Il delitto di Piersanti Mattarella: riaperta l’indagine con un docufilm in arrivo

Il delitto di Piersanti Mattarella: riaperta l’indagine con un docufilm in arrivo

Il docufilm “Magma. Mattarella, il delitto perfetto” esplora l’omicidio di Piersanti Mattarella, presidente siciliano, rivelando la sua importanza politica e i misteri irrisolti a quarantacinque anni dalla tragedia.
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Il delitto di Piersanti Mattarella: riaperta l’indagine con un docufilm in arrivo - Gaeta.it

L’anniversario della tragica morte di Piersanti Mattarella, presidente della Regione Siciliana e fratello del capo dello Stato, riporta l’attenzione su un caso che, a quarantacinque anni di distanza, continua a sollevare interrogativi irrisolti. Il docufilm “Magma. Mattarella, il delitto perfetto” di Giorgia Furlan promette di offrire nuovi spunti sull’omicidio avvenuto nel gennaio 1980, in quello che è considerato uno dei crimini più gravi della storia italiana dopo l’assassinio di Aldo Moro. La pellicola si concentra sull’importanza politica di Mattarella, seguendo il suo impegno per il rinnovamento e l’apertura al PCI in un contesto storico difficile.

Un docufilm in arrivo

Il docufilm prodotto da Mauro Parissone per 42° Parallelo e co-prodotto da Antonio Campo dell’Orto e Ferruccio De Bortoli sarà presentato all’anteprima nazionale il 9 gennaio 2025 al cinema Moderno di Roma. Inoltre, il film verrà proiettato in una speciale presentazione a Bologna presso il cinema Modernissimo. Questa iniziativa non solo riporta alla luce la figura di Piersanti Mattarella, ma permette un’analisi approfondita del contesto politico e sociale dell’epoca, evidenziando gli spostamenti nei poteri e nelle alleanze, che caratterizzarono quel periodo turbolento per l’Italia.

La politica al tempo di Mattarella

Alla luce degli avvenimenti degli anni ‘80, l’operato di Piersanti Mattarella emerge come un tentativo serio di cambiare le dinamiche della Sicilia, segnando una distensione con il PCI e ponendo attenzione sulle problematiche legate alla mafia. Mattarella si trovava a capo di un governo siciliano con il compito di affrontare non solo la questione mafiosa, ma anche il sistema di connivenze che permeava gli apparati statali. I suoi sforzi, analoghi a quelli di Aldo Moro a livello nazionale, si scontrarono con gli interessi di una mafia radicata e di potenti gruppi economici, creando una situazione di conflitto aperto. Le sue conversazioni riservate con figure chiave, come il ministro Virginio Rognoni, mettono in luce la consapevolezza del rischio che correva, un elemento che riemerge con forza nel docufilm.

Testimonianze e ricostruzione degli eventi

Il documentario si arricchisce di testimonianze significative, incluse quelle del giornalista Attilio Bolzoni, del sociologo Pino Arlacchi, e delle figure politico-istituzionali come Rosy Bindi e Luciano Violante, ex presidenti della Commissione Antimafia. Queste voci raccontano non solo la complessità della situazione di quegli anni, ma anche come l’omicidio di Mattarella ha messo in evidenza le ferite aperte di una società in crisi. La testimonianza drammatica di Letizia Battaglia, che immortalò il momento in cui il presidente cercava di soccorrere il fratello ferito, aggiunge ulteriore profondità emotiva all’intera narrazione.

L’inchiesta e le responsabilità

Malgrado le indagini condotte, i mandanti e le modalità dell’omicidio restano in gran parte avvolti nel mistero. L’inchiesta ha accertato soltanto le responsabilità di alcuni boss mafiosi, escludendo altre teorie che collegavano il caso a gruppi politici o terroristi. Giusva Fioravanti, indicato nel corso delle indagini, è stato scagionato, lasciando aperta la questione sulle vere motivazioni dietro l’omicidio di Mattarella. Questo scenario complesso, dotato di molteplici sfaccettature, viene analizzato dal docufilm, riportando in primo piano un crimine che ha segnato profondamente non solo la Sicilia, ma l’intera nazione.

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