Il legume protagonista: il ricettario di Slow Food per una cucina sostenibile e locale

Il legume protagonista: il ricettario di Slow Food per una cucina sostenibile e locale

Slow Food promuove il consumo di legumi attraverso un ricettario che valorizza tradizioni culinarie locali e pratiche agricole sostenibili, contribuendo alla lotta contro i cambiamenti climatici e alla salute del pianeta.
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Il legume protagonista: il ricettario di Slow Food per una cucina sostenibile e locale - Gaeta.it

Promuovere il consumo di legumi rappresenta un passo significativo nella lotta contro i cambiamenti climatici e nella promozione di alimentazioni più eque e salutari. L’iniziativa di Slow Food, sostenuta dalla tradizione culinaria locale, offre spunti per valorizzare le varietà regionali e incoraggiare metodi di produzione a basso impatto ambientale. La crescente attenzione verso il consumo di legumi non è solo un affare di gusto, ma un vero e proprio gesto di responsabilità verso il nostro pianeta e le generazioni future.

Il ricettario “Aggiungi un legume a tavola”

Grazie all’iniziativa di Slow Food, è stato pubblicato un ricettario dal titolo “Aggiungi un legume a tavola“, concepito come un percorso esplorativo attraverso il ricco mondo dei legumi. Sulle sue pagine si intrecciano ricette e storie che celebrano le connessioni tra uomo e natura, tra comunità e territorio. Ogni piatto è una celebrazione della cultura gastronomica e della biodiversità, offrendo uno spaccato delle tradizioni locali e dell’importanza del cibo nella nostra società.

Tra le ricette che si possono trovare, spicca la Spuma di ceci neri di Cassano Murge, un piatto caratterizzato da convincenti abbinamenti di sapori. Con ingredienti come arance, zenzero, fiori di calendula e mandorle di Toritto, questa preparazione non solo è per il palato, ma arricchisce anche il valore nutrizionale del pasto. Non si tratta solo di una gustosa pietanza, ma di un’opportunità per far conoscere e apprezzare due presidi Slow Food. Il cece nero della Murgia Carsica e la mandorla di Toritto raccontano storie di tradizione e rispetto per l’ambiente, rendendo questo piatto un simbolo di sostenibilità.

Emilia D’Urso e la Masseria Storica Pilapalucci

A presentare la ricetta è Emilia D’Urso, avvocatessa con una solida formazione accademica in Economia e Ecologia. La sua esperienza si riflette nel suo impegno all’interno della Masseria Storica Pilapalucci, un antico complesso agricolo che ha radici nella storia e nella tradizione. Qui, l’architettura rurale e le pratiche agricole sostenibili si coniugano per dare vita a un progetto rispettoso dell’ambiente e delle risorse locali.

La Masseria non è solo un luogo di produzione, ma un centro di educazione alla sostenibilità, dove si promuovono pratiche agricole biologiche in armonia con la natura. Emilia D’Urso è anche la fondatrice del Presidio Slow Food “Mandorla di Toritto”, dove si lavora per difendere una varietà di mandorla particolarmente adatta per terreni difficili e gestita senza l’uso di prodotti chimici. Questo tipo di mandorla rappresenta un legame profondo con il territorio, garantendo la continuità di tecniche di coltivazione tradizionali che rispondono ai principi di un’agricoltura sostenibile.

Il cece nero della Murgia Carsica

Il cece nero della Murgia Carsica si distingue per le sue caratteristiche uniche. Questa varietà, meno conosciuta rispetto ad altre, ha una forma simile a un chicco di mais e una buccia irregolare e rugosa. Ricco di fibre e ferro, il cece nero ha un sapore che si sposa perfettamente con diversi piatti, inoltre, le sue qualità nutrizionali lo rendono un alimento di grande valore, in grado di soddisfare le esigenze di salute di chi lo consuma.

Tuttavia, la sua diffusione è limitata, e spesso non trova spazio nei mercati tradizionali. Il tempo di ammollo e cottura più lungo rispetto ad altre varietà di cece è uno degli ostacoli alla sua commercializzazione. Nonostante ciò, chi lo prova scopre spesso un sapore inconfondibile, facilmente riconoscibile e apprezzato per il suo aroma erbaceo e la sua consistenza. Può essere gustato in cucina in una varietà di modi, da zuppe a primi piatti che ne esaltano la versatilità.

La ricetta di Spuma di ceci neri di Cassano Murge

Per preparare la Spuma di ceci neri di Cassano Murge con arance, zenzero, fiori di calendula e mandorle, sono necessari i seguenti ingredienti:

  • 200 gr di ceci neri della Murgia Carsica
  • 40 gr di farro ammollato per 24 ore
  • 100 gr di trito misto di sedano, carote, sponsale e aglio
  • 1 foglia di alloro
  • 2 foglie di salvia
  • Olio extravergine di oliva
  • Sale
  • Radice di zenzero
  • 2 arance
  • 2 cucchiai di mandorle di Toritto

Il procedimento inizia con l’ammollo dei ceci e del farro in acqua fredda per 24 ore. Si portano a bollore insieme al farro in abbondante acqua, aggiungendo il trito di ortaggi e le erbe aromatiche. Dopo la cottura, si frullano gli ingredienti con olio extravergine fino a ottenere una crema. Nel frattempo, si prepara una riduzione di arance e zenzero per guarnire il piatto. Infine, si serve la spuma accompagnata da mandorle tostate e tritate.

La ricetta non solo esalta il sapore del cece nero, ma incoraggia anche una riflessione più ampia sull’importanza di pratiche agricole sostenibili e il valore delle tradizioni culinarie locali.

La riscoperta del patrimonio agroalimentare

In un’epoca dove la sostenibilità è più che mai al centro del dibattito, iniziative come quelle presentate da Slow Food hanno un valore inestimabile. Riscoprire e promuovere legumi e varietà autoctone non è solo un invito a riflettere sull’alimentazione, ma anche un modo per conservare e valorizzare il patrimonio agroalimentare del nostro Paese. La cultura del cibo è strettamente legata al rispetto dell’ambiente e ha un ruolo essenziale nella costruzione di relazioni tra uomini e terre, nel garantire un futuro più sostenibile per le prossime generazioni.

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