Cellulari in classe, italiani favorevoli al divieto: il 76% dice sì nelle scuole secondarie

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Divieto di cellulari a scuola, la maggioranza degli studenti italiani è d’accordo - Gaeta.it

Sofia Greco

30 Agosto 2025

Il dibattito sull’uso degli smartphone durante le lezioni in Italia non si placa. Una ricerca di Swg, Kpmg e del Ministero dell’Istruzione mostra un consenso ampio e trasversale: il 76% degli intervistati è a favore di vietare il cellulare in classe, soprattutto nelle scuole secondarie. Una posizione che arriva mentre il Ministero ha appena firmato una circolare che, dal prossimo anno scolastico, estende il divieto agli istituti secondari di secondo grado. Allo stesso tempo, cresce anche la richiesta di limiti più rigidi per l’accesso ai social network da parte dei minori di 15 anni, per proteggerli da rischi specifici.

Quasi tre italiani su quattro: sì al divieto del cellulare in classe

L’indagine realizzata da Swg, Kpmg e il Ministero fotografa un’opinione pubblica che non lascia spazio a dubbi: il 76% è favorevole o molto favorevole a bandire i telefoni durante le lezioni, soprattutto nelle scuole secondarie. Non si tratta di un consenso circoscritto a pochi: coinvolge genitori, over 55, giovani fino a 34 anni. È una maggioranza netta, quasi schiacciante, che esprime un disagio diffuso rispetto alla presenza degli smartphone in aula.

Dietro questo dato c’è la consapevolezza di molti cittadini e famiglie dei rischi legati all’uso incontrollato del cellulare per gli adolescenti. Tra le preoccupazioni emergono soprattutto la distrazione, ma anche la sicurezza digitale e sociale dei giovani. Sorprendentemente, il muro generazionale si assottiglia: anche chi non ha figli a scuola si mostra preoccupato per come si gestisce il digitale tra i banchi.

Il Ministero dice stop ai cellulari nelle scuole superiori dal 2025/26

In primavera 2025, il Ministero dell’Istruzione ha risposto a questo sentimento con una circolare che, dall’anno scolastico 2025/26, vieta formalmente l’uso di smartphone e cellulari durante le ore di lezione nelle scuole superiori. L’obiettivo è chiaro: meno distrazioni per migliorare la concentrazione degli studenti.

Ma non si tratta solo di limitare l’uso in classe. Il provvedimento punta anche a contrastare fenomeni collegati all’uso sregolato del cellulare, come il cyberbullismo che si diffonde tramite chat e social, o il rischio di isolamento sociale legato a un uso eccessivo dei dispositivi.

Le scuole, insieme al Ministero, dovranno organizzare campagne di sensibilizzazione coinvolgendo insegnanti e genitori. Lo scopo è far rispettare la norma, ma anche promuovere un uso più consapevole e responsabile della tecnologia. In questo quadro si inserisce anche il dibattito sulle possibilità offerte dall’intelligenza artificiale nelle scuole, emerso negli stessi studi.

Cellulari in mano agli adolescenti: i rischi che preoccupano famiglie ed esperti

Chi sostiene il divieto punta soprattutto ai rischi che vanno ben oltre la semplice distrazione. C’è il pericolo di esporsi a contenuti inappropriati, di entrare in contatto con sconosciuti o persone con cattive intenzioni, di subire o essere protagonisti di cyberbullismo.

I genitori intervistati segnalano anche come l’uso eccessivo del cellulare possa creare vere e proprie dipendenze digitali, con conseguenze negative sulle relazioni sociali degli adolescenti. Curiosamente, il rischio di un calo nelle prestazioni scolastiche è meno presente tra le preoccupazioni raccolte.

Oltre a questo, cresce il consenso per una legge che fissi a 15 anni l’età minima per accedere ai social network. L’indagine evidenzia una forte richiesta di proteggere i più giovani da un’esposizione troppo precoce e spesso non tutelata sulle piattaforme digitali.

Tutto questo dimostra come in Italia ci sia una crescente attenzione a mettere al primo posto la tutela dei giovani, accompagnandoli con regole chiare nel passaggio dal mondo reale a quello digitale. Una sfida che riguarda la crescita e la formazione degli studenti, e che richiede un impegno condiviso.