogy of Technology and Power Since 1500”, progetto dedicato a svelare i legami tra tecnologia e dinamiche di potere in modo storico e critico. Lo studio ha affrontato la relazione tra strumenti di calcolo e imperi, evidenziando il ruolo dell’architettura come disciplina connessa a processi economici e politici di lunga durata.
Sono state assegnate due menzioni speciali ad altri progetti che hanno offerto spunti interessanti. “Alternative Urbanism: The Self-Organized Markets of Lagos” di Tosin Oshinowo e il suo studio analizzano il fenomeno delle economie informali e autogestite nella capitale nigeriana, proponendo un’interpretazione urbana originale e diversa dai modelli convenzionali. “Elephant Chapel” di Boonserm Premthada, invece, ha attirato l’attenzione per un’architettura che fonde elementi simbolici e pratici, esaminando legami culturali e ambientali in modo inedito.
Riconoscimenti a figure di rilievo internazionale
La Biennale ha inoltre celebrato il leone d’oro alla carriera assegnato alla filosofa statunitense Donna Haraway, nota per i suoi studi che intrecciano tecnologia, biologia e filosofia sociale. A sua volta è stato dedicato un riconoscimento alla memoria dell’architetto italiano Italo Rota, venuto a mancare il 6 aprile 2024, che ha lasciato una traccia significativa nel panorama della progettazione tra arte e architettura.
L’evento a Ca’ Giustinian ha confermato la capacità della Biennale di Venezia di offrire uno spazio di confronto internazionale dove l’architettura si misura con temi attuali, contesti diversi e nuovi linguaggi espressivi. Il riconoscimento al padiglione del Bahrain sottolinea una direzione che va oltre i confini tradizionali del mondo architettonico convenzionale, favorendo dialoghi con realtà emergenti.