Il dibattito sulle iniziative da svolgere nel primo giorno di scuola in Italia ha richiamato l’attenzione dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane . La richiesta rivolta anche al Ministero dell’Istruzione mette in guardia rispetto ad alcune proposte che dedicano momenti di silenzio esclusivamente alle sofferenze della popolazione di Gaza, evidenziando la necessità di mantenere un approccio equilibrato e inclusivo nel contesto educativo, soprattutto di fronte a un conflitto complesso.
L’appello dell’Ucei per un ricordo plurale nel giorno di apertura scolastica
L’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane ha espresso una critica precisa riguardo ad alcune iniziative previste per il primo giorno di scuola. Queste proposte infatti si concentrano unicamente su un “minuto di silenzio” dedicato alle sofferenze subite nella Striscia di Gaza, senza riconoscere la complessità del contesto in cui si inserisce il conflitto. L’Ucei richiama la necessità di ricordare chi, in quel momento, non può vivere la ripresa scolastica in tranquillità, ma evidenzia che l’attenzione non dovrebbe rivolgersi soltanto a un lato del conflitto, bensì a tutte le vittime, compresi i bambini israeliani.
Il riferimento agli eventi del 7 ottobre 2023 è centrale nella comunicazione dell’Ucei. Quel giorno Hamas ha attaccato civili israeliani causando vittime e traumi profondi, soprattutto fra i più giovani. Nel sottolineare questo aspetto, l’Unione sollecita una lettura completa degli eventi, invitando a non trascurare neanche le sofferenze di altri bambini coinvolti, come quelli ucraini, anch’essi vittime di guerre e violenze.
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Responsabilità del sistema scolastico verso la formazione equilibrata degli studenti
Con l’avvio dell’anno scolastico 2025, l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane richiede a tutti gli attori del mondo scolastico — dai ministri ai docenti, dagli ispettorati alle famiglie — di assumersi la responsabilità di creare un ambiente sicuro e inclusivo. La scuola deve porsi come spazio capace di favorire la formazione civile e morale degli studenti senza schieramenti unilaterali.
L’Ucei invita a difendere una didattica che accompagni gradualmente i giovani nel capire i dilemmi etici e le tragedie attuali senza perdere di vista il rispetto per tutte le vittime coinvolte. Solo in un contesto sereno e bilanciato gli studenti possono sviluppare una coscienza autonoma e critica, essenziale per affrontare questioni complesse come i conflitti internazionali e le sofferenze che ne derivano.
Questa visione punta a investire sul percorso educativo come luogo di incontro e dialogo, evitando approcci che possono rischiare di alimentare divisioni o semplificazioni. L’attenzione al bilanciamento si rivolge anche alle organizzazioni sindacali e a tutti quelli che hanno un ruolo nel definire il clima della scuola.
Richiamo al rispetto e equilibrio nel quadro del conflitto israelo-palestinese
L’Ucei sottolinea che ricordare non significa solo commemorare una parte, ma raccontare la realtà così com’è, con le sue sfumature e tragedie. Il conflitto israelo-palestinese è stato definito un intreccio di attacchi terroristici, sofferenze civili e crisi umanitarie da entrambi i lati. Il silenzio selettivo dedicato solo a una delle vittime rischia di non cogliere questa dimensione e di compromettere un insegnamento basato sulla verità e il rispetto reciproco.
Le iniziative scolastiche che si limitano a sostenere una sola voce rischiano di ignorare la memoria delle vittime israeliane del massacro di Hamas e i bambini orfani o feriti da quegli attacchi. Questo è un punto che l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane considera fondamentale per non perdere di vista la realtà completa.
La scuola, in questo scenario, deve essere un presidio di equilibrio e inclusione, in grado di ospitare la pluralità delle memorie e dei punti di vista. Solo così può contribuire a una formazione consapevole, capace di affrontare i nodi morali della contemporaneità senza cadere in semplificazioni pericolose.
Con questo richiamo, l’Ucei si inserisce nel dibattito pubblico con un messaggio chiaro: il primo giorno di scuola non può diventare occasione di unilaterali commemorazioni, ma deve favorire un clima di tolleranza e rispetto per tutte le vittime delle guerre e dell’odio.