Ancona celebra luigi vanvitelli all'ulissefest con un focus sulla sua eredità architettonica e culturale

Ancona celebra luigi vanvitelli all’ulissefest con un focus sulla sua eredità architettonica e culturale

Ancona celebra Luigi Vanvitelli con l’UlisseFest, evidenziando il suo impatto sull’architettura cittadina e la progettazione della Reggia di Caserta, tra innovazione artistica e ingegneria settecentesca.
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Ancona celebra Luigi Vanvitelli con l’ulissefest, mettendo in luce il suo impatto sull’architettura cittadina e il legame con la celebre Reggia di Caserta, attraverso eventi, convegni e itinerari culturali. - Gaeta.it

Ancona si conferma protagonista nel panorama culturale con l’ulissefest, evento in corso fino al 6 luglio che mette in luce la storia della città e in particolare il legame con l’architetto Luigi Vanvitelli. Quest’anno, il festival ha dedicato un incontro speciale alla figura di Vanvitelli , autore di molte opere fondamentali per Ancona e di cui ricorrono i 250 anni dalla morte. L’iniziativa ha visto la presentazione degli atti di un convegno internazionale svoltosi nel 2023 nel capoluogo marchigiano, curato dalla direttrice della Reggia di Caserta Tiziana Maffei e dalle assessore alla Cultura Marta Paraventi del Comune e Chiara Biondi della Regione.

L’eredità di luigi vanvitelli nella trasformazione urbana di ancona

Luigi Vanvitelli ha lasciato un segno profondo su Ancona con opere che hanno cambiato il volto della città. Tra queste la Mole Vanvitelliana, un edificio imponente costruito su un’isola artificiale. Questo manufatto, destinato inizialmente a lazzaretto e a struttura difensiva, costituisce una delle realizzazioni più singolari del Settecento. Oggi, grazie a un itinerario promosso dal Comune, i visitatori possono scoprire le funzioni complesse della Mole, che racconta anche le scelte progettuali di Vanvitelli sul piano funzionale ed estetico.

Chiesa del Gesù e il porto di ancona

Altra opera di rilievo è la chiesa del Gesù, progettata con un’inedita impostazione scenografica: pensata come una vera e propria quinta teatrale visibile dal mare. Questo idioma riflette la sensibilità artistica e innovativa dell’architetto, che intendeva l’architettura come esperienza visiva e sociale. Il porto di Ancona è stato poi sottoposto a una profonda rivisitazione, progettata proprio da Vanvitelli, che ha avviato una fase di progresso nelle infrastrutture marittime della città, mantenendo l’equilibrio tra tecnologia e armonia con il paesaggio circostante.

Questi interventi ad Ancona si configurano come un passaggio fondamentale prima dell’impegno più celebre di Vanvitelli: la progettazione della reggia di Caserta. Lo studio della città marchigiana ha dato spunto e strumenti tecnici a questo complesso monumentale, divenuto in poco tempo uno dei gioielli dell’architettura borbonica.

La reggia di caserta: opera monumentale e modello di ingegneria settecentesca

Il progetto della reggia di Caserta rappresenta la massima espressione dell’arte e dell’ingegneria di Luigi Vanvitelli. La struttura, con oltre 130mila metri quadrati di superficie, contiene più di 1.200 stanze, quattro cortili principali, un teatro interno, una cappella e un ampio parco di 123 ettari, con un bosco annesso di 76 ettari. La maestà dell’edificio riflette una complessa armonia tra arte, architettura e natura.

Ingegneria idraulica e giardini monumentali

Vanvitelli sviluppò un approfondito studio delle correnti marine e delle fonti d’acqua, producendo decine di documenti tecnici che hanno permesso la realizzazione dei giardini monumentali che accompagnano la reggia. Le cascate, le fontane e i giochi d’acqua si alimentavano grazie all’acquedotto Carolino, una grande opera idraulica fatta costruire appositamente. L’acquedotto, che portava l’acqua da una sorgente a 38 chilometri di distanza, serviva non solo la reggia, ma anche 47 altri edifici sul suo percorso, segnando una svolta nelle infrastrutture idriche territoriali.

Questo equilibrio tra grandi spazi, dettagli artistici e ingegneria idraulica rappresenta un punto di svolta nel XVIII secolo e rimane un modello di progettazione integrata, lontano da semplici eccessi decorativi, attestando la visione e la tecnica di Vanvitelli.

Vita e formazione di luigi vanvitelli: tra arte, scienza e musica

Luigi Vanvitelli nacque nel 1700, figlio del pittore vedutista olandese Gaspar van Wittel, che gli trasmise la passione per il disegno e la rappresentazione del mondo. Fin da giovane si formò non solo nelle arti visive, ma anche negli studi umanistici e scientifici. All’inizio della sua carriera si dedicò alle scenografie per il teatro: lavorò al teatro della Pace e al teatro Capranica di Roma, realizzando scenografie per eventi importanti. A Roma curò anche gli affreschi e il quadro della pala d’altare nella chiesa delle reliquie di Santa Cecilia, cementando il suo legame con la capitale e la sua tradizione artistica.

Architettura “green” e musica

Vanvitelli mostrò fin da subito una sensibilità particolare verso il paesaggio e il contesto urbano, mirando a soluzioni architettoniche sostenibili. La sua attenzione alle risorse naturali e ambientali emerge come un precursore dell’architettura “green”. Si specializzò anche in campi diversi, diventando ingegnere, scenografo e musicologo di talento. Nel progetto della reggia di Caserta, per esempio, predispose uno spazio apposito nello scalone principale per l’orchestra, in modo che i musicisti potessero sottolineare con la musica l’ingresso degli ospiti illustri.

Visse nel passaggio tra il barocco/rococò e il nascente neoclassicismo, un periodo nel quale costruì uno stile personale che fondeva rigore e creatività. La sua capacità di seguire direttamente i cantieri consentì un controllo capillare delle opere e dei costi, contrastando le dilatazioni spesso incontrollate tipiche delle grandi costruzioni del tempo. Vanvitelli rispose con fermezza anche alle critiche dei contemporanei, mantenendo l’indipendenza culturale e artistica.

Vanvitelli e i figli: un’eredità architettonica che continua

Luigi Vanvitelli ebbe quattro figli maschi, tre dei quali divennero a loro volta architetti conosciuti e rispettati. Questa continuità testimonia quanto la sua influenza si sia protratta oltre la sua vita, investendo la cultura architettonica italiana nei decenni successivi.

Non tutta la sua opera venne immediatamente apprezzata. Documenti storici rivelano il disappunto dei committenti per alcuni suoi progetti come la facciata di San Giovanni in Laterano e la Fontana di Trevi. Eppure, proprio questi lavori dimostrano quanto fosse originale il suo approccio, portando innovazioni e idee che sarebbero state comprese solo più tardi.

La sua eredità resta evidente nell’architettura che considera indissolubile il legame tra pittura, scultura e decorazione. Ogni suo progetto si configura come un unicum, in grado di raccontare un momento storico e al tempo stesso un nuovo linguaggio artistico.

Gli eventi di Ancona, legati all’ulissefest e al convegno internazionale del 2023, tengono vivo il racconto della figura di Vanvitelli e del suo rapporto con la città, consentendo un confronto diretto con il patrimonio storico e culturale ancora visitabile oggi.

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