La regione Emilia-Romagna si trova a fare i conti con un disavanzo di 378 milioni di euro, dato che ha acceso un dibattito politico e sociale sulle scelte di bilancio e sulla gestione della sanità pubblica. Nel 2025, il Fondo Sanitario Nazionale ha superato i 136 miliardi di euro, con risorse supplementari derivanti dal Pnrr e dagli Accordi di Coesione allocate proprio alla sanità regionale. Nonostante ciò, emergono segnali di difficoltà strutturali e contestazioni durissime da parte dell’opposizione regionale e di esperti locali.
Il bilancio regionale tra sanità e risorse non sfruttate
Il dato più evidente riguarda i soldi già stanziati e mai incassati: negli ultimi cinque anni la Regione Emilia-Romagna ha perso oltre 60 milioni di euro in ticket sanitari non riscossi, di cui quasi 21 milioni solo nel 2024. Queste cifre addensano dubbi sulla capacità di recuperare fondi essenziali per il sistema sanitario. Nel contempo si registra una riduzione progressiva dei servizi. Diverse strutture ospedaliere e punti nascita hanno chiuso i battenti, causando disagio tra la popolazione. Non a caso si è introdotto un nuovo ticket farmaceutico da 2,20 euro a confezione, impatto pesante per anziani e famiglie con redditi bassi, che già devono fare i conti con un accesso sempre più complicato alle cure.
Fondo sanitario nazionale e difficoltà gestionali
L’esempio del Fondo Sanitario Nazionale, salito a 136,5 miliardi, dovrebbe offrire un margine di manovra significativo. Eppure la gestione regionale non sembra riuscire a tradurre queste risorse in servizi stabili ed accessibili. Anche la destinazione di oltre 2 miliardi di euro per la sanità locale, tra Pnrr e Accordi di Coesione, non ha evitato un quadro di sprechi e inefficienze che pesano sulla collettività.
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I centri di assistenza urgenza: spesa elevata e risultati deludenti
Un capitolo a parte riguarda i Centri di Assistenza Urgenza . Nati con l’obiettivo di alleggerire il carico dei Pronto Soccorso, questi centri hanno comportato investimenti consistenti: solo nel 2024 sono stati spesi più di 35 milioni di euro per attivarli e mantenerli attivi in tutta la regione. Nonostante questo, il servizio non sembra rispondere alle necessità e alle aspettative degli utenti.
Il caso del cau navile a bologna
Il caso più emblematico si riscontra al Cau Navile di Bologna. Qui, il servizio notturno è stato ridotto a un solo medico senza supporto di équipe, una situazione che mette in luce l’incongruenza tra spese sostenute e qualità effettiva dell’assistenza offerta. Questi dati riflettono una certa difficoltà organizzativa e le contraddizioni di un sistema che teoricamente dovrebbe migliorare il supporto emergenziale ma, all’atto pratico, rischia soltanto di indebolirlo.
Carenza di personale medico e pressione sul sistema sanitario
La questione personale azzoppata l’intero sistema sanitario regionale. La carenza di medici si fa sentire in maniera evidente: mancano all’appello 1.441 medici di base e 118 medici specializzati in emergenza. Questa situazione è collegata anche all’aumento delle dimissioni, dovute ai carichi di lavoro pesanti e a condizioni professionali poco sostenibili.
La regione non ha ancora pubblicato un piano di assunzioni né bandi finalizzati a recuperare queste posizioni strategiche. Il personale medico, invece, continua a sottoporsi a pressioni che ne deteriorano la capacità di lavoro, provocando un esodo lento ma costante verso altri contesti o verso la pensione. “Eppure offre proprio il personale il cuore pulsante del sistema sanitario, necessario per mantenere una sanità pubblica efficiente e riattivare servizi chiusi e ridotti.”
Oltre la sanità: il rallentamento economico e i problemi del settore agricolo
La situazione negli altri settori della regione non è più rosea. Nei primi mesi del 2025 la Regione ha previsto una crescita del Pil dello 0,7%. Bankitalia, tuttavia, mostra dati meno ottimistici, indicando un aumento dello 0,4%. Nel campo agricolo le difficoltà si fanno ancora più marcate. Fenomeni come alluvioni e siccità, insieme al rincaro dei costi, hanno messo in ginocchio molte imprese, che sembrano ricevere risorse insufficienti: solo 2,5 milioni di euro destinati proprio per affrontare queste emergenze climatiche ed economiche.
Infrastrutture e situazione economica
Le infrastrutture pubbliche restano bloccate in uno stato di stallo, mentre le questioni strutturali continuano a compromettere la vita quotidiana di imprese e cittadini. La narrazione costruita attorno a una regione modello e virtuosa mostra crepe significative, con segnali concreti di difficoltà su più fronti insieme.
In questo contesto, le discussioni politiche e le tensioni sociali si fanno sempre più controverse. La situazione finanziaria e gestionale dell’Emilia-Romagna rimane al centro del dibattito regionale e nazionale, in attesa di sviluppo e scelte concrete per affrontare una crisi che appare ben più profonda del solo deficit contabile.