In Europa la coltivazione dei funghi sta assumendo un ruolo importante non solo per la sua versatilità in cucina e i benefici nutrizionali, ma anche per l’attenzione crescente verso pratiche sostenibili. Il settore si concentra su processi produttivi e imballaggi che riducono l’impatto ambientale, promuovendo al tempo stesso l’occupazione nelle aree rurali. La domanda e il consumo di funghi freschi aumentano grazie a queste caratteristiche ambientali e sociali riconosciute dai consumatori.
Ricerca e sviluppo per nuove tecniche di coltivazione sostenibile
In diversi paesi europei, università, enti pubblici e produttori stanno conducendo progetti per rendere la produzione dei funghi più sostenibile. Questi studi toccano vari aspetti, come la riduzione degli sprechi, la lotta contro le malattie fungine e la ricerca di substrati di coltivazione alternativi. Per esempio, nella coltivazione del pleurotus si sperimentano materie prime nuove come cotone, miscanto e arundo, per sostituire la tradizionale paglia di grano duro usata nel compost. Questo permette di diversificare le risorse e può favorire una produzione meno dipendente da materiali agricoli convenzionali.
Valorizzazione dei residui e gestione rifiuti
Altre linee di ricerca puntano al riutilizzo dei residui di funghi come materie prime per prodotti farmaceutici, dando valore ai sottoprodotti di coltura. Contemporaneamente, si lavora sulla gestione dei rifiuti plastici impiegati nel settore, cercando miglioramenti per il riciclo e per l’utilizzo di materiali meno impattanti. Questi studi coinvolgono spesso partenariati pubblico-privati che mirano a sviluppare un’intera filiera più responsabile, con effetti positivi sull’ambiente.
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Caratteristiche del processo produttivo attuale
Il metodo di coltivazione più diffuso in Europa parte da una miscela di paglia, gesso e sostanze organiche fermentate e pastorizzate per creare il terreno ideale. Il micelio viene inoculato in questo substrato che viene incubato in ambienti controllati in termini di temperatura e umidità. Dopo un rivestimento di torba e calce, il terreno mantiene l’umidità necessaria e consente la crescita in volate dei funghi, raccolti nel giro di quattro settimane.
Questo sistema si distingue per un consumo di acqua ed energia limitato, con un’impronta di carbonio contenuta. Utilizza principalmente materiali di scarto agricolo, difficili da reimpiegare in altro modo. Inoltre, la resa è alta: la produzione tocca i 25-30 chili per metro quadro. La superficie agricola necessaria per la coltivazione rimane quindi ridotta, limitando conversioni di terreno e sfruttamento eccessivo.
Ruolo occupazionale e stabilità dei prezzi
La fungicoltura genera lavoro diretto per 40 mila persone in Europa, concentrate in zone rurali spesso svantaggiate. Conta oggi circa 2.900 produttori. Nonostante la crisi economica e l’aumento dei costi in altri comparti agricoli, i prezzi di vendita si sono mantenuti stabili, intorno ai 3 euro al chilo per i rivenditori e ristoratori, sostenendo la filiera.
Imballaggi e loro ruolo nella conservazione e riciclo
Un elemento cruciale della sostenibilità riguarda gli imballaggi con cui si vendono i funghi freschi al dettaglio. Circa il 70% dei prodotti arriva così ai consumatori. I vassoi sono realizzati in gran parte con materiali riciclati e sono pensati per prolungare la durata e la freschezza del prodotto. In molti casi, anche gli imballaggi stessi sono riciclabili, permettendo di recuperare plastica e altri componenti.
Il settore ha scelto di mantenere la plastica come materiale principale per i contenitori, poiché consente una migliore conservazione e riduce gli sprechi alimentari. Lo sforzo è indirizzato a ottimizzare l’uso di plastica riciclata e a migliorare la gestione dei rifiuti provenienti dal packaging. Questa attenzione contribuisce a limitare gli impatti ambientali legati alla distribuzione e commercializzazione dei funghi.
Aumento del consumo grazie a sostenibilità e valori nutrizionali
Il consumo medio annuo di funghi coltivati nei paesi europei interessati dalla campagna si aggirava, nel 2020, attorno a 1,3 kg pro capite. Questi dati sono destinati a crescere grazie alle caratteristiche di sostenibilità e alle proprietà alimentari riconosciute. In particolare il fungo prataiolo, l’agaricus bisporus, si distingue per il basso uso di acqua, energia e per un’impronta carbonica ridotta, rispondendo alle aspettative ambientali dei consumatori moderni.
I funghi offrono vitamine, sali minerali e antiossidanti, elementi che ne aumentano il valore nutrizionale oltre che la versatilità in cucina. La combinazione di benefici ambientali e qualità alimentari favorisce una maggiore diffusione e una marginale crescita dei consumi, con prospettive di un possibile raddoppio o triplo nei prossimi anni se le iniziative sostenibili continueranno e si aggiungeranno nuovi metodi di produzione e promozione.