Nel cuore del mare di Napoli, la zona marina della Gaiola si è trasformata questa mattina in uno scenario di protesta. Greenpeace Italia ha lanciato un messaggio acceso contro gli scarichi fognari che minacciano quest’area protetta. Un grande striscione con un disegno forte è spuntato sull’isolotto, reclamando il rispetto per la biodiversità e il divieto di trasformare questi luoghi in discariche a cielo aperto.
La protesta degli attivisti alla gaiola e il messaggio contro gli scarichi
Gli attivisti di Greenpeace Italia sono intervenuti direttamente nell’area marina protetta della Gaiola, la parte di mare considerata tra le più belle e preziose di Napoli. Hanno posizionato uno striscione molto visibile sull’arco dell’isolotto, rappresentando un gabinetto e la scritta “Basta scarichi”, per denunciare l’inquinamento causato dagli scarichi fognari.
Dalla terrazza dell’area marina protetta alcuni di loro hanno mostrato un secondo cartello con la frase “Le aree marine protette non sono una fogna”. Questo gesto aveva lo scopo di attirare l’attenzione sul fatto che queste zone dovrebbero essere custodi della biodiversità e non recipienti di rifiuti o liquami.
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L’intervento ha avuto anche una chiara valenza simbolica nel richiamare il governo a proteggere queste riserve uniche e a non autorizzare ampliamenti degli scarichi che le danneggerebbero ulteriormente. Il messaggio è stato chiaro: “i mari, specie quelli protetti, vanno difesi senza eccezioni.”
Il ricorso al tar e le criticità ambientali della gaiola
L’azione degli attivisti segue un ricorso rivolto al tribunale amministrativo regionale della Campania, presentato a febbraio 2025 da Greenpeace Italia insieme a Marevivo. Il ricorso contesta il decreto emesso dal ministero dell’ambiente che autorizza il raddoppio degli scarichi fognari nella zona speciale di conservazione denominata Fondali marini di Gaiola e Nisida. Questa area fa parte della rete Natura 2000, un sistema europeo per tutelare gli habitat naturali e le specie.
La zona vicina all’area marina protetta del parco sommerso di Gaiola è già gravata da problemi ambientali. La presenza di scarichi fognari esistenti insieme ad altre pressioni umane ha indebolito l’ecosistema. La decisione di permettere un aumento degli scarichi rischia di compromettere in modo irreversibile la salute delle riserve marine coinvolte.
Il progetto si collega al programma di risanamento e rigenerazione urbana dell’ex area industriale di Bagnoli, ma gli ambientalisti sostengono che “non possono giustificare questo tipo di impatto ambientale proprio in una zona che dovrebbe essere protetta con rigore.”
Le preoccupazioni di greenpeace e la posizione sulle aree marine protette
Valentina di Miccoli, campaigner mare di Greenpeace Italia, ha espresso una dura critica nei confronti del governo. Secondo lei, invece di difendere la biodiversità marina, l’esecutivo sta trasformando zone di valore in vere e proprie fogne a cielo aperto. Le aree marine protette sono riconosciute dalla comunità scientifica come uno degli strumenti fondamentali per proteggere il mare e gli organismi che vi abitano.
Di Miccoli ricorda che esiste un obiettivo internazionale, che molti paesi stanno già perseguendo, di tutelare il 30% dei mari entro il 2030. L’Italia, negli ultimi anni, ha mostrato ritardi in questo senso e non ha nemmeno ratificato il trattato internazionale degli oceani approvato all’ultima conferenza Onu tenutasi a Nizza.
Greenpeace mette in dubbio i dati ufficiali del governo italiano secondo cui la percentuale di mare protetto nel paese supererebbe l’1%. Nel calcolo vengono inclusi siti come la ZSC Gaiola e Nisida, ma manca spesso un’effettiva tutela e una gestione che vada oltre la semplice designazione territoriale.
La campagna europea di greenpeace e la nave arctic sunrise
Questa manifestazione napoletana si inserisce in un quadro più ampio di mobilitazione. La nave Arctic Sunrise, la storica imbarcazione di Greenpeace, sta navigando lungo le coste italiane per diffondere consapevolezza sulla crisi ambientale che tocca mari e comunità costiere.
Dopo aver raggiunto la Francia, la nave sarà a Venezia il 21 e 22 giugno 2025, con eventi aperti al pubblico. Dopodiché proseguirà il suo viaggio verso Croazia e Grecia. La campagna punta a ricordare che “il mare non può essere considerato una discarica e va considerato un bene comune da salvare per le generazioni future.”
Gli effetti della nuova condotta fognaria sull’ecosistema della gaiola
La nuova condotta fognaria, pur essendo sommersa, desta grande preoccupazione tra gli esperti e gli amanti del mare. Numerosi studi hanno evidenziato come un aumento di scarichi possa modificare in modo grave e spesso irreversibile l’ecosistema della Gaiola, una zona marina che da decenni attira appassionati e ricercatori da tutto il mondo.
La biodiversità, già messa alla prova dalla presenza di liquami e dall’intervento umano, potrebbe subire un colpo pesante. La qualità dell’acqua, la vita marina e l’equilibrio dell’area rischiano di peggiorare, limitando la capacità della riserva di svolgere la propria funzione ecologica.
L’appello che arriva da Greenpeace e da quanti si battono per la Gaiola è anche un richiamo agli enti responsabili affinché riconoscano il valore reale di quest’area e ne assicurino una protezione concreta, non solo formale.
La situazione resta in evoluzione e vede una parte della società civile pronta a difendere con forza la preziosità dei mari campani.