Coldiretti Pesca ha messo sul tavolo un progetto ambizioso: sviluppare allevamenti di tonno rosso direttamente in Italia. L’obiettivo è offrire ai consumatori un prodotto più trasparente, tracciato e rispettoso dell’ambiente. Ma non solo: si vuole anche valorizzare la tradizione marina italiana e creare nuove opportunità di lavoro nelle comunità costiere. Nel frattempo però, l’allarme cresce per i tagli che l’Unione Europea ha in programma sui fondi destinati al settore della pesca.
A Cetara la proposta: allevamenti di tonno rosso made in Italy
A Cetara, località di mare ben nota, si è svolto un incontro europeo tra operatori della pesca e rappresentanti istituzionali. Qui Coldiretti Pesca ha illustrato il suo piano per realizzare “farm” di tonno rosso nel nostro Paese. L’idea è mettere in piedi un modello produttivo capace di garantire qualità e trasparenza, offrendo un prodotto italiano che si distingua da quelli allevati con metodi condivisi con altri Stati.
Il presidente Ettore Prandini e la responsabile nazionale Daniela Borriello hanno già in programma di presentare ufficialmente l’iniziativa a Bruxelles, incontrando il Commissario Ue alla Pesca Costas Kadis. Vogliono convincere l’Europa a sostenere questa strategia per dare maggiore forza al mercato ittico italiano, con un tonno che rispetti standard chiari di qualità e sostenibilità.
Sostenibilità e gusto: le caratteristiche del tonno allevato in Italia
Al centro della proposta c’è un approccio che punta a equilibrare ambiente, economia e società. Oggi, infatti, i tonni pescati nel Mediterraneo vengono trasferiti a Malta per essere ingrassati prima della lavorazione. Questo passaggio fuori dall’Italia è visto come un limite per le imprese locali, che perdono così una fase cruciale della produzione.
Le nuove farm italiane puntano a svolgere l’ingrasso in modo più leggero, quasi di mantenimento. L’obiettivo è ottenere un tonno con caratteristiche organolettiche diverse, più adatte al palato italiano ed europeo. Inoltre, il prodotto sarebbe disponibile per più mesi all’anno, con un controllo più stretto sull’impatto ambientale. Si vuole vigilare su ogni fase, dalle gabbie all’allevamento fino al confezionamento, per evitare danni agli ecosistemi marini e garantire un prodotto più sano.
Questo approccio valorizzerebbe tutta la filiera italiana, riducendo lo spostamento all’estero di fasi chiave della produzione, aumentando la trasparenza per il consumatore e offrendo un prodotto dal valore aggiunto tangibile.
Nuove opportunità di lavoro per le comunità costiere
Le farm non riguarderebbero solo chi alleva i tonni, ma coinvolgerebbero anche la flotta che oggi pesca in mare. Queste imbarcazioni potrebbero svolgere un ruolo di supporto, occupandosi della movimentazione dei pesci, del controllo e della manutenzione degli impianti. Così si creerebbero nuove occasioni di lavoro lungo le coste italiane.
In pratica, una parte della flotta verrebbe impiegata per gestire direttamente le attività legate agli allevamenti, dando un impulso all’occupazione nelle zone dove la pesca è una risorsa fondamentale. Anche le aziende di trasformazione locale potrebbero beneficiare di questo sviluppo, rafforzando o raddoppiando la lavorazione del tonno con effetti positivi sull’economia del territorio.
L’iniziativa si inserisce nella campagna nazionale di trasparenza promossa dal Masaf, che ha introdotto un sigillo di garanzia sul tonno rosso pescato in Italia. Questo serve a proteggere le imprese italiane dalla concorrenza sleale e a riconoscere la qualità del prodotto nazionale rispetto a quello importato senza certificazioni.
Fondi Europei In Calo, il settore ittico rischia grosso
Durante l’incontro a Bruxelles, Coldiretti Pesca ha lanciato un allarme forte. La Commissione Ue ha proposto di tagliare di quasi due terzi i fondi destinati alla pesca. Il budget passerebbe da 6,1 miliardi a poco più di 2 miliardi, una riduzione del 67%.
Una batosta che mette in difficoltà un settore che prova a innovarsi e a valorizzare la produzione locale. Meno fondi significherebbero meno investimenti in nuove tecnologie, infrastrutture e processi produttivi più sostenibili.
Il rischio è anche quello di un calo dell’occupazione nelle aree più legate alla pesca tradizionale e di una perdita di competitività delle imprese italiane sul mercato europeo e globale del tonno rosso. Coldiretti Pesca chiede dunque politiche più adeguate per salvaguardare il comparto, sostenere la filiera e accompagnare la transizione verso modelli produttivi più trasparenti e rispettosi dell’ambiente.