Federico monzino respinge accuse di tentata estorsione nel caso con fabrizio corona e martina ceretti

Federico monzino respinge accuse di tentata estorsione nel caso con fabrizio corona e martina ceretti

Federico Monzino respinge le accuse di tentata estorsione, chiarisce il ruolo di intermediario tra Martina Ceretti e Fabrizio Corona e conferma la collaborazione con la polizia nelle indagini in corso.
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Federico Monzino respinge accuse di estorsione, spiegando che il suo ruolo è stato quello di intermediario per motivi di visibilità tra Martina Ceretti e Fabrizio Corona, collaborando con le indagini in piena trasparenza. - Gaeta.it

Il caso che coinvolge federico monzino, fabrizio corona e la modella martina ceretti ha acquisito nuovi sviluppi dopo l’intervista rilasciata da monzino a Il Messaggero. L’interessato ha fornito una versione dettagliata dei fatti riguardanti le presunte accuse di tentata estorsione, respingendole categoricamente. La vicenda si concentra soprattutto sui contatti con corona e sul materiale consegnato, che alcuni avevano definito oggetto di sottrazione illegittima. In questo articolo sono riportate le dichiarazioni di monzino e la sua ricostruzione della vicenda, con particolari sulle modalità dell’invio dei dati e la natura dell’iniziativa.

Federico monzino spiega i contatti con fabrizio corona e la finalità dell’iniziativa

Nell’intervista, federico monzino ha confermato di essere stato l’intermediario tra la modella martina ceretti e fabrizio corona. Ha chiarito che l’intento era esclusivamente legato a motivi di visibilità, come parte del percorso di promozione della giovane. Monzino ha precisato che la modella non poteva contattare direttamente corona e che, per questo motivo, aveva deciso di farlo a suo nome. Ha specificato: “Questa cosa l’abbiamo fatta insieme io e Martina, in quanto lei voleva diventare famosa, ma ovviamente non poteva scrivergli direttamente lei”. Queste parole sottolineano l’assenza di dolo secondo il suo racconto, e inquadrano l’azione come parte di una strategia di aumento della notorietà pubblica.

Posizione legale chiara e tutela con i legali

Monzino si è definito una persona informata sui fatti, non un indagato, rimarcando la sua posizione legale chiara nel procedimento. Ha riferito di aver già coinvolto i propri legali per tutelarsi nel proseguo dell’inchiesta, senza nascondere preoccupazioni sulla possibilità di fraintendimenti che, ha detto, stanno nascendo intorno alla sua figura. La precisazione riguarda subito il ruolo attivo dato al suo avvocato, che supervisiona ogni mossa legale in questa fase delicata.

Modalità di consegna del materiale e rapporto con le indagini della polizia

Uno dei punti più discussi della vicenda ruota attorno al materiale consegnato a fabrizio corona, formato da chat e registrazioni audio prelevate dal dispositivo personale di monzino. Quest’ultimo ha spiegato che tutto il materiale è stato inviato volontariamente e non in modo fraudolento. Ha ribadito che le informazioni erano a disposizione di corona grazie a un trasferimento diretto dal suo computer, senza alcuna sottrazione clandestina o furto di dati. Ciò significa che, secondo monzino, non si può parlare di appropriazione indebita o di comportamento illecito sotto questo profilo.

Collaborazione con le forze dell’ordine

Inoltre, federico monzino ha raccontato di aver dato il consenso affinchè la polizia prendesse visione del dispositivo per le analisi tecniche, mostrando completa collaborazione con gli inquirenti. Ha insistito sul fatto che la sua posizione sia di una fonte informata e non quella di un sospettato o di una persona sottoposta a indagini attive. Il dispositivo è stato infatti messo a disposizione per chiarire ogni possibile dubbio in modo trasparente.

Negata ogni accusa di intimidazione o estorsione nei confronti di alessandro bova

Negli ultimi passaggi dell’intervista, federico monzino ha smentito con fermezza qualsiasi accusa relativa a richieste di doni o regali nei confronti di alessandro bova, persona coinvolta nella vicenda. Ha escluso che vi fossero pressioni, richieste economiche o condotte di tipo intimidatorio o estorsivo. Ha definito queste ipotesi infondate, rimarcando che non ha mai avanzato richieste simili né si è comportato in modo aggressivo o minaccioso.

Monzino ha negato ogni forma di comportamento volto a costringere o ricattare qualcuno, chiarendo che il suo ruolo nella vicenda si è limitato all’invio di materiale per motivi di notorietà e collaborazione con martina ceretti. La sua testimonianza si rivolge a ricostruire un quadro ben diverso da quello che alcuni sospettavano, e si configura come una risposta diretta alle accuse rivolte negli ultimi tempi.

Le dichiarazioni rilasciate a Il Messaggero pongono federico monzino in una posizione di trasparenza e collaborazione. Il racconto svela le operazioni concrete dietro ai contatti con fabrizio corona e ribadisce la distanza da pratiche illecite. La vicenda resta sotto osservazione, mentre gli sviluppi futuri dipenderanno dall’esito delle indagini in corso e dall’eventuale integrazione di altre testimonianze e prove.

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