Funerale di Alessandro Venier ancora fermo a Gemona, attese decisioni dalla madre accusata dell’omicidio

Funerale Di Alessandro Venier

Funerale di Alessandro Venier sospeso in attesa di decisioni sulla madre accusata. - Gaeta.it

Sofia Greco

26 Agosto 2025

La tragica vicenda di Alessandro Venier, ucciso lo scorso 25 luglio dalla madre Lorena Venier e dalla compagna Maylin Castro Monsalvo, tiene ancora in sospeso la celebrazione del funerale a Gemona, in provincia di Udine. La famiglia e le autorità locali restano in attesa delle indicazioni ufficiali da parte della madre della vittima, che ha confessato il delitto e continua a detenere un ruolo centrale nelle decisioni sulla cerimonia funebre.

Il silenzio del comune di Gemona in attesa di indicazioni dalla madre dell’ucciso

Oltre un mese dopo il delitto, il Comune di Gemona non ha ancora potuto organizzare il funerale di Alessandro Venier, 35 anni. L’amministrazione comunale aspetta comunicazioni precise dalla madre Lorena Venier, la quale, a sorpresa, è proprio colei che ha confessato di aver ucciso e sezionato il corpo del figlio insieme alla compagna Maylin. Il sindaco Roberto Revelant non ha ancora ricevuto dettagli sulle tempistiche e sulle modalità per la cerimonia, che dovrebbe essere svolta secondo il rito civile. Queste informazioni giungeranno tramite l’avvocato Giovanni De Nardo, legale della donna detenuta nel carcere di Trieste. L’intera situazione si presenta come un nodo irrisolto, con le istituzioni che procedono con cautela, viste le circostanze particolari dell’omicidio.

La scelta di rimandare il funerale è collegata anche alle dimensioni emotive e legali del caso. L’amministrazione, infatti, preferisce attendere le disposizioni ufficiali da parte della famiglia, nella persona della madre, per rispettare i suoi diritti in questo momento delicato. Intanto, la comunità di Gemona resta col fiato sospeso, consapevole della drammaticità dell’accaduto e delle complessità che ne derivano sulle procedure di commiato.

Interrogatorio e confessione: la posizione di Lorena Venier nel Carcere Di Trieste

Lorena Venier è stata interrogata per oltre tre ore nel carcere di Trieste, struttura nella quale si trova detenuta dopo l’arresto. Nel corso dell’interrogatorio ha confermato la sua versione riguardo all’omicidio del figlio Alessandro, avvenuto assieme alla compagna Maylin Castro Monsalvo. La detenzione e la confessione hanno aggiunto un ulteriore livello di difficoltà nella gestione della vicenda, sia a livello giudiziario sia personale.

Il pubblico ministero Giorgio Milillo ha definito la situazione “molto complessa”, sottolineando le difficoltà che emergono nell’inchiesta, sia per l’efferatezza del crimine sia per la famiglia stretta intorno alla vittima e all’imputata. La donna ha ammesso di aver sezionato il corpo del figlio, un atto che ha sconvolto la comunità locale e ha reso la vicenda ancora più difficile da gestire sotto il profilo umano e morale.

L’interrogatorio ha fissato anche alcuni punti fermi sulle dinamiche del reato, ma lascia aperti diversi quesiti su ciò che ha indotto quella scelta così estrema. Questa fase processuale continuerà a avere impatti diretti sulle decisioni riguardo al funerale e alla gestione del patrimonio umano lasciato da Alessandro.

La situazione della neonata figlia di Alessandro e Maylin e le conseguenze sul territorio

Altro nodo fondamentale legato a questa vicenda riguarda la neonata figlia di Alessandro Venier e della compagna Maylin. La bimba, ancora molto piccola, è attualmente ospite in una struttura protetta, sotto la tutela del Comune di Gemona. Non sono ancora state prese decisioni definitive sul suo affidamento permanente, e la situazione resta sotto stretta osservazione degli assistenti sociali e delle autorità competenti.

La presenza della neonata, che rappresenta l’unico legame residuo con Alessandro, intensifica la tensione sul piano emotivo e sociale. Gli operatori si occupano di garantire alla piccola tutte le cure necessarie e la protezione adeguata, mentre le istituzioni locali lavorano per definire un percorso che tuteli il suo interesse superiore.

La complessità dell’intera vicenda ha portato il Comune di Gemona a mantenere un atteggiamento prudente riguardo agli sviluppi. La bimba resta un punto cruciale per il futuro della storia, e le decisioni che verranno sono fondamentali per la sicurezza e la stabilità della sua vita. Il caso, intanto, continua a essere seguito da vicino dai cittadini e dai media locali, che attendono ulteriori aggiornamenti sia sul fronte giudiziario sia su quello familiare.