L’attenzione verso la sostenibilità nelle zone montane italiane cresce, spinta da iniziative locali e risorse del Pnrr. Dalle comunità abruzzesi alle amministrazioni della Campania, i piccoli centri cercano di trasformare il loro patrimonio immobiliare, puntando su energie rinnovabili e infrastrutture per la mobilità elettrica. Intanto, l’Uncem traccia il quadro dei progetti in corso e delle prospettive di finanziamento su questi territori che rappresentano quasi la metà dei comuni italiani.
La comunità montana di monte santa croce e le colonnine di ricarica in campania
Oltre l’Abruzzo, anche in Campania spicca un’iniziativa volta a migliorare la mobilità sostenibile. La Comunità Montana di Monte Santa Croce ha programmato l’installazione di colonnine di ricarica per veicoli elettrici presso edifici pubblici. L’intervento nasce dall’esigenza di adeguare le infrastrutture alle nuove abitudini di trasporto, anche nelle aree meno urbanizzate e più lontane dai centri principali.
Diffusione delle colonnine e sfide nelle aree montane
La diffusione delle colonnine rappresenta una sfida per molte aree montane, dove la presenza di reti di ricarica si è finora limitata. L’installazione presso strutture pubbliche vuole favorire l’accessibilità ai servizi per i residenti e incentivare l’utilizzo di automobili a basso impatto ambientale. In questo modo si contribuisce a una mobilità più pulita senza dover rinunciare a collegamenti efficaci con le città e le altre aree rurali limitrofe.
Leggi anche:
Dal punto di vista operativo, l’intervento richiede un coordinamento con fornitori di energia e tecnici specializzati. La Comunità Montana ha scelto edifici pubblici per garantire maggiore visibilità e centralità del servizio. Questo progetto testimonia la volontà di inserire l’elettrificazione tra le misure chiave per ridurre le emissioni di gas serra nelle aree montane meridionali.
I progetti dei comuni abruzzesi tra rifugi montani e edifici quasi a zero emissioni
In Abruzzo, Comuni come Patrola Peligna, Roccasale, Corfinio, Popoli e Vittorio hanno avviato interventi per riqualificare i rifugi montani. La novità più rilevante riguarda la posa di pannelli fotovoltaici, volti a rendere questi spazi più autosufficienti dal punto di vista energetico. Ciò mira a ridurre l’impatto ambientale, migliorando la fruibilità delle strutture in montagna da parte di turisti e residenti.
Efficienza energetica e sviluppo degli edifici pubblici
Tollo, sempre in Abruzzo, si è invece fatto portavoce di un gruppo di amministrazioni che intendono rendere più efficiente il patrimonio edilizio pubblico, sviluppando edifici a energia quasi zero. Questo tipo di intervento prevede l’adozione di tecnologie volte a minimizzare il consumo energetico e le emissioni, combinando isolamento termico avanzato e fonti rinnovabili. L’obiettivo è trasformare in modo concreto l’efficienza energetica, migliorando la qualità dell’ambiente urbano e rurale.
Questi progetti abruzzesi si inseriscono in un contesto più ampio, dove la valorizzazione degli edifici pubblici e delle infrastrutture rappresenta una priorità per contenere l’impatto delle attività quotidiane sulle risorse naturali. Gli amministratori locali puntano a integrare soluzioni tecnologiche moderne per ridurre sprechi energetici, migliorare il comfort degli edifici e accompagnare la transizione ecologica del territorio.
Il rapporto montagne italia 2025 e il ruolo dell’uncem nel racconto della montagna italiana
L’analisi delle esperienze e dei progetti pubblici passa anche attraverso il Rapporto Montagne Italia 2025, pubblicato dall’Uncem insieme alla Fondazione Montagne Italia. Questo studio contiene 800 pagine tra dati, storie di comunità e aggiornamenti su come si evolve il territorio montano. Il presidente nazionale di Uncem, Marco Bussone, sottolinea come la montagna non sia più solo sinonimo di spopolamento e difficoltà.
Valorizzazione del patrimonio e politiche locali
Il rapporto offre una fotografia dettagliata sulle numerose attività messe in campo dai Comuni montani per valorizzare il proprio patrimonio e migliorare condizioni di vita e lavoro. Dal recupero di edifici all’adozione di tecnologie verdi, passando per la creazione di reti coordinate tra amministrazioni, il documento chiarisce quali politiche locali e finanziamenti sono stati attivati.
Una parte importante riguarda il contributo trasformativo del Pnrr nel rilancio degli investimenti. Il rapporto evidenzia non solo i progetti approvati ma anche quelli rimasti in attesa di fondi, dipingendo un quadro complessivo in cui le aree montane cercano di tenersi al passo con le sfide climatiche e sociali contemporanee.
Il sostegno del pnrr e la necessità di maggiore finanziamento per le green communities
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ha assegnato 135 milioni di euro per promuovere le Green Communities. Questo capitolo mira a incentivare amministrazioni rurali e montane al miglioramento sostenibile dei territori, anche attraverso azioni coordinate fra diversi Comuni. Molti progetti puntano alla riduzione del consumo energetico, alla tutela ambientale e al rilancio economico delle zone più isolate.
Fino a oggi, il Pnrr ha finanziato 40 progetti su circa 200 richiesti. La partecipazione è alta ma le risorse non bastano per soddisfare tutte le proposte valide. Per questo l’Uncem ha avviato un confronto con il ministro per gli Affari Regionali, Roberto Calderoli, proponendo di destinare 200-250 milioni da fondi di coesione finora inutilizzati.
Il dialogo è cruciale per evitare che buone idee e piani concreti restino fermi per mancanza di mezzi. L’obiettivo è dare nuova linfa alle comunità montane, incentivando la transizione ecologica e sociale proprio in quei territori che hanno bisogno di strumenti concreti per rigenerarsi e arginare problematiche strutturali.
Storicità delle politiche green e progetti sul territorio montano
Il cammino delle Green Communities non nasce oggi. Già dal 2008 l’Uncem ha guidato sperimentazioni in diverse aree pilota, soprattutto nel Sud Italia, verificando soluzioni per la green economy nelle montagne e nei parchi nazionali. Nel 2015, la legge 221 ha formalizzato queste iniziative, inserendo disposizioni per promuovere la sostenibilità nel patrimonio pubblico e nella gestione ambientale.
Negli anni successivi, molte amministrazioni hanno elaborato strategie proprie, adattandole ai bisogni specifici delle comunità locali. Il Pnrr porta un’accelerazione ma non sostituisce radici ormai consolidate nelle politiche per l’ambiente e il territorio. Il legame con le risorse storiche, unito alle innovazioni di oggi, genera un tessuto di progetti funzionale alla salvaguardia e al rilancio della montagna come luogo abitato e vivo.
Infine, il lavoro dell’Uncem continua a essere quello di far dialogare enti locali, istituzioni e governo centrale per far emergere proposte concrete e sostenere le amministrazioni. Solo così si può sperare di mantenere in vita preziose realtà montane senza perdere competitività, servizi o opportunità di sviluppo.