Due italiani su cinque meno motivati nella lotta al cambiamento climatico tra cittadini, aziende e istituzioni

Due italiani su cinque meno motivati nella lotta al cambiamento climatico tra cittadini, aziende e istituzioni

Un sondaggio Youtrend del 2025 rivela in Italia un calo di motivazione personale e istituzionale nella lotta al cambiamento climatico, evidenziando la necessità di una comunicazione più positiva e coinvolgente.
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Uno studio Youtrend del 2025 rivela un calo di motivazione tra gli italiani nella lotta al cambiamento climatico, evidenziando sfiducia verso istituzioni e imprese e sottolineando l’importanza di una comunicazione ambientale più positiva e concreta per rilanciare l’impegno collettivo. - Gaeta.it

Uno studio recente mostra come tanti italiani percepiscano un calo di impegno nella lotta contro il cambiamento climatico, sia nelle persone che nelle istituzioni e nelle imprese. Emergono sfide legate alle motivazioni personali e collettive, oltre a un ruolo chiave della comunicazione per recuperare fiducia e partecipazione. Il sondaggio condotto a primavera 2025 offre spunti diretti sulla percezione corrente e su come rendere più efficace il messaggio ambientale.

Percezione generale sul calo di motivazione verso il cambiamento climatico in italia

Secondo un sondaggio realizzato da Youtrend, il 42% degli italiani ritiene che chi li circonda abbia ridotto l’impegno nel contrasto ai cambiamenti climatici rispetto a pochi anni fa. Questa sensazione non riguarda solo le persone comuni, ma si estende anche a istituzioni e aziende. Nel dettaglio, il 49% percepisce una diminuzione dell’impegno da parte degli enti pubblici, mentre il 43% pensa che le imprese siano meno attive o impegnate.

Non si tratta esclusivamente di un giudizio sugli altri. Circa un quarto degli intervistati ammette di sentirsi personalmente meno motivato rispetto al passato. Questo dato segnala che la frustrazione o il disinteresse stanno aumentando anche a livello individuale.

La raccolta dati ha coinvolto un campione di 1601 persone, rappresentativo della popolazione italiana, ed è stata condotta tra l’11 e il 18 aprile 2025. L’indagine ha fatto emergere un quadro complesso, dove la lotta contro il degrado ambientale sembra perdere parte della spinta iniziale, nonostante la vasta eco mediatica della transizione ecologica negli anni scorsi.

Evento e contestualizzazione: echi 2025 e la sfida delle “reazioni” alla transizione ecologica

Il sondaggio è stato presentato durante la quinta edizione di Echi, manifestazione dedicata alla comunicazione della transizione ecologica, che si è svolta il 7 maggio 2025 a Roma, all’Ara Pacis. L’evento è organizzato da Youtrend con il supporto di Cassa Depositi e Prestiti, European Climate Foundation e Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, patrocinato da Parlamento Europeo e Commissione Europea.

Quest’anno il tema principale ha riguardato le “reazioni” del pubblico alla comunicazione ambientale. Dopo un exploit mediatico durato diversi anni, la discussione sulla crisi climatica ha perso parte della sua centralità nel dibattito pubblico. Molti segnali indicano una diminuzione dell’attenzione e dell’impegno collettivo, una sorta di stanchezza emotiva che si riflette anche nell’opinione degli italiani.

Fattori di disillusione e demotivazione personale nella lotta contro il cambiamento climatico

Tra chi si sente meno motivato, si riscontrano ragioni diverse. Il 30% degli intervistati ha evidenziato timori per l’impatto occupazionale della transizione ecologica. C’è la percezione che si rischino posti di lavoro e settori tradizionali. Un altro 24% teme che l’Europa esca penalizzata a vantaggio di paesi come la Cina, che potrebbe trarre vantaggio dalla situazione.

Un elemento ricorrente riguarda la percezione di sfiducia di fronte all’enormità del problema. Il 31% pensa che la dimensione globale della crisi climatica renda inutile qualsiasi sforzo individuale o locale. Questo senso di impotenza mina la volontà di agire.

Infine, oltre alle motivazioni pratiche, entra in gioco anche l’effetto della comunicazione. Il 23% di chi si sente demotivato attribuisce a un messaggio troppo allarmistico la difficoltà a mantenere un atteggiamento propositivo. La paura e l’angoscia possono generare rifiuto o apatia invece di stimolare la partecipazione.

Strategie di comunicazione per rilanciare la motivazione e l’impegno ambientale

Dai risultati del sondaggio emerge una richiesta chiara: cambiare tono e contenuti del messaggio ambientale per far tornare la gente a sentirsi coinvolta. Il 77% degli intervistati infatti crede che sarebbe più stimolante puntare su un racconto positivo, focalizzato su soluzioni concrete, più che sottolineare i problemi.

Altri approcci promettenti per aumentare la motivazione riguardano il racconto dei benefici economici della transizione ecologica. Il 63% dice che mostrare come la green economy possa aprire opportunità di crescita e lavoro aiuterebbe a mantenere alta l’attenzione.

Allo stesso modo, il 61% preferirebbe evitare un discorso basato solo sulla paura. La comunicazione dovrebbe rivolgersi alle persone con un linguaggio che non le faccia sentire in colpa o sopraffatte, ma parte di un percorso condiviso.

Tra gli elementi che spingerebbero l’interesse ci sono anche messaggi più legati alla vita di tutti i giorni e a dati scientifici chiari . Una comunicazione che non si limiti a concetti astratti, ma che mostri impatti diretti e tangibili, sembra fondamentale per riattivare la spinta personale e collettiva.

Metodologia del sondaggio e affidabilità dei dati raccolti da youtrend

Il sondaggio condotto da Youtrend nel 2025 ha coinvolto 1601 cittadini italiani, selezionati in modo da rappresentare equamente generi, fasce di età e titoli di studio. La modalità CAWI ha permesso di raccogliere risposte precise e veloci, mantenendo un margine di errore di +/- 3,1% con un intervallo di confidenza del 95%.

L’indagine si è focalizzata su percezioni e motivazioni reali, evitando domande generiche o vaghe. Questo approccio ha prodotto un quadro dettagliato delle opinioni pubbliche sul clima e le reazioni alle politiche ambientali. Grazie a dati così articolati, le istituzioni e chi si occupa di comunicazione ambientale possono orientarsi meglio nel definire strategie più equilibrate e coinvolgenti per il futuro prossimo.

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