Andamento del commercio all’ingrosso in trentino: calo imprese ma crescita occupati e fatturato nel 2024

Andamento del commercio all’ingrosso in trentino: calo imprese ma crescita occupati e fatturato nel 2024

Nel 2024 il commercio all’ingrosso in Trentino registra un calo delle imprese attive ma cresce occupazione e fatturato, grazie a fusioni, innovazione tecnologica e sfide legate al ricambio generazionale evidenziate da Mauro Bonvicin.
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Nel 2024 il commercio all’ingrosso in Trentino ha visto una diminuzione delle imprese attive ma una crescita degli occupati e del fatturato, grazie anche all’adozione di tecnologie innovative, nonostante le sfide legate al ricambio generazionale e alla carenza di personale qualificato. - Gaeta.it

Nel corso del 2024, il commercio all’ingrosso in Trentino ha presentato segnali contrastanti: il numero delle imprese attive è diminuito, ma il settore ha mostrato un aumento degli occupati e una crescita nel fatturato. Questi dati emergono da uno studio condotto dall’Associazione grossisti e pmi del Trentino insieme all’Ufficio studi della Camera di commercio, tracciando un quadro preciso dell’andamento economico e sociale del comparto. L’analisi sottolinea elementi di difficoltà strutturali che innescano riflessioni sulle sfide future da affrontare.

Il calo delle imprese nel commercio all’ingrosso in trentino

Nel 2024 risultano attive in Trentino 1.117 imprese nel settore del commercio all’ingrosso. La crescita imprenditoriale, tuttavia, risulta inferiore ai livelli di chiusura: solamente 25 nuove iscrizioni sono state registrate, mentre le cessazioni sono state 61. Si tratta di una tendenza negativa che si conferma ormai da anni e che il presidente dell’associazione, Mauro Bonvicin, ha definito “strutturale”.

Negli ultimi dieci anni il settore ha perso in media l’1,2% delle aziende ogni anno. La serie storica del commercio all’ingrosso mostra come, per ogni 27 nuove aperture, ne vengano chiuse mediamente 69. Questo squilibrio tra entrate e uscite di imprese ha inciso sul numero complessivo di attività registrate, contribuendo a ridurre la presenza di operatori sul territorio provinciale. L’esperienza decennale riflette così una difficoltà a mantenere e rinnovare la base imprenditoriale del settore.

L’evento indica una crisi della creazione imprenditoriale, dovuta probabilmente a vari fattori come la complessità di avviare nuove attività, l’incertezza del mercato e i vincoli normativi. Tuttavia non si tratta solo di una diminuzione numerica ma di un restringimento del tessuto economico che richiede attenzione. Il settore sembra faticare a rigenerarsi e rischia di perdere terreno se non intervengono azioni mirate in grado di favorire nuove iniziative.

Aumento degli occupati nonostante la contrazione delle imprese

Un elemento di rilievo del 2024 riguarda il personale impiegato nelle imprese operanti nel commercio all’ingrosso trentino. Pur diminuendo il numero delle aziende, gli addetti sono saliti a 6.758, superando le medie storiche. La quota media di lavoratori per impresa ha raggiunto 6,1, rispetto a una media precedentemente attestata intorno a 5,9.

Questo incremento indica che le aziende ancora operative stanno ampliando la loro struttura interna e assumendo più personale. Molto probabilmente le imprese più solide hanno aumentato le dimensioni, sviluppando progetti di crescita e investendo in capitale umano. Il presidente Bonvicin ha sottolineato come le imprese rimaste “crescono per struttura, per occupazione, per visione”.

Il dato però non deve far dimenticare la questione del ricambio generazionale difficile da trovare, come evidenziato nello stesso intervento. La difficoltà nel reperire nuove figure per sostituire personale uscito o in uscita rappresenta un rischio per la sostenibilità del sistema nel medio termine. Il settore si trova dunque di fronte a una sfida cruciale, non solo numerica ma anche qualitativa nel mantenere competenze adeguate e in linea con i cambiamenti del mercato.

Crescita del fatturato e ruolo della trasformazione tecnologica

Il fatturato complessivo del commercio all’ingrosso in Trentino nel 2024 è stimato a 4,8 miliardi di euro, equivalenti al 13% del fatturato provinciale totale. Rispetto all’anno precedente, la variazione è positiva, seppur marginale, con un +0,3%. Nel dettaglio trimestrale, l’andamento è stato in costante aumento e il quarto trimestre si è chiuso con un +2,5%.

Questi risultati indicano che il settore, pur soffrendo per la riduzione delle imprese attive, è riuscito a mantenere una dinamica economica stabile e a rafforzare la sua posizione nel mercato locale. Il presidente Bonvicin ha spiegato che durante il 2024 il fatturato generale della provincia è diminuito, ma il settore all’ingrosso ha invece preservato e incrementato i volumi di vendita.

La resilienza è attribuita a operazioni come fusioni, acquisizioni e ampliamenti dimensionali che hanno rafforzato molte imprese. Accanto a queste dinamiche, la spinta verso l’adozione di tecnologie moderne ha giocato un ruolo decisivo. Si parla di digitalizzazione, automazione, intelligenza artificiale applicata alla logistica e magazzini automatici. Questi strumenti aiutano a semplificare i processi e aumentare la produttività, rappresentando un punto di interesse soprattutto in un contesto dove il fattore umano è sempre più difficile da sostituire.

L’innovazione tecnologica promossa dal settore non viene vista come una minaccia all’occupazione, ma come un mezzo per migliorare la qualità del lavoro e valorizzare le competenze esistenti. Procedere lungo questa strada è considerato essenziale per mantenere la concorrenza e affrontare le difficoltà del mercato del lavoro.

Sfide legate al mercato del lavoro e al ricambio generazionale

Il futuro del commercio all’ingrosso in Trentino presenta ostacoli significativi soprattutto per quanto riguarda la disponibilità di figure professionali formate. Il presidente Bonvicin ha indicato che la carenza di personale è diventata più marcata nel 2024. La difficoltà nel ricambio generazionale rappresenta un problema centrale. I giovani, infatti, non sembrano entrare nel settore in modo adeguato e il mercato fatica a fornire profili specializzati.

Questa situazione è il frutto di diversi fattori, quali la disaffezione verso lavori legati alla logistica tradizionale, la mancanza di percorsi formativi specifici e la necessità crescente di competenze tecnologiche. Il settore richiede quindi un impegno importante per attrarre nuove risorse e aggiornare il capitale umano.

L’orientamento verso una transizione tecnologica più intelligente è la risposta proposta per queste criticità. Strumenti digitali, automazione con robotica, software di gestione avanzata e intelligenza artificiale sono in grado di alleggerire il carico di lavoro e ridurre la necessità di forza lavoro su compiti ripetitivi. In questo modo le imprese possono concentrarsi su attività a maggior valore aggiunto e sfruttare meglio le competenze dei propri dipendenti.

L’adattamento a queste tecnologie non va accostato a una semplice riduzione di posti, ma a un processo di trasformazione che modifica il lavoro, lo rende più qualificato e crea nuove opportunità. Nell’attuale scenario, è un elemento chiave per la sopravvivenza del comparto e per garantire continuità nel medio termine.

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