Nel consiglio regionale della Liguria si è acceso un dibattito acceso dopo l’ingresso in aula di Gianni Pastorino, capogruppo della Lista Orlando-Linea Condivisa, che ha scelto di indossare la bandiera della Palestina sulle spalle. La sua azione ha scatenato la reazione del presidente dell’assemblea, Stefano Balleari, che lo ha invitato a togliere il simbolo in base al regolamento interno. Ecco come si sono svolti i fatti a Genova e le motivazioni dietro il gesto politico.
Il gesto simbolico in aula e la reazione del presidente del consiglio regionale
Giorno 18 gennaio 2025, durante una seduta della giunta regionale ligure, Gianni Pastorino è entrato in aula con la bandiera palestinese adagiata sulle spalle. Non si trattava di un drappo sventolato, ma di un indumento che il consigliere ha scelto di portare come segno di protesta contro la situazione nella Striscia di Gaza. La scena non è passata inosservata al presidente del consiglio, Stefano Balleari. Richiamandosi all’articolo 53 del regolamento d’aula, Balleari ha chiesto a Pastorino di rimuovere la bandiera, spiegando che quella norma serve a garantire “lo svolgimento dignitoso delle sedute”.
Confronto in aula tra maggioranza e opposizione
Pastorino ha risposto sottolineando di aver sempre rispettato la dignità dell’aula e che non aveva alcuna intenzione di sventolare la bandiera, ma semplicemente di portarla come indumento. Al terzo richiamo, il capogruppo ha tolto la bandiera, ma ha voluto mantenere il gesto a scopo polemico, mostrando il drappo per alcuni secondi davanti ai colleghi in aula. La situazione ha generato un confronto acceso tra maggioranza e opposizione e ha attirato l’attenzione sui temi internazionali che il consigliere voleva evidenziare.
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La motivazione politica dietro il gesto: attenzione alla crisi di gaza
Il gruppo Lista Orlando-Linea Condivisa ha poi diffuso una nota in cui definisce l’azione di Pastorino “un atto simbolico, ma profondamente politico”. L’obiettivo era richiamare l’attenzione non solo della Giunta regionale, ma anche della presidenza e dell’intero consiglio regionale sulla gravità della situazione umanitaria nella Striscia di Gaza. Pastorino ha espresso il suo pensiero in aula parlando della condizione della popolazione sotto assedio, parlando di un silenzio che cela complicità.
Denuncia del disastro umanitario
Ha descritto Gaza come una realtà in cui uomini, donne, bambini, anziani e malati vivono sotto un assedio che colpisce i più deboli in modo scientifico e spietato. Il capogruppo ha parlato di un “disastro umanitario senza precedenti”, affermando che in quella zona si muore per fame, sete, bombardamenti. Ha spinto sull’accusa verso l’Europa e l’Occidente, sottolineando la mancanza di interventi concreti e definendo la situazione in termini duri, usando il termine “genocidio”. Il suo discorso si è rivolto a chiunque guardi la crisi, denunciando la “complicità colpevole” di chi volta lo sguardo.
L’ordine del giorno per la sospensione dei rapporti con il governo israeliano
Dopo il gesto simbolico e le parole in aula, Pastorino ha depositato un ordine del giorno con una richiesta precisa alla Regione Liguria. Ha chiesto di interrompere “ogni rapporto istituzionale, promozionale o economico” con il governo israeliano che attualmente guida il paese. Questa richiesta nasce dalle violazioni del diritto internazionale di cui il governo israeliano viene accusato in relazione alla crisi nella Striscia di Gaza.
La posizione della corte internazionale di giustizia
L’ordine del giorno sottolinea il rischio concreto di genocidio, una definizione già pronunciata dalla Corte Internazionale di Giustizia. Pastorino ha voluto sollecitare così l’ente regionale a prendere posizione contro le violazioni che si verificano nel conflitto, spingendo la politica locale a reagire con atti formali. La proposta ha suscitato dibattito anche tra gli altri gruppi politici, toccando un tema delicato e controverso che resta al centro dell’attenzione internazionale.
La seduta del Consiglio regionale della Liguria di Genova è stata dunque segnata da un gesto che ha acceso il confronto politico sullo scenario internazionale, mettendo in luce un episodio nel cuore delle istituzioni regionali italiane.