Il caso della sposa bambina: violenza sessuale e matrimonio forzato al centro del processo a latina

Il caso della sposa bambina: violenza sessuale e matrimonio forzato al centro del processo a latina

Il processo a Latina coinvolge le famiglie di una ragazzina di 12 anni e un ragazzo minorenne per violenza sessuale, matrimonio forzato rom e mancata protezione; la giovane ora è seguita dai servizi sociali.
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Una vicenda di violenza sessuale su una ragazzina di 12 anni, costretta a un matrimonio tradizionale rom e madre a 14 anni, arriva in tribunale; i genitori sono accusati di mancata protezione, mentre la ragazza è seguita dai servizi sociali. - Gaeta.it

Una storia di violenza e soprusi che riguarda una ragazzina di 12 anni arriva in tribunale. Il processo, fissato per il primo luglio davanti al giudice Claudia Cortegiano, coinvolge i genitori di entrambi i minori al centro della vicenda. Accuse di violenza sessuale e mancata protezione emergono in una vicenda che ha suscitato particolare attenzione per la delicatezza dei fatti e la giovane età delle persone coinvolte.

Dettagli del procedimento penale e le accuse rivolte alle famiglie

La prima udienza preliminare è stata fissata in tribunale a latina mentre si definiscono i capi d’accusa nei confronti delle due famiglie. I genitori della bambina e del ragazzo, quest’ultimo minorenne pure lui al momento degli eventi nel giugno 2021, devono rispondere dell’accusa di violenza sessuale su minorenne. La contestazione riguarda il fatto di non aver impedito che i figli avessero rapporti sessuali ripetuti che hanno portato a gravidanze interrotte.

Non si tratta solo di omissione di vigilanza, ma di un quadro più grave, perché i rapporti sarebbero avvenuti all’interno di una convivenza forzata e di un matrimonio celebrato secondo usanze tradizionali rom, non riconosciute dallo Stato. Il procedimento penale prende così forma a partire da queste accuse e definisce un contesto che mescola situazioni di sfruttamento, controllo familiare e violenza.

Ricostruzione degli eventi e risvolti emersi dalle indagini

Le indagini hanno avuto inizio dopo l’arresto nel settembre 2020 di un uomo a roma per evasione dai domiciliari. L’uomo era stato intercettato mentre cercava droga nella zona di campo boario. Le intercettazioni telefoniche e ambientali seguite a questo arresto sono state fondamentali per scoprire la vicenda della bambina di 12 anni. Quella che sembrava una semplice operazione di polizia ha portato alla luce una situazione ben più grave e complessa.

L’accusa è che la ragazzina sia rimasta incinta due volte in così giovane età. La prima gravidanza si sarebbe conclusa con un aborto spontaneo, ma dopo poco è seguita una seconda gravidanza, non andata bene. Tra questi eventi la giovane è stata costretta a sposarsi. Il matrimonio si sarebbe svolto in grande stile, con oltre cento invitati, secondo tradizioni rom che implicano il coinvolgimento della comunità e delle famiglie.

Condizioni attuali della ragazza e interventi sociali sul territorio

Attualmente la ragazza, diventata mamma a soli 14 anni, vive in un luogo protetto con la figlia. I servizi sociali del comune di latina la seguono con attenzione, assegnandole un educatore dedicato che sostiene il suo percorso di crescita e recupero. La giovane ha ripreso gli studi ed è riuscita a completare la scuola media, un passo importante per la sua autonomia futura.

Il tribunale dei minori di roma ha designato un tutore legale per vigilare sul suo benessere e su quello della bambina, garantendo un monitoraggio costante. Parallelamente, il comune di latina ha dichiarato l’intenzione di costituirsi parte civile nel processo in programma dal primo luglio. Il percorso giudiziario segue quindi una strada parallela a quella dell’assistenza sociale, per dare tutela e voce ai diritti della ragazza.

«Un caso che evidenzia la necessità di interventi tempestivi per difendere i minori da situazioni di sfruttamento e violenza», commentano gli operatori impegnati nel sostegno alla giovane vittima.

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