Distillerie clandestine in aumento nelle carceri del Nord-ovest: Osapp lancia l’allarme su rischi e violenza

Distillerie Clandestine In Aum

Distillerie abusive in carcere, Osapp avverte su pericoli e tensioni. - Gaeta.it

Donatella Ercolano

18 Settembre 2025

Il 18 settembre l’Osapp ha acceso un faro su un problema che sta crescendo nelle carceri di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta. Secondo il sindacato autonomo della polizia penitenziaria, all’interno di queste strutture i detenuti stanno mettendo su vere e proprie distillerie clandestine per produrre alcol. Una pratica pericolosa che mette a rischio la sicurezza degli agenti e la salute degli stessi carcerati.

Alcol illegale in cella, metodi fai-da-te e rischi tossici

L’Osapp spiega che i detenuti usano ingredienti semplici come zucchero, pane raffermo e frutta per far partire una fermentazione veloce. Ma il vero problema sono le pile mini stilo usate per alimentare il processo, che rilasciano metalli pesanti come lo zinco nell’alcol prodotto. La bollitura non basta a eliminare le tossine, e così si ottiene un alcol grezzo che può essere molto nocivo.

Il risultato è un liquido pieno di sostanze velenose che possono danneggiare seriamente l’organismo. Non solo: il consumo di questo alcol artigianale ha causato episodi di aggressività tra i detenuti, che poi si riversa anche contro gli agenti penitenziari. Un problema che riguarda la salute ma anche l’ordine dentro le carceri.

Personale impreparato e sotto pressione: la denuncia dei sindacati

L’Osapp sottolinea che il personale non ha la formazione adatta per gestire questa emergenza. Gli agenti non vengono preparati né con corsi antidroga né con strumenti per riconoscere sostanze tossiche autoprodotte. Spesso devono controllare sezioni con numeri altissimi di detenuti, in certi casi oltre 150 a operatore. Una situazione davvero critica.

La carenza di personale aggrava il rischio di violenze e rende complicato mantenere il controllo. Gli agenti denunciano anche la mancanza di interventi mirati per tutelare la loro sicurezza e fermare queste distillerie. Il risultato è un clima sempre più teso dentro le carceri.

“Gioco delle sedie musicali” tra detenuti problematici: la critica di Osapp

Il sindacato punta il dito contro la direzione regionale di Torino, accusata di spostare i detenuti più difficili da una struttura all’altra senza affrontare davvero il problema. Una tattica definita “gioco delle sedie musicali” che ignora la necessità di interventi concreti contro le distillerie clandestine e i rischi che comportano.

L’Osapp chiede di mettere da parte queste soluzioni temporanee e di investire invece nella formazione del personale e in modelli operativi specifici. Per ora, i trasferimenti sembrano solo spostare il problema senza diminuirne la portata.

Pericolo nascosto: vapori tossici nelle celle, rischio per tutti

Le distillerie improvvisate non sono un pericolo solo per chi beve l’alcol contaminato. L’Osapp segnala anche i rischi legati ai vapori tossici che si sprigionano durante la lavorazione artigianale. Questi gas contengono sostanze chimiche pericolose che possono colpire sia agenti che detenuti, aumentando la probabilità di incidenti.

Senza controlli rigorosi né protocolli di sicurezza, le celle diventano ambienti insidiosi, non solo per chi consuma ma per chi ci vive o lavora. La situazione sanitaria nelle carceri è compromessa su più fronti, senza strumenti adeguati per limitare i danni.

Osapp chiede interventi urgenti: sicurezza, formazione e stop ai trasferimenti inutili

Il sindacato ha rivolto richieste precise alle autorità: bloccare la distribuzione di pile nelle celle, introdurre protocolli chiari per contrastare la produzione clandestina e offrire formazione specifica agli agenti per riconoscere e gestire questi rischi.

Osapp critica anche il sistema dei trasferimenti, che non risolve nulla e crea solo effetti di rimbalzo. L’appello arriva fino al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, che secondo il sindacato dovrebbe pensare a cambiare i vertici regionali se non sono capaci di gestire la situazione. L’obiettivo è chiaro: evitare che la sicurezza nelle carceri del Nord-Ovest peggiori ancora.