Una ragazzina di 12 anni iscritta alla seconda media dell’Istituto comprensivo San Giuseppe di Copertino, in provincia di Lecce, è stata giudicata non idonea a passare l’anno a causa delle numerose assenze accumulate durante l’anno scolastico. Nonostante le motivazioni della scuola, che hanno riguardato principalmente il superamento dei 90 giorni di assenze tra uscite anticipate e ritardi, i genitori della studentessa hanno presentato ricorso al TAR, contestando la decisione e ottenendo in seguito un pronunciamento favorevole.
Le assenze accumulate e la decisione di bocciare la studentessa
Nel corso dell’anno scolastico, la studentessa è stata assente più volte, una situazione aggravata da problemi di salute che hanno inciso sulla sua frequenza. Sommando giorni di assenza, ingressi in ritardo e uscite anticipate, la scuola ha calcolato che la ragazza era stata lontana dalle lezioni per oltre 90 giorni. Il consiglio di classe ha così deciso automaticamente di non ammetterla all’anno successivo, ritenendo insufficiente il materiale didattico per una valutazione completa del suo profilo scolastico.
I docenti hanno spiegato che le poche verifiche effettuate rappresentavano solo brevi momenti in cui si è potuta valutare la preparazione della studentessa. Questo ha portato alla bocciatura, secondo la loro interpretazione delle norme. La scuola ha sottolineato di aver seguito il regolamento, ma la famiglia ha contestato sia la mancata comunicazione preventiva del rischio di bocciatura, sia la mancata considerazione dei risultati positivi ottenuti dalla ragazza nei giorni di effettiva presenza.
Il ricorso dei genitori e la sentenza del TAR sulla promozione alle medie
I genitori della ragazza hanno presentato ricorso al Tribunale amministrativo regionale, indicando come la scuola non avesse avvertito la famiglia della possibilità di bocciare la figlia a causa delle assenze accumulate. Hanno inoltre evidenziato che i pochi voti negativi non erano stati valutati con la dovuta flessibilità, mentre erano invece sottolineate le buone prestazioni degli altri momenti.
Nel dispositivo della sentenza, il TAR ha specificato che la bocciatura negli anni della scuola media deve essere limitata a casi eccezionali. Il tribunale ha ribadito che la non ammissione al passaggio di classe richiede motivazioni precise, basate su carenze rilevanti nella preparazione, tali da giustificare un recupero solo in un arco temporale più ampio. Ricordando che la regola della scuola media è la promozione, la corte ha annullato la decisione della scuola.
La reazione della scuola e il nuovo scrutinio dopo il pronunciamento del TAR
Dopo il verdetto emesso dal TAR, l’Istituto comprensivo San Giuseppe ha dovuto rivedere la propria posizione e procedere a un nuovo scrutinio per la studentessa. La decisione della corte ha imposto un cambio di valutazione che ha permesso alla giovane di accedere regolarmente all’ultimo anno della scuola media.
I genitori, nel ricorso, avevano anche evidenziato come il comportamento della ragazza fosse sempre stato corretto durante le lezioni, testimonianza confermata dai giudizi relativi alla sua condotta. Il provvedimento della scuola, perciò, non ha tenuto conto né della sua partecipazione in classe, né delle valutazioni positive ottenute.
La storia mette in luce la difficoltà di bilanciare le regole riguardanti la frequenza scolastica con l’attenzione necessaria per situazioni di particolare complessità legate alla salute e al percorso formativo dei giovani studenti. Dopo la sentenza, la ragazza ha potuto proseguire il suo percorso senza interruzioni dovute alla bocciatura imposta in origine.