Nel Salento, un fenomeno naturale sta attirando l’attenzione degli esperti: alcuni ulivi che erano stati attaccati dalla xylella fastidiosa si sono ripresi da soli, riprendendo la produzione di olive e olio con caratteristiche diverse, in certi casi migliori rispetto a quelle tradizionali. Questo caso è stato osservato nelle campagne di Galatone e Collepasso, in provincia di Lecce, coinvolgendo direttamente il parco regionale Dune Costiere e il progetto di cooperazione internazionale SusAgri, che si occupa di agricoltura sostenibile e resilienza climatica.
Il ritrovamento nelle campagne di galatone e collepasso
La scoperta è emersa durante le visite condotte nel Salento nell’ambito del progetto SusAgri, che unisce Italia, Albania e Montenegro per condividere pratiche agricole più resistenti ai cambiamenti climatici. L’area interessata comprende terre in provincia di Lecce colpite dalla xylella, il batterio che da anni compromette gli ulivi pugliesi. Sorprendentemente, molti alberi hanno mostrato una capacità di recupero spontaneo. La loro rinascita non è stata indotta da interventi esterni ma sembrerebbe un processo naturale, ancora in fase di studio da parte degli specialisti. Questi ulivi, una volta compromessi, sono tornati non solo a vivere ma a produrre olive con qualità diverse dal passato.
Un fenomeno di resistenza naturale
Gli esperti coinvolti hanno accompagnato i partner provenienti da Albania e Montenegro a vedere di persona questi alberi. Hanno descritto questa situazione come una “resistenza sviluppata naturalmente” che ha permesso agli ulivi di rinascere. La presenza di questo fenomeno ha acceso il dibattito e la necessità di approfondire la sua natura e le cause, magari portando a nuove strategie per il controllo della xylella.
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Qualità superiore dell’olio grazie ai polifenoli più alti
Il miglioramento nella produzione olivicola non riguarda solo la ripresa delle piante ma anche una modifica nelle caratteristiche dell’olio estratto. Franco Fanizzi, docente dell’Università del Salento, ha presentato i risultati delle analisi chimiche sui campioni di olio provenienti dagli ulivi rinati. Sono emersi livelli più alti di polifenoli rispetto all’olio tradizionale salentino. I polifenoli sono composti noti per i benefici sulla salute e per influenzare positivamente il sapore e la conservazione dell’olio d’oliva.
Un olio più ricco e meno dolce
Secondo Fanizzi, questo aumento nel contenuto di polifenoli ha reso l’olio più ricco e meno dolce rispetto a quello abituale, modificandone il profilo sensoriale. La scoperta ha spinto il docente a proporre una riunione tra tutti i ricercatori e istituzioni impegnate in questi studi. L’obiettivo è fare il punto su questa novità e valutare se questo tipo di produzione possa avere prospettive sostenibili sul lungo termine. Lo studio dei composti bioattivi nell’olio prodotto da ulivi parzialmente colpiti dalla xylella rappresenta un campo aperto che può offrire nuove conoscenze sul rapporto tra piante infette e qualità agricola.
Strategie di convivenza con la xylella nelle aziende agricole
Michele Lastilla, direttore del parco regionale Dune Costiere, ha sottolineato come già oggi sia possibile affrontare la presenza del batterio con metodi di gestione e cura mirati. Invece di concentrarsi solo sull’emergenza e sull’eradicazione, si può puntare a coabitare con la xylella, favorendo la ripresa degli alberi. Un esempio concreto è l’azienda agricola Curtimaggi di Grottaglie, dove sono state applicate tecniche sperimentate con successo per contrastare gli effetti della malattia.
Metodi sostenibili per la ripresa degli ulivi
Questi interventi si basano su pratiche sostenibili e trattamenti specifici che hanno portato ulivi compromessi a recuperare vigore e produzione. Il progetto dimostra che, affrontando il problema con una gestione più mirata, è possibile ridurre l’impatto della xylella senza dover abbattere intere coltivazioni. Questo approccio orienta verso un equilibrio più duraturo tra attività agricola e presenza del patogeno, creando spazi di speranza per la ripresa dell’olivicoltura salentina.
Formazione e cura degli ulivi monumentali a ostuni
Un altro esempio significativo di intervento contro la xylella arriva dall’istituto agrario Pantanelli di Ostuni, nel Brindisino. Qui si trovano circa 400 ulivi monumentali, alberi considerati importanti per il territorio, tutelati dalla provincia di Brindisi. Il Pantanelli ha organizzato un corso di formazione dedicato ai giovani agricoltori, con lo scopo di migliorare le conoscenze pratiche per fronteggiare i danni causati dal riscaldamento globale e dalla diffusione della xylella.
Educazione per la difesa degli ulivi storici
I partecipanti apprendono tecniche di gestione degli alberi, potature corrette e metodi di contenimento della diffusione del batterio. L’esperienza formativa si basa sul contatto diretto con gli ulivi monumentali, permettendo ai futuri agricoltori di acquisire competenze precise per prendersi cura di queste piante di valore. L’attenzione verso questi alberi storici rafforza l’idea che la difesa dell’ambiente agricolo passa anche attraverso l’educazione e l’impegno delle nuove generazioni.
La situazione negli uliveti salentini presenta dunque segnali estremamente interessanti. Il ritorno alla vita di piante colpite dalla xylella e la produzione di olio con caratteristiche migliorate offrono nuovi spunti di studio. La cooperazione tra istituzioni locali, universitarie e partner internazionali prosegue con l’obiettivo di trovare soluzioni concrete per proteggere un patrimonio agricolo e culturale fondamentale per la regione.