Gli Stati Uniti hanno ufficialmente respinto le nuove norme sulla prevenzione delle pandemie varate dall’Organizzazione mondiale della sanità nel 2024. La decisione arriva in un momento di alta tensione tra Washington e l’agenzia sanitaria globale, dopo un anno segnato da un alto numero di morti causate dal Covid-19 nel paese. L’amministrazione guidata da Donald Trump e dal ministro della Sanità Robert Kennedy jr ha motivato la scelta con la tutela della sovranità nazionale, aprendo un nuovo capitolo di scontro sulle modalità di gestione sanitaria internazionale.
Le motivazioni ufficiali della casa bianca contro il regolamento pandemico 2024
La Casa Bianca, attraverso una dichiarazione firmata dal segretario di Stato Marco Rubio e dal ministro della Sanità Robert Kennedy jr, ha sottolineato il rischio che il regolamento approvato dall’Oms limiti l’autonomia americana nella definizione delle proprie politiche sanitarie. Nel comunicato, i due esponenti evidenziano come tali norme possano compromettere “il diritto sovrano ad elaborare la nostra politica sanitaria”, ponendo gli americani al centro di ogni decisione. Lamentele precise riguardano questioni delicate quali la libertà di espressione e la vita privata, con il governo che si oppone a qualunque forma di intervento internazionale ritenuto invasivo per i diritti individuali.
Aggiornamenti al regolamento sanitario internazionale del 2024
Questi emendamenti, entrati in vigore nel 2024 come aggiornamento al Regolamento sanitario internazionale, introducono per la prima volta il concetto di “urgenza pandemica” e promuovono un approccio basato sulla solidarietà e sull’equità tra le nazioni aderenti. Washington ha quindi bocciato apertamente non solo i contenuti tecnici del testo, ma anche il principio stesso di una maggiore coordinazione globale obbligatoria in materia di crisi sanitarie.
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Il ruolo di robert kennedy jr e le implicazioni politiche dell’opposizione americana
Robert Kennedy jr, noto per la sua posizione critica verso i vaccini e le strategie sanitarie internazionali, pesa molto nella linea adottata dall’amministrazione statunitense. Il suo incarico come ministro della Sanità è stato sinonimo di scelte che privilegiano la sovranità nazionale e mettono in discussione i protocolli condivisi a livello mondiale. La decisione di rigettare gli emendamenti dell’Oms appare coerente con le posizioni di Kennedy jr, che da tempo manifesta diffidenza verso le campagne vaccinali e le restrizioni sanitarie globali.
Isolarsi dal sistema sanitario globale
Il rifiuto si inserisce in un quadro più ampio di distacco degli Stati Uniti dalle organizzazioni internazionali, culminato con la fuoriuscita ufficiale dall’Oms nel 2025, dopo l’annuncio di Donald Trump. Questa scelta non solo ostacola la partecipazione americana alle decisioni collettive, ma crea un precedente nel modo in cui i paesi gestiscono le emergenze sanitarie globali. Le autorità federali hanno inoltre precisato che, nonostante l’uscita, il Paese riteneva comunque vincolanti le regole dell’Oms, posizione ora revocata.
L’opposizione alle norme organiche del regolamento e le conseguenze per il sistema sanitario usa
Il regolamento sanitario internazionale aggiornato si concentra su principi secondo cui ogni membro dovrebbe collaborare per contenere le crisi infettive con tempestività e metodi uniformi. Elementi come la “solidarietà” e “l’equità” mirano a ridurre le disparità tra nazioni più o meno attrezzate nel fronteggiare pandemie. Il concetto di “urgenza pandemica” invece vuole garantire risposte rapide e coordinate, evitando ritardi nella comunicazione e nel contenimento.
Timori e fragilità del sistema interno
Negli Stati Uniti, questi principi sono stati interpretati come un ingerenza nella gestione interna delle emergenze, suscitando timori per la perdita di controllo delle misure sanitarie. La scelta di boicottare il regolamento rischia di isolare il paese rispetto agli standard sanitari internazionali, creando difficoltà nella cooperazione e nella gestione di future epidemie. Inoltre, la posizione si inserisce in un clima di sfiducia verso le istituzioni globali e le politiche vaccinali, rendendo ancora più fragile il sistema di prevenzione nazionale.
Le tensioni con l’Oms riflettono un dibattito aperto su come equilibrare la sovranità nazionale con la necessità di risposte coordinate a minacce che non conoscono confini. Gli effetti di queste controversie saranno osservati con attenzione nei prossimi anni, specie se dovessero manifestarsi nuove emergenze sanitarie.