Gli Stati Uniti hanno annunciato lo slittamento al 7 agosto dell’entrata in vigore dei nuovi dazi che colpiranno l’Unione europea con un incremento tariffario del 15%. Questo rinvio, comunicato da fonti ufficiali statunitensi, serve a concedere più tempo per adeguare la regolamentazione e le procedure legate all’applicazione delle tariffe, originariamente previste per il 1° agosto. Il provvedimento interessa decine di Paesi e ha suscitato attenzione per la rilevanza delle economie coinvolte e le ricadute commerciali che ne deriveranno.
Il calendario dei nuovi dazi e la disciplina tariffaria prevista
L’amministrazione statunitense aveva programmato l’entrata in vigore di nuove tariffe su un elenco di circa 70 nazioni, inclusa l’Unione europea, a partire dal 1° agosto 2025. Tra i Paesi colpiti si trovano il Regno Unito, la Svizzera, il Giappone e vari altri. Per queste nazioni, la tariffa fissata ammonta generalmente al 15% sulle importazioni selezionate. Coloro che non figurano nella lista ufficiale, invece, saranno soggetti a un dazio standard del 10%, con l’obiettivo di tutelare il mercato interno americano rispetto alla concorrenza estera.
La decisione di posticipare l’applicazione delle nuove tariffe mira a garantire un’implementazione più ordinata e a dare alle imprese e alle autorità di regolazione il tempo di adattarsi alle nuove condizioni commerciali. I dettagli su quali prodotti saranno più colpiti continuano a essere oggetto di analisi da parte degli operatori economici.
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Diversa è la situazione per il Canada, considerato un caso a parte. Donald Trump, che ha firmato l’ordine esecutivo sull’aumento di questo dazio, ha fissato un incremento dal 25% al 35%, misura già entrata in vigore dal 1° agosto 2025. “Questa escalation è legata a ragioni di sicurezza nazionale, in particolare alla percepita insufficienza di misure da parte del Canada per contrastare il traffico di droga lungo il confine condiviso.”
La scelta di intensificare i dazi contro il vicino nordamericano rappresenta un passo netto nell’ambito delle relazioni bilaterali Usa-Canada. Essa riflette un diverso approccio rispetto al resto del mondo, in cui invece sono stati concessi tempi più lunghi per la transizione alle nuove tariffe.
Accordo commerciale tra ue e stati uniti nel contesto dei dazi
Nel fine settimana precedente all’annuncio dei dazi, l’Unione europea ha ufficializzato un’intesa con gli Stati Uniti che ha evitato l’applicazione di dazi più pesanti, che avrebbero potuto arrivare fino al 30%. Il patto prevede un dazio base del 15% per esportazioni europee verso gli Usa, includendo settori come l’automotive, i semiconduttori e i farmaci.
Cooperazione e tensioni nel commercio transatlantico
Questo accordo sancisce anche l’impegno bilaterale a negoziare in futuro ulteriori riduzioni tariffarie su altri prodotti, creando così un quadro di riferimento per la cooperazione commerciale. La scelta dell’Ue ha sollevato discussioni al suo interno, con leader di alcuni paesi che hanno espresso perplessità sulla posizione giudicata troppo favorevole agli Stati Uniti rispetto a un confronto più equilibrato.
In questo contesto, la partita commerciale tra America ed Europa appare complessa, con segnali di collaborazione ma anche significative tensioni legate a interessi economici e strategici nazionali. L’avvio dei nuovi dazi si inserisce proprio in questa dinamica e attende di vedere le ripercussioni nelle prossime settimane.