I cammini della rinascita: nove percorsi a piedi per rivitalizzare l'appennino colpito dal sisma

I cammini della rinascita: nove percorsi a piedi per rivitalizzare l’appennino colpito dal sisma

Il turismo lento rilancia l’Appennino centrale colpito dai terremoti, valorizzando nove cammini tra natura, storia e cultura per attrarre camminatori e sostenere lo sviluppo locale con ospitalità diffusa.
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Il turismo lento nel centro Italia rilancia l’Appennino centrale colpito dai terremoti, valorizzando cammini storici e naturali per promuovere sviluppo sostenibile, cultura locale e ospitalità diffusa. - Gaeta.it

Il turismo lento si conferma strumento per riscoprire territori segnati dal disastro naturale, in particolare quelli colpiti dai terremoti del 2016 e 2017 nell’Appennino centrale. Nuove vie a piedi attraversano borghi e aree naturali per dare nuova vita a queste zone. Il progetto è stato presentato a Palazzo Chigi e si inserisce in un contesto dove il camminare sta diventando una scelta diffusa per scoprire l’Italia.

La rinascita del centro italia tramite i cammini pedonali

Dopo il grave impatto dei terremoti, la ricostruzione passa anche attraverso il turismo lento. Si punta su itinerari che uniscono natura, storia e cultura per attrarre camminatori ed escursionisti, offrendo un’esperienza radicata nei luoghi. Nove cammini sono stati scelti per valorizzare l’Appennino centrale. Tra i percorsi, emergono quello francescano della Marca, la via Lauretana, e il cammino di San Benedetto, oltre a itinerari come quello delle Terre Mutate e quello di San Giuseppe da Leonessa. La scelta di questi tracciati nasce non solo dalla bellezza paesaggistica ma anche dal valore storico e religioso, conservato nelle profonde tradizioni locali.

Un sistema di cammini integrato

Questi itinerari non rappresentano percorsi isolati, ma nodi di una rete più ampia che mette insieme natura, borghi antichi e siti di interesse culturale. L’obiettivo è rilanciare un territorio che ha visto diminuire visitatori e abitanti, creando un’offerta unica che abbia al centro il camminare lento, permettendo un vero incontro tra persone e luoghi. La rinascita passa quindi dal legame costruito in questa relazione.

Numeri e trend: la crescita del turismo a piedi in italia

La crescita del turismo pedonale in Italia nel 2024 ha superato in modo significativo l’anno precedente. Secondo il dossier “Italia, Paese di cammini” a cura di Terre di mezzo, si sono contati oltre 191mila camminatori, segnando un +29% rispetto al 2023. Questo aumento rispecchia un fenomeno più ampio legato al desiderio di viaggi più sostenibili, lenti e immersi nel territorio. I cammini diventano quindi non solo itinerari di passaggio, ma opportunità di sviluppo locale, soprattutto in aree meno frequentate e lontane dalle rotte turistiche tradizionali.

L’attenzione crescente verso questo tipo di turismo offre un punto di forza per i territori dell’Appennino, vittime di un turismo ridotto e di spopolamento. La sfida è creare una rete di servizi adeguati che risponda alle esigenze dei visitatori, garantendo qualità nell’accoglienza e il rispetto dell’ambiente. Questa domanda in crescita indica che il momento è favorevole per investire su questi cammini.

I luoghi simbolo e le infrastrutture che valorizzano i cammini

I percorsi attraversano punti di interesse culturale e naturalistico che vanno dal ponte tibetano di Sellano, punto panoramico e attraversamento suggestivo, alla ciclopedonale che segue il corso del fiume Nera. Ferentillo, con il suo Museo delle mummie, rappresenta un’attrazione unica nel suo genere, capace di unire storia e mistero. Le gole del Velino completano il quadro, offrendo scenari naturalistici rigogliosi.

Posti letto e ospitalità diffusa

Lungo questi nove cammini sono stati individuati circa 70 punti tappa, dove però oggi la disponibilità di posti letto risulta insufficiente. Il commissario straordinario per il sisma 2016, Guido Castelli, ha annunciato che si sta lavorando per sviluppare una rete di ospitalità diffusa. L’obiettivo è supportare un turismo che si basi su una permanenza più lunga e significativa nei borghi, favorendo l’economia locale e incentivando la cura del territorio.

Il supporto istituzionale, tra ministri e commissari, si concentra sulla coesione tra camminatori e comunità. Si punta a creare un circuito integrato di accoglienza e servizi, rispettando la specificità dei luoghi e il vissuto delle popolazioni colpite dal sisma.

L’identità territoriale e il turismo come occasione di rilancio

Il turismo lento non riguarda solo il viaggio in sé, ma soprattutto il rapporto che si sviluppa tra chi cammina e lo spazio attraversato. La ministra del Turismo, Daniela Santanchè, ha sottolineato l’importanza del legame tra persone e territorio, fondamento di un senso di appartenenza forte in questa area.

Le zone dell’Appennino centrale soffrono da anni un fenomeno definito “undertourism”, cioè una scarsa presenza turistica che rischia di provocare isolamento economico e sociale. I cammini rappresentano uno strumento per interrompere questa tendenza, proponendo un’esperienza che valorizza il patrimonio culturale e paesaggistico in modo sostenibile.

Un turismo che fa conoscere e conserva

Lungo i percorsi si incoraggia un turismo che regala conoscenza e approfondimento delle tradizioni locali, contribuendo al risveglio dell’economia e alla conservazione del patrimonio. Il progetto resta focalizzato sul rispetto del paesaggio e sulla vivibilità stabile dei piccoli borghi che sorgono nelle aree interessate.

Questa iniziativa si inserisce in un quadro più ampio di valorizzazione delle aree interne italiane, dove camminare si trasforma in un gesto capace di restituire valore sociale ed economico a luoghi segnati dalla sofferenza. Le nuove vie sull’Appennino centrale sembrano pronte per attirare visitatori in cerca di percorsi autentici e di esperienze profonde.

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