La International Association of Genocide Scholars , gruppo accademico fondato nel 1994 per lo studio del genocidio, si è ritrovata al centro di una polemica che ne mette in discussione la serietà scientifica e la credibilità. La scoperta di iscritti fittizi e la facile ammissione di membri con un semplice pagamento di 30 dollari hanno alimentato una crisi reputazionale, proprio nell’anno in cui la IAGS ha accusato Israele di genocidio nelle sue operazioni a Gaza.
La iags: storia e missione di un’associazione internazionale
La IAGS è stata istituita nel ’94 da un gruppo di studiosi che cercavano di rendere il genocidio un campo di ricerca rigoroso e interdisciplinare, coinvolgendo storici, giuristi, sociologi e esperti di diritti umani. L’intento era combattere il negazionismo, favorire scambi internazionali e consolidare conoscenze scientifiche attorno a tragedie come quelli in Ruanda, Bosnia e Myanmar.
Col tempo, l’organizzazione ha raccolto oltre 600 iscritti in tutto il mondo, proponendo conferenze e pubblicazioni spesso considerate punto di riferimento nel settore. Il lavoro accademico della IAGS ha inciso sulle discussioni pubbliche riguardo a diversi casi di genocidio, cercando di fare luce su evidenze e responsabilità.
Negli ultimi anni, più di un osservatore ha notato una perdita di autorevolezza nell’associazione, con accuse di schieramenti politici che hanno superato il rigore scientifico. La tensione tra posizione accademica e volontà di condanna politica è diventata evidente, provocando fratture all’interno del gruppo.
La risoluzione sul conflitto israelo-palestinese e le reazioni contrastanti
Tra il 2023 e il 2025, in seguito agli attacchi del 7 ottobre e alle azioni militari israeliane nella striscia di Gaza, la IAGS ha emesso una serie di dichiarazioni. L’ultima, rilasciata nella settimana precedente, ha indicato che l’86% dei suoi membri considera le azioni di Israele un genocidio secondo le Nazioni Unite.
Questa dichiarazione ha avuto immediata risonanza mediatica e politica. Hamas ha diffuso con entusiasmo la risoluzione, mentre in Israele è stata definita dal ministero degli Esteri come “deprecabile”. Il contrasto si è accentuato anche nel dibattito pubblico globale, coinvolgendo schieramenti politici e istituzioni internazionali.
La presa di posizione della IAGS ha sollevato critiche riguardo a eventuali interpretazioni non equilibrate del conflitto, soprattutto considerando la complessità e le numerose violazioni da entrambe le parti coinvolte. Israele, ad esempio, respinge qualsiasi accusa di genocidio e sottolinea i crimini compiuti da Hamas, incluso il tentativo di genocidio contro la popolazione ebraica.
La scoperta del giornalista Eitan Fischberger: iscritti fittizi e costo simbolico dell’adesione
Il giornalista israeliano Eitan Fischberger ha scoperchiato un aspetto finora sottovalutato della IAGS. Attraverso un’indagine personale, ha rivelato che per divenire membri basta pagare una quota di 30 dollari, senza alcun controllo sui credenziali accademici o sulle pubblicazioni scientifiche. Non è richiesta alcuna verifica o un curriculum che dimostri esperienza nel campo degli studi sul genocidio.
Tra i profili accettati nell’associazione sono spuntati nomi paradossali e satirici, come il “Hitler di Palestina”, il personaggio fittizio dell’imperatore Palpatine di Star Wars e persino il pupazzo “Cookie Monster”. Fischberger stesso, dopo aver aderito per mettere alla prova il sistema, ha visto disattivato il suo account, mentre la IAGS ha chiuso le pagine dedicate ai membri e sospeso la presenza sui social.
Questo accade proprio nel momento in cui l’associazione assume una posizione forte su uno dei conflitti più controversi a livello internazionale, alimentando dubbi sulla validità scientifica della sua rappresentanza.
Impatti e riflessi sulla credibilità dell’associazione e sul dibattito internazionale
La vicenda ha preso rapidamente una dimensione globale, amplificando i dibattiti circa il ruolo e il peso delle organizzazioni accademiche che si occupano di diritti umani e genocidio. Oltre alla criticità interna, segnala un problema più ampio di affidabilità e rigore nelle dichiarazioni pubbliche.
Negli Stati Uniti, ad esempio, il Dipartimento di Stato ha manifestato preoccupazione per un possibile uso delle organizzazioni accademiche a scopi politici. Figures come Donald Trump e il senatore Marco Rubio hanno denunciato quella che definiscono una deriva ideologica di alcuni enti.
Da un punto di vista accademico, Shany Mor, professore alla Reichman University, ha sottolineato che i problemi emersi sono frutto di due anni segnati da ricerche poco attente e da “gerrymandering concettuale”. Questa espressione indica modifiche ad hoc nei confini dei concetti usati, con un lavoro che inquina la solidità metodologica dell’intero settore.
Le rivelazioni di Fischberger intaccano non solo la reputazione della IAGS ma anche la discussione più ampia sull’interpretazione degli eventi nella guerra di Gaza, dove accuse di genocidio non dovrebbero essere prese alla leggera né strumentalizzate.
Il futuro dell’associazione e il peso delle sue prese di posizione resteranno sotto osservazione nei prossimi mesi, mentre il conflitto israelo-palestinese continua ad alimentare tensioni e controversie in campo politico e culturale.