Sergio Campana, figura di riferimento per il calcio italiano e fondatore dell’Associazione italiana calciatori , è venuto a mancare dopo aver lasciato un segno indelebile nel riconoscimento dei diritti dei calciatori. Nato a Bassano del Grappa nel 1934, Campana ha unito la sua esperienza da giocatore a un ruolo fondamentale come dirigente sindacale. La sua opera ha trasformato il rapporto tra atleti e società sportive nel panorama nazionale.
La carriera da calciatore e la nascita dell’associazione italiana calciatori
Sergio Campana ha iniziato la sua vita nel calcio giocando per Lanerossi Vicenza e Bologna. Laureatosi in giurisprudenza, il suo soprannome ‘l’avvocato’ lo accompagnò per tutta la vita. Nel 1968, ha fondato l’Aic con l’obiettivo di tutelare i calciatori professionisti. Prima di allora, gli sportivi non godevano di uno status lavorativo formalmente riconosciuto.
La svolta arrivò nel 1981 con la legge 91, che sancì i calciatori come lavoratori dipendenti e regolò i rapporti con le società. Campana guidò l’associazione con continuità fino al 2011. Nel suo lungo mandato, andò ben oltre la semplice tutela contrattuale, spingendo per il riconoscimento di diritti fondamentali sul piano lavorativo e sociale.
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Le conquiste sindacali di campana
Durante la presidenza di Campana, l’Aic conquistò molte tutele che oggi appaiono scontate, ma che un tempo erano assenti o poco garantite. Il riconoscimento del diritto d’immagine permise agli atleti di controllare l’uso della propria immagine commerciale. La fine del vincolo sportivo consentì maggiore libertà contrattuale ai calciatori.
Altre importanti realizzazioni riguardarono l’istituzione di un fondo di fine carriera, la previdenza dedicata a chi pratica il calcio a livello professionistico, e l’introduzione di una firma contestuale per evitare abusi contrattuali. Vennero inoltre regolati strumenti come l’indennità di mancata occupazione e un fondo di garanzia da destinare agli sportivi in difficoltà.
Battaglie e riconoscimenti
Queste conquiste furono frutto di un lavoro costante e di azioni legali e politiche che Campana coordinò durante i decenni. Nel 2018 la carriera del dirigente venne riconosciuta con l’ingresso nella Hall of Fame del Calcio Italiano, categoria dirigente italiano.
Il cordoglio della figc e il valore della sua eredità
A poche ore dalla notizia della sua morte, la Federcalcio italiana e il presidente Gabriele Gravina hanno espresso il proprio cordoglio. Gravina ha sottolineato l’impatto che Campana ha avuto sulla storia del calcio nazionale. La sua figura andava oltre la leadership sindacale; era stato un grande promotore del rispetto e della dignità per i calciatori.
Il presidente della Figc ha ricordato come sotto la guida dell’avvocato, l’Aic abbia lavorato per far riconoscere diritti che oggi sembrano acquisiti, ma in passato erano il risultato di lotte politiche e culturali tutt’altro che scontate. La sua attività ha creato un rapporto più equilibrato fra società e giocatori, aveva contribuito allo sviluppo complessivo del calcio italiano.
Campana è stato una presenza costante per oltre 43 anni al fianco dei calciatori. Grazie ai suoi sforzi, l’Associazione italiana calciatori è diventata un punto di riferimento solido per la categoria e un interlocutore riconosciuto a livello nazionale. Il suo passaggio segna la fine di un’epoca importante per il calcio italiano.