Un uomo di 56 anni, ritenuto uno dei latitanti più ricercati nel napoletano, è stato preso dai carabinieri a villa literno, in provincia di caserta. Il protagonista è salvatore langellotto, imprenditore di castellammare di stabia condannato a oltre sette anni di carcere per reati legati al fallimento. La cattura chiude una lunga ricerca avviata dalla procura generale di napoli, che ha coordinato le indagini sul suo conto. L’arresto si inserisce in un filone giudiziario complesso, che coinvolge anche accuse di minacce verso un giornalista.
La cattura di salvatore langellotto a villa literno
Il nucleo investigativo dei carabinieri di napoli ha individuato e bloccato salvatore langellotto a villa literno dopo un inseguimento durato alcune ore. Langellotto era ricercato con un provvedimento di cumulo pene emesso dalla procura generale di napoli, che lo voleva dietro le sbarre per una condanna a sette anni, sei mesi e diciotto giorni per reati fallimentari. Quando i militari lo hanno fermato, l’uomo aveva con sé un documento di identità falsificato. Quel documento è stato subito sequestrato ed è scattato anche l’arresto in flagranza per possesso di documenti falsi.
Mesi di indagini coordinate dalla procura generale campana
L’azione di polizia è stata il risultato di mesi di indagini coordinate dalla procura generale campana, che ha incrociato informazioni raccolte direttamente sul territorio di villa literno e nei comuni limitrofi. Nel momento dell’arresto, langellotto non ha opposto resistenza, ma è stato necessario un intervento deciso per fermarlo durante la fuga. I carabinieri sono riusciti a stringergli il cerchio intorno grazie a osservazioni mirate e appostamenti. La cattura rappresenta un colpo significativo contro le persone evase alla giustizia per reati economici nell’area napoletana.
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I reati per cui langellotto era condannato
Salvatore langellotto deve scontare una lunga pena per reati in materia fallimentare, una serie di accuse relative a comportamenti illeciti nell’ambito della gestione aziendale e bancarotta. La condanna complessiva prevede oltre sette anni di carcere, riconosciuta dalla procura generale di napoli sulla base di prove e sentenze emesse in passato. Questi reati, che riguardano la cattiva gestione delle attività economiche e falsificazioni legate a procedure fallimentari, comportano conseguenze penali gravi e misure restrittive della libertà.
La giustizia ha inoltre sottoposto langellotto a processi per atti persecutori. In questo caso, l’imprenditore è accusato di aver inviato minacce ripetute a un giornalista napoletano. Le intimidazioni riguarderebbero il lavoro del cronista, che si era occupato degli affari di langellotto, raccogliendo informazioni che l’imprenditore non voleva rendessero pubbliche. I processi aperti coinvolgono anche violazioni della libertà di stampa, un tema sensibile nel contesto della tutela dei giornalisti impegnati in cronaca giudiziaria.
Le minacce al giornalista vincenzo iurillo
Tra i fatti più gravi contestati a langellotto ci sono le minacce rivolte a vincenzo iurillo, giornalista de “Il Fatto Quotidiano”. Iurillo ha denunciato di essere stato vittima di avvertimenti intimidatori e pesanti da parte di langellotto, che gli avrebbe detto più volte di “stare attento” a ciò che scriveva sulla sua persona e sulle sue attività. Questi episodi fanno parte di una vicenda giudiziaria che ha messo in evidenza la tensione tra alcuni ambienti economici e la stampa d’inchiesta napoletana.
Le indagini sulle intimidazioni hanno mostrato un quadro dettagliato delle pressioni subite dal giornalista, confermando la fondatezza delle accuse. Le minacce non solo hanno condizionato il lavoro di iurillo, ma hanno sollevato questioni di sicurezza per chi scrive di temi sensibili in campania. Il caso ha avuto ampio risalto sui media locali, portando a una maggiore attenzione alle difficoltà incontrate dai cronisti nell’esercizio della loro professione.
L’importanza dell’arresto nel contesto giudiziario napoletano
L’arresto di salvatore langellotto rappresenta un risultato rilevante per la procura generale di napoli e per le forze dell’ordine impegnate nel contrasto all’evasione della giustizia. Dopo mesi di ricerche sul territorio, la cattura dimostra una capacità operativa concreta e la volontà di far rispettare le sentenze anche quando i soggetti cercano di sottrarsi alla pena. Questo episodio sottolinea l’attenzione dedicata alle persone ricercate per reati economici, messi spesso in ombra da altre forme di criminalità più visibili.
L’iniziativa dei carabinieri ha inoltre un valore simbolico, perché coinvolge un personaggio noto e al centro di una vicenda complessa, che unisce aspetti economici e intimidazioni a cronisti. Il successo delle indagini crea un precedente importante, mandando un messaggio chiaro a chi tenta di nascondersi dietro falsità o di mettere a tacere chi svolge lavoro d’inchiesta. Il caso resta sotto osservazione, ma l’arresto segna una svolta nel trattamento giudiziario di alcune situazioni problematiche unificate nel napoletano.