Nel cuore del basso Lazio, lungo l’antica via Appia, il castello di Itri si erge maestoso sul pendio di una collina rocciosa, sorvegliando da secoli il borgo sottostante. La sua architettura medievale, le torri in pietra viva, i camminamenti interni e la posizione panoramica lo rendono una delle testimonianze fortificate più suggestive dell’intera area dei monti Aurunci. Un luogo dove ogni muro racconta frammenti di storie passate, tra assedi, cavalieri e antiche alleanze.
Costruito probabilmente tra il X e l’XI secolo, il castello si sviluppa attorno a una torre di guardia centrale, ampliata nel tempo fino a trasformare la struttura in una vera e propria roccaforte. In origine fu un punto strategico per il controllo del traffico lungo la via Appia, in un’epoca in cui la difesa del territorio era vitale per la sopravvivenza dei borghi arroccati. Gli interventi successivi dei Normanni e poi degli Svevi ne consolidarono l’impianto militare, senza intaccarne la coerenza stilistica.
Un viaggio nel tempo tra mura antiche e scorci incantati
Passeggiare all’interno del castello significa attraversare secoli di storia. Gli archi in pietra, le scalinate ripide e i resti delle cisterne raccontano un passato segnato dalla guerra, ma anche dalla vita quotidiana dei signori locali e della popolazione che vi cercava rifugio. Oggi l’intera struttura è perfettamente visitabile, grazie a un importante lavoro di restauro che ha riportato alla luce ambienti nascosti, affreschi deteriorati e dettagli architettonici dimenticati.
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Dal punto più alto del castello si può godere di una vista unica sul golfo di Gaeta e sulle campagne itrane. Lo sguardo corre tra uliveti, colline e scorci del Tirreno, in un paesaggio sospeso nel tempo. Nei mesi estivi, il castello si anima con eventi culturali, rievocazioni storiche e spettacoli teatrali che riportano in vita le sue antiche atmosfere.
Tra le leggende che ancora circolano, ce n’è una in particolare che affascina abitanti e visitatori: quella della dama del castello, una figura misteriosa che si aggirerebbe tra le stanze alla ricerca di un amore perduto. Alcuni giurano di averne percepito la presenza durante le notti di luna piena, quando il silenzio della pietra sembra raccontare più di mille parole.