Nel 2024, i Centri di Ascolto e i servizi della Caritas hanno registrato un aumento delle persone accolte, a testimonianza di un disagio sociale che coinvolge ormai una parte significativa della popolazione in difficoltà. Il rapporto segnala cambiamenti rilevanti nelle caratteristiche demografiche e nelle condizioni di vita degli assistiti. Le richieste d’aiuto coinvolgono soprattutto famiglie con figli, persone con problemi lavorativi e anziani, confermando fenomeni di povertà che si prolungano nel tempo e rischiano di radicarsi.
I numeri delle persone accolte dalla Caritas: crescita sostenuta nel corso degli anni
Nel corso del 2024, i Centri di Ascolto della Caritas hanno ricevuto 277.775 persone, ciascuna rappresentante un nucleo familiare, pari a un incremento del 3% rispetto all’anno precedente. Questo dato si inserisce in un trend di forte crescita rispetto al 2014, quando i casi erano il 62,6% in meno. L’aumento delle richieste segnala un allargamento del disagio economico e sociale in molte zone del paese.
Significativo è il calo dei “nuovi ascolti“, cioè coloro che si rivolgono per la prima volta ai servizi . Questo dato fa pensare a un numero crescente di persone che vivono situazioni non momentanee, ma di povertà intermittente o protratta. La Caritas evidenzia in particolare un aumento delle difficoltà croniche: più di un soggetto su quattro assistiti si trova in condizione di disagio stabile e di lunga durata.
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La composizione demografica degli assistiti: anziani in aumento e difficoltà per le famiglie con figli
L’età media delle persone accolte si attesta oggi intorno ai 47,8 anni. Si osserva una crescita della presenza degli anziani, che rappresentano il 14,3% del totale, quasi raddoppiati rispetto al 7,7% del 2015. Tra gli assistiti italiani, la quota over 65 sale al 24,3%.
Parallelamente, le famiglie con figli restano il gruppo più fragile e prevalente, costituendo il 63,4% delle persone sostenute. La permanenza nelle condizioni di povertà di questi nuclei familiari segnala problemi di lungo termine e la difficoltà di migliorare la propria situazione, nonostante il supporto.
Lavoro, abitazione e sanità: le aree di maggiore disagio sociale
Il fenomeno della fragilità occupazionale interessa quasi la metà degli assistiti: il 47,9% è disoccupato, mentre un altro 23,5% svolge un’attività lavorativa che non basta a evitare lo stato di indigenza. Tra le persone tra i 35 e i 54 anni, la categoria dei “working poor” supera il 30%, indicando quante svolgano lavori con paghe insufficienti o precarie.
Oltre alla disoccupazione e al sottoccupazione, spiccano tra le richieste di aiuto anche le difficoltà legate all’abitazione. Molti assistiti soffrono la mancanza di un alloggio adeguato o rischiano la perdita della casa. A questo si aggiunge l’impossibilità, per una parte considerevole, di accedere alle cure sanitarie necessarie. In questi casi, le barriere economiche e burocratiche limitano fortemente la qualità della vita e la possibilità di uscire dalla condizione di povertà.
Variazione delle esigenze sociali e bisogno di interventi mirati
L’indagine diffusa dalla Caritas sottolinea come le esigenze sociali continuino a mutare, con un aumento delle situazioni di disagio stabile che richiedono interventi mirati e un’attenzione particolare alle famiglie più vulnerabili. I dati del 2024 restituiscono così una fotografia dettagliata dei volti della povertà italiana, nelle sue varie forme e declinazioni.