La tragica storia di Giacomo, un meticcio anziano, cieco, sordo e malato, ha scosso la Sardegna dopo la sua morte violenta a Santa Teresa di Gallura, nel gennaio 2023. L’uomo accusato di averlo ucciso con 17 colpi d’ascia è stato condannato definitivamente per uccisione di animali. La Corte d’Appello di Cagliari ha confermato la sentenza, ribadendo con fermezza come la giustizia italiana prenda sul serio i crimini contro gli animali.
Il caso di Giacomo e le indagini
Giacomo era un cane molto fragile, con problemi di vista e udito. Quel gennaio, a Santa Teresa di Gallura, è stato ucciso in modo brutale: 17 colpi d’ascia inferti con estrema violenza. L’autopsia ha mostrato chiaramente la ferocia con cui è stato colpito, un elemento che ha pesato molto in tribunale.
L’uomo ha sempre sostenuto di aver agito per legittima difesa, ma gli inquirenti non hanno trovato alcuna prova a sostegno di questa versione. Già il Tribunale di Tempio Pausania lo aveva condannato, e ora la Corte d’Appello di Cagliari ha confermato quel verdetto.
Il cane non poteva in alcun modo rappresentare una minaccia. I colpi inflitti sono stati giudicati sproporzionati, segno di una violenza intenzionale e crudele.
Sentenza Confermata: nessuna attenuante
L’uomo è stato riconosciuto colpevole di aver ucciso l’animale con dolo e crudeltà, come sottolineato chiaramente dalla Corte d’Appello. Il ricorso basato sulla legittima difesa è stato respinto senza esitazioni.
Le motivazioni della sentenza spiegano che la tesi difensiva non regge, soprattutto alla luce dei risultati dell’autopsia. La brutalità delle ferite dimostra senza dubbi la volontarietà dell’aggressione.
Questa condanna segna una linea chiara: la giustizia non tollera violenze gratuite e crudeli sugli animali, e non ammette giustificazioni di sorta.
Reazioni e significato della sentenza
La parte civile, rappresentata dall’avvocato di Giacomo, si è detta soddisfatta per la conferma della condanna, sottolineandone il valore simbolico. Pur non potendo ridare vita al cagnolino, il processo ha accertato la verità e riconosciuto la gravità del gesto.
L’avvocato ha definito la violenza utilizzata “inaudita e inaccettabile”, evidenziando come la sentenza abbia riconosciuto con chiarezza il dolo e la crudeltà dietro l’aggressione.
Il caso ha acceso i riflettori sulle pene per chi maltratta animali con crudeltà. Ha riaffermato che anche gli animali più indifesi devono essere protetti e che chi li fa soffrire deve pagare.
La condanna definitiva rappresenta una svolta importante in Sardegna e un passo avanti nella lotta contro la violenza sugli animali.