La Basilicata mette in mostra la sua ricchezza religiosa e culturale con un evento unico in programma a Roma, al Palazzo della Cancelleria, dal 3 al 24 settembre 2025. L’esposizione “Basilicata sacra: un altro cielo” propone un viaggio attraverso le consuetudini spirituali, artistiche e popolari della regione, evidenziando l’intreccio tra fede, storia e comunità. L’iniziativa, frutto di un lavoro congiunto tra Regione Basilicata, APT e la Conferenza Episcopale della Basilicata, si inserisce nel contesto del Giubileo 2025, offrendo ai visitatori un’esperienza sensoriale e culturale che tocca luoghi, oggetti sacri e riti tradizionali lucani.
Una mostra immersiva sugli aspetti spirituali e popolari della Basilicata
Allestita in quattro sale del Palazzo della Cancelleria, la mostra propone un itinerario che tocca le diverse espressioni della pietà lucana. Tra i pezzi forti esposti spiccano le croci miracolose provenienti da Potenza, simboli di devozione e testimonianze di fede popolare tramandate attraverso i secoli. Vengono inoltre valorizzate le chiese rupestri, che rappresentano il legame profondo tra ambiente naturale e spiritualità locale, e gli oggetti appartenuti a santi e mistici della diocesi di Tursi-Lagonegro, che documentano una tradizione religiosa radicata nel territorio.
Il percorso include anche le suggestive processioni mariane, come quella del “Strazzo” in onore della Madonna della Bruna a Matera, che si svolge ogni 2 luglio. Questo rito popolare prevede il trasporto di un carro in cartapesta per le vie della città, seguito dallo smontaggio e dalla ricostruzione annuale della struttura. Tali manifestazioni esprimono un sentimento di intimità con il trascendente e la partecipazione collettiva vissuta dai lucani. A fare da cornice a queste testimonianze c’è una collezione di racconti, immagini e suoni che accompagnano il visitatore in un’esperienza tattile e visiva.
Oltre alla componente espositiva tradizionale, la mostra offre una Via Crucis contemporanea realizzata con pittosculture, opere che uniscono pittura e scultura per dare nuova vita e interpretazione ai misteri sacri. Questo percorso creativo permette al pubblico di approcciare i temi religiosi in modo originale, stimolando una riflessione personale e profonda che mette in gioco la sensibilità di ciascuno.
La dimensione collettiva delle pratiche di fede lucane
La mostra racconta un popolo in cui la fede si esprime attraverso momenti di partecipazione collettiva molto intensi. Le processioni, i pellegrinaggi a piedi scalzi, i canti e le lacrime rappresentano non solo riti religiosi, ma anche una forma di identità condivisa. Don Antonio Laurita, consulente scientifico per la Conferenza Episcopale della Basilicata, sottolinea l’esistenza di una “liturgia del popolo” fatta di gesti e atteggiamenti spontanei che testimoniano una fede radicata nella vita quotidiana.
Questa “liturgia” non segue solo il canone dei riti ufficiali, ma si manifesta attraverso pratiche di devozione personali e collettive che rendono viva la religiosità popolare. Ad esempio la festa della Madonna della Bruna unisce la dimensione spirituale a un’esplosione di energia folcloristica, che coinvolge l’intera comunità di Matera. Altre tradizioni, come il trasporto dei riti arborei a Pietrapertosa, celebrano l’unione tra uomo, natura e divino in forme antiche e simboliche.
Il valore di queste manifestazioni si lega al senso di appartenenza e alla capacità di trasmettere conoscenze e valori da generazione a generazione. Le occasioni pubbliche di devozione non sono solo momenti spettacolari, ma contribuiscono a consolidare i legami sociali e culturali di una terra che ha vissuto l’incontro di numerosi popoli e culture, dalla dominazione normanna agli influssi saraceni e longobardi. Questi intrecci hanno lasciato un’impronta profonda sulle tradizioni lucane, facendo della regione un crocevia di contaminazioni e convivenze.
Basilicata: terra di incontri e simboli tra cielo e terra
La Basilicata viene descritta da don Laurita come un luogo in cui nessun pellegrino si sente straniero. Nel corso della sua storia la regione ha accolto popoli diversi, affrontando dominazioni e pressioni esterne, ma andando anche oltre le difficoltà grazie al confronto e alla integrazione culturale. Per questo “incontro” rappresenta una chiave di lettura essenziale per capire l’essenza della memoria e dello spirito lucano.
Uno dei riti simbolici più emblematici è quello del matrimonio arboreo, praticato in alcune comunità. Consiste nell’innesto di due alberi diversi, considerati incompatibili, a simboleggiare la fusione tra elementi naturali e spirituali. Questo rito funge da metafora dell’incontro tra il mondo terreno e quello trascendente e racconta una cultura che coniuga elementi concreti e simbolici.
I riti presentati nella mostra non sono solo oggetti da collezione o immagini da ammirare, ma rappresentano un patrimonio vivo che ha formato il modo di agire e credere del popolo lucano. La fede resta il filo conduttore, tenace e presente nelle scelte quotidiane. Don Laurita definisce questo patrimonio come un tesoro da preservare soprattutto sul piano spirituale, affinché le nuove generazioni possano mantenere il legame con le radici.
La mostra invita chiunque vi partecipi ad immergersi nelle atmosfere di questo territorio, a ritrovare una dimensione interiore partecipando a un viaggio che integra storia, arte e devozione. Il visitatore potrà farsi attraversare dal senso profondo di una regione che insegna a vedere l’umano e il divino come parti di un unico disegno.