La regione umbria ha avviato un progetto che sfrutta gli scarti dell’industria casearia per bonificare falde acquifere contaminate da sostanze pericolose. L’iniziativa, realizzata in collaborazione con enti pubblici e realtà private, punta a rigenerare le risorse idriche seguendo i principi dell’economia circolare. La tecnologia impiegata rappresenta un’innovazione sul territorio, applicando una soluzione già testata ma mai su scala così ampia. Il progetto, presentato a perugia nel 2025, mira a restituire acqua pulita alla comunità senza pesare sulle casse regionali.
Funzionamento della tecnologia di bonifica con il siero di latte
Il cuore del progetto consiste nell’impiego del siero di latte per degradare gli organoclorurati, sostanze chimiche persistenti nelle falde acquifere. In pratica, il siero viene iniettato nel terreno, dove sfrutta la sua natura biodegradabile per stimolare la crescita di batteri già presenti nell’ambiente. Questi microrganismi metabolizzano i contaminanti organici, riducendone la concentrazione e limitando l’impatto sull’ecosistema. Secondo andrea sconocchia, responsabile del servizio bonifiche di arpa umbria, “la scelta del siero come agente di bonifica è particolarmente vantaggiosa perchè si tratta di uno scarto accessibile, a differenza di altri trattamenti che si basano su prodotti brevettati e più costosi.” La soluzione si distingue quindi per economicità e facilità di reperimento, caratteristiche molto importanti per interventi di larga scala.
Il ruolo della regione umbria e i partner coinvolti
L’assessore regionale all’ambiente e all’energia, thomas de luca, ha illustrato il progetto “Siero” ricordandone la portata. Questa iniziativa di economia circolare utilizza risorse di scarto in un’ottica di rigenerazione ambientale. Tra i partner pubblici figura arpa umbria, che offre supporto tecnico e scientifico, mentre il gruppo grifo agroalimentare rappresenta il settore privato con esperienza nella produzione lattiero-casearia. Ramboll Italy, società di consulenza e ingegneria, gestisce la parte tecnica legata al trattamento delle falde. Coinvolta anche Its umbria Academy, che si occupa di formazione professionale con lo scopo di trasmettere competenze tecniche a giovani e operatori. La partnership pubblico-privata incarna un modello operativo che unisce ricerca, formazione e azioni concrete sul territorio regionale.
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Impatto e durata del progetto sul territorio regionale
Il progetto “Siero” è stato avviato con una durata prevista di dodici mesi a partire dalla firma dell’accordo tra le parti coinvolte. Non è stato previsto alcun finanziamento diretto da parte della regione umbria, che sostiene l’iniziativa senza gravare sul bilancio pubblico. Gli esperti coinvolti sottolineano come l’uso del siero di latte potrebbe aprire la strada a interventi più diffusi sul territorio, in grado di migliorare la qualità dell’acqua senza impiegare tecniche invasive o sostanze chimiche pesanti. L’approccio green e a basso impatto economico potrà fornire esempi concreti per altri territori affetti da problemi simili. La collaborazione tra pubblico e privato mira a creare modelli replicabili, puntando ad una gestione più responsabile delle risorse naturali.