A Padova è scoppiato un acceso dibattito attorno a un edificio che fino a poco tempo fa era una galleria commerciale e che oggi viene usato come luogo di preghiera dai musulmani del quartiere. La trasformazione ha scatenato reazioni contrastanti. La Lega si è schierata contro, mentre molti residenti della zona chiedono da tempo la chiusura del centro religioso. Dall’altra parte, i frequentatori della moschea si difendono, negando ogni illecito nelle loro attività.
Da negozi a luogo di culto: la moschea “fuorilegge” nel cuore di Padova
L’edificio in questione si trova proprio nel centro di Padova. Fino a poco tempo fa era una galleria commerciale frequentata da negozianti e clienti della zona. Ora, invece, centinaia di fedeli musulmani si ritrovano qui per pregare, trasformando lo spazio in una moschea informale. Ma questa trasformazione non ha seguito le regole previste per i luoghi di culto, e per questo viene definita una “moschea illegale”. Le autorità non hanno ancora dato il via libera all’attività religiosa nell’edificio.
La situazione ha creato malumori, soprattutto tra chi abita vicino, che lamenta disagi come l’afflusso di persone, problemi di sicurezza e la mancanza di controlli adeguati. Il fatto che il locale, pensato per attività commerciali o ricreative, venga usato senza permessi comporta anche rischi legali, visto che bisogna rispettare le norme urbanistiche e di sicurezza del Comune. Nonostante tutto, i fedeli continuano a frequentare il luogo e la presenza cresce.
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Proteste in città: la Lega e i residenti chiedono la chiusura
La Lega, da tempo contraria all’apertura di luoghi di culto non autorizzati, ha ribadito la propria opposizione. In un comunicato, i suoi rappresentanti hanno messo in evidenza come trasformare un locale commerciale in moschea senza permessi crei problemi di ordine pubblico e metta in dubbio la legalità delle attività.
Anche i residenti della zona si sono fatti sentire. Hanno rivolto appelli agli enti locali per far chiudere l’edificio e interrompere le funzioni religiose. Segnalano rumori, aumento del traffico e una percezione di insicurezza. Alcuni lamentano anche la mancanza di dialogo con i frequentatori della moschea, che secondo loro non si integrano abbastanza con il quartiere, alimentando tensioni e incomprensioni.
Al momento le autorità cittadine non hanno annunciato interventi concreti, ma seguono la situazione da vicino. L’impatto sulla zona resta sotto osservazione, tenendo in allerta sia i residenti che le forze dell’ordine.
La risposta della comunità musulmana: nessun illecito, solo rispetto e dialogo
I fedeli che si riuniscono nella moschea respingono le accuse. Dicono di non violare nessuna legge e di non creare disturbo. Spiegano che quello spazio serve solo a pregare e a mantenere vivo il loro legame spirituale, soprattutto in una città dove manca un luogo dedicato alla loro fede.
La comunità sottolinea di non voler creare problemi o tensioni con i vicini o con le istituzioni, ma solo di avere un posto dignitoso per svolgere un’attività fondamentale per la loro vita religiosa. Chiedono rispetto e comprensione, e auspicano un confronto aperto con le autorità per regolarizzare la situazione e ottenere il riconoscimento ufficiale del luogo di culto.
Al momento non ci sono denunce né interventi giudiziari nei confronti dei frequentatori. Rimane un clima teso, con la speranza che si trovi una soluzione in grado di conciliare le esigenze dei fedeli con quelle del quartiere.