Emergenza caldo nei cantieri lombardi: rischi per la salute e sfide nella tutela dei lavoratori edili

Emergenza caldo nei cantieri lombardi: rischi per la salute e sfide nella tutela dei lavoratori edili

Le alte temperature mettono a rischio la salute degli operai nei cantieri edili in Lombardia, evidenziando carenze nelle misure di protezione, problemi legati al caporalato e la necessità di adeguare orari e dispositivi di sicurezza.
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L'articolo evidenzia i rischi per la salute degli operai edili in Lombardia causati dalle alte temperature estive, sottolineando la necessità di misure di protezione più efficaci e di interventi contro il caporalato per garantire sicurezza e tutela sul lavoro. - Gaeta.it

La stagione estiva porta con sé un problema grave per i cantieri edili in Lombardia. Le alte temperature mettono a dura prova la salute di chi lavora all’aperto, esponendo operai a rischi che vanno dal colpo di calore alle patologie cutanee. Questo scenario solleva interrogativi sulle misure di protezione adottate e sulla reale efficacia dei controlli, specie nei contesti segnati da irregolarità e sfruttamento della manodopera.

Condizioni estreme di lavoro nei cantieri sotto il sole cocente

Nei cantieri lombardi, gli operai affrontano temperature spesso proibitive. In certi casi si arriva a scene estreme, con lavoratori che si ritrovano a operare in mutande pur di trovare un po’ di sollievo dal caldo opprimente. Il prolungato contatto con i raggi solari senza adeguata protezione provoca scottature e problemi alla pelle di varia natura, che non vanno sottovalutati.

La mancanza di creme solari come dotazione standard è un nodo centrale. Attualmente, i caschi e le scarpe antinfortunistiche sono obbligatori ma l’uso di schermi protettivi per la pelle non rientra ancora nelle misure di sicurezza obbligatorie. Diverse voci dagli ambienti sindacali insistono affinché la protezione solare entri stabilmente nelle dotazioni minime nei cantieri, alla pari degli altri dispositivi di protezione individuale.

Un passo avanti per la prevenzione dermatologica

Questa evoluzione sarebbe un elemento concreto per prevenire patologie dermatologiche e migliorare le condizioni di lavoro. Al momento, la prassi resta frammentata e poco diffusa, con conseguenze immediate sulla salute dei lavoratori più esposti.

Calore e incidenti sul lavoro: un rapporto sempre più stretto

Il caldo rappresenta un pericolo concreto per la salute dei cantieri, come conferma Alem Gracic, segretario della Filca Cisl Lombardia. “L’esposizione a temperature elevate fa aumentare il rischio di malesseri improvvisi: svenimenti, cali di pressione e perdita di equilibrio sono pericoli ben noti tra chi lavora in quota o in condizioni particolarmente stressanti.”

Chi opera su ponteggi o in lavori di asfaltatura incappa spesso in queste emergenze, aggravate anche dal calore che emana dagli stessi materiali trattati. Il risultato è un incremento degli incidenti sul lavoro causati non tanto da mancanze tecniche, ma dall’effetto diretto della calura sul fisico umano.

Prevenzione e tutela sul luogo di lavoro

Questo elemento richiede attenzione non solo per la tutela individuale, ma anche per prevenire cadute o altre conseguenze gravi che derivano da un malessere improvviso durante l’attività lavorativa. Si conferma così la necessità di misure preventive specifiche per il caldo nei cantieri edili.

Il problema del caporalato complica il rispetto delle norme sul caldo

Non bastano le normative regionali e le ordinanze mirate alla tutela dai rischi climatici se non si riesce a controllare efficacemente il caporalato. Nel Lombardia, come in altre regioni, le imprese regolari applicano con serietà le norme per proteggere i lavoratori, ma resta un nodo irrisolto la gestione dei cantieri affidati a realtà opache.

Spesso le imprese “contenitore” reclutano personale senza rispettare diritti e sicurezza. Questi lavoratori, privati di tutele minime, sono più esposti al caldo estremo senza poter far valere le regole. Il mancato rispetto delle ordinanze regionali, combinato con rapporti di lavoro precari e ricatti, rende inefficaci le protezioni previste.

Ostacoli nella comunicazione e nell’intervento

Alem Gracic segnala difficoltà tecniche nella comunicazione delle emergenze attraverso i canali ufficiali, rallentando interventi come la cassa integrazione per i lavoratori esposti a condizioni estreme. L’assenza di presidi fissi in certi cantieri rafforza il controllo di questi sistemi illegali, aumenta la vulnerabilità degli operai, e moltiplica i rischi legati al caldo.

Richieste per adattare i ritmi e i dispositivi di lavoro al caldo estremo

Le continue ondate di calore hanno indotto a chiedere modifiche alle modalità di lavoro in edilizia. Viene fortemente suggerito di anticipare l’orario d’inizio attività per evitare le ore più calde del giorno, fermando o riducendo il lavoro nelle fasce pomeridiane.

La normativa comunale però limita l’inizio dei lavori prima delle 8 del mattino, spesso per tutelare la quiete pubblica. Questa disposizione ostacola la flessibilità necessaria per proteggere la salute degli operai. Alcuni casi specifici, come quelli della metro blu a Milano e certi cantieri nelle cave del bresciano, hanno invece adottato orari differenziati, consentendo una sospensione delle attività più rischiose e concordando compensazioni economiche.

Strumenti e accorgimenti per fronteggiare il caldo

La domanda di nuovi dispositivi di protezione individuale progettati per il caldo cresce. Aggiungere aree d’ombra nei cantieri e garantire una distribuzione regolare di bevande con sali minerali sono proposte che si affiancano alle richieste di modifiche organizzative. “La salute dei lavoratori non può restare una questione stagionale soggetta alla buona volontà degli imprenditori o a interpretazioni personali della legge.”

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