Il film mani nude, diretto da Mauro Mancini e tratto dal romanzo di Paola Barbato, è approdato nelle sale italiane dal 5 giugno con Medusa. Protagonista è Alessandro Gassmann, che interpreta Minuto, un personaggio duro e spietato, coinvolto in un mondo di combattimenti clandestini. La pellicola affronta temi di violenza, sopravvivenza e complessità umane in modo serrato, riflettendo su natura e destino degli uomini immersi in contesti criminali. Mani nude è stato presentato in anteprima alla Festa di Roma 2024 e gira per più di 250 copie.
Ambientazione e trama: un giro nell’inferno delle lotte clandestine
Mani nude racconta una realtà oscura, dove persone rapite vengono costrette a combattere fino alla morte per un’organizzazione criminale. Alessandro Gassmann dà corpo a Minuto, carceriere e allenatore in questo ambiente brutale. Provincia di Calabria e Bulgaria hanno ospitato le riprese, offrendo scenari deserti e spettrali che amplificano l’atmosfera di pericolo. Il film si concentra sul rapporto fra Minuto e Davide, interpretato da Francesco Gheghi, giovane di buona famiglia trascinato in questo inferno sotto costrizione.
Davide, dopo un duro addestramento, emergerà come piccolo campione, ma la storia subisce una svolta importante quando tra lui e Minuto nasce una relazione complessa che sfugge ai ruoli imposti. Anche la figura di Eva, una ragazza incontrata da Davide, offre uno spiraglio di umanità in un contesto altrimenti privo di misericordia. La pellicola non rinuncia al dramma personale ma tiene alta la tensione legata alla violenza fisica e psicologica.
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I personaggi principali e le motivazioni dietro la sceneggiatura
Il capo dell’organizzazione è Amato, interpretato da Renato Carpentieri, un antagonista senza scrupoli. Fotinì Peluso è invece Eva, fulcro emotivo per Davide. Il regista Mauro Mancini ha concentrato l’attenzione su domande forti: qual è la natura umana? Il male è innato o acquisito? Può l’uomo redimersi? Mani nude non si limita ai classici clichè del genere noir ma indaga personaggi segnati da paura, errori e fragilità.
Minuto non è un eroe invincibile, ma un uomo costretto a usare la violenza, nonostante resti vulnerabile nel profondo. Mancini ha scelto di raccontare storie di uomini che continuano a sbagliare ma non diventano mai eroi puliti. L’intento è mostrare la complessità di chi vive in quell’angolo della società, indifferente ai sentimenti ma pronto a farsi ferire.
Il lavoro degli attori e la preparazione al ruolo
Francesco Gheghi ha definito mani nude una delle esperienze più dure della sua vita. Proveniente da un percorso teatrale con ruoli come Romeo e Giulietta, ha dovuto affrontare un intenso training fisico e mentale durato tre mesi per entrare nel ruolo di combattente. Ha modificato corpo e stile di vita, aumentando il peso da 57 a 67 chili, allenandosi con disciplina.
Alessandro Gassmann ha raccontato quanto è stato sfidante interpretare Minuto, un personaggio ispirato a uno squalo per mostrare meno empatia possibile. Il carattere dell’attore, tutto l’opposto, ha reso il lavoro ancora più complesso. Gassmann ha sottolineato il peso della sua fortuna derivante da un contesto famigliare agiato, con genitori straordinari e un padre da cui ha imparato molto. Questa consapevolezza ha dato profondità alle emozioni del protagonista.
Caratteristiche tecniche e produzione del film
Il film è una produzione Eagle Original Content, Pepito Produzioni e Movimento Film con Rai Cinema. Le ambientazioni sono state studiate per trasmettere un senso di inquietudine e desolazione. La scelta di Calabria e Bulgaria conferisce ai combattimenti clandestini e al mondo criminale un’energia visiva cruda, che richiama gli action thriller americani. La pellicola cerca una via che vada oltre il mero intrattenimento, puntando a un noir che rovista nell’anima dei personaggi.
Mani nude punta a far riflettere attraverso una trama che decostruisce i protagonisti, evitando di renderli eroi ma alienati in un sistema di regole violente. L’intreccio tra violenza, rapporti umani e introspezione caratterizza questo film che ha già attirato l’attenzione alla Festa di Roma. Lo sforzo con cui Mani nude si dipana nel racconto di un mondo sotterraneo la rende una pellicola che unisce tensione e sguardi critici.