La Sicilia si prepara a ospitare un evento enogastronomico importante nel cuore dell’estate 2025. Dal 11 al 13 luglio, Serradifalco, in provincia di Caltanissetta, diventa il centro della cultura culinaria isolana grazie a Sicily Food Vibes. Organizzata dall’Unione Regionale Cuochi Siciliani su iniziativa della Regione Siciliana, questa manifestazione mette in mostra prodotti tipici, cucina tradizionale e innovativa, con appuntamenti aperti al pubblico e la presenza di chef e pastry chef di rilievo nazionale.
Sicily food vibes, il ritorno della tradizione e nuovi sapori a serradifalco
Sicily Food Vibes si svolge nell’ambito del programma ufficiale “Sicilia Regione Europea della Gastronomia 2025”, un progetto volto a valorizzare l’identità enogastronomica siciliana. Serradifalco diventa così un punto di incontro tra cucina, storia e cultura locale, con un focus speciale su prodotti tipici e ricette legate a tradizioni antiche.
Il sindaco Leonardo Burgio ha sottolineato il valore simbolico dell’evento per una comunità spesso dimenticata ma portatrice di antiche usanze. Per tre giorni, la città ospita show-cooking, masterclass e laboratori didattici con chef stellati e pastry chef che arrivano da tutta Italia. “L’obiettivo è promuovere non solo la qualità dei prodotti ma anche stimolare un legame diretto con la gente e i territori interni con le loro tradizioni religiose, culturali e gastronomiche.”
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Il supporto istituzionale, con il governatore Renato Schifani e l’assessore regionale all’agricoltura Salvatore Barbagallo, evidenzia l’interesse pubblico per iniziative capaci di generare sviluppo economico nei piccoli centri. Per Serradifalco è l’occasione di mettersi in mostra attraverso l’arte culinaria e le antiche ricette ancora vive grazie al legame con il territorio.
Il programma del primo giorno: dolci tipici e cooking show con chef e pastry chef di rilievo
L’11 luglio segna l’inizio di un fitto calendario di appuntamenti per gli appassionati di cucina e tradizione. Si inizia con il laboratorio didattico dedicato al “Surfaro”, dolce legato all’antica attività mineraria locale, con il pastry chef Lillo De Fraia. La giornata prosegue con una masterclass sul torrone nisseno, riconosciuto presidio Slow Food, guidata dal pastry chef Davide Scancarello.
La serata ospita cooking show originali. Concetta Marino presenta il Pizzetto siciliano, un dessert innovativo fatto con gelato alla crema, cioccolato, frutta secca e canditi. Poco dopo, Gabriele Leprini e Andrea Loredana Andrei propongono la loro versione dell’arancinetta nissena, farcita con salsiccia rosolata e pesto locale, accompagnata da fonduta di pecorino calda. Chiude le presentazioni la pastry chef Letizia Pera con la Mousse cocciu d’amuri, un dolce a base di mousse alla vaniglia, gelèe al melograno e glassa all’arancia.
Questa prima giornata evidenzia l’equilibrio tra tradizione e innovazione, con piatti che raccontano storie antiche e tecniche moderne, coinvolgendo un ampio pubblico sia locale sia di appassionati e professionisti del settore.
Laboratori e showcooking del 12 luglio tra dolci conventuali e piatti tradizionali
Sabato 12 luglio comprende una nuova sessione di laboratorio dedicato ai dolci conventuali, curato ancora da Lillo De Fraia, esperto nella riscoperta delle ricette storiche legate ai monasteri siciliani. Il pomeriggio si apre con la masterclass di Salvatore Agnello, che esplora i “Sapori d’infanzia”, un percorso tra piatti e ricette della tradizione popolare.
In serata si susseguono cooking show con protagonisti la lady chef Giada Montante e lo chef Gabriele Leprini. Montante prepara un raviolo aperto alla norma con salsa di datterino e melanzane, un piatto che unisce ingredienti classici con una presentazione moderna. Leprini ritorna con il Maccheroncello al pesto nisseno, arricchito da erbe spontanee, mandorle e pomodori secchi, espressione tipica della gastronomia locale.
L’evento chiude con Michele Butera, chef pastaiere del Pastificio Principe, che propone un panzerotto di ricotta con pesto siciliano. Questo piatto sintetizza tradizione e innovazione in un’interpretazione contemporanea ma radicata nel territorio. Il programma conferma la volontà di promuovere la biodiversità gastronomica siciliana attraverso esperienze dirette e coinvolgenti.
Domenica 13 luglio l’incontro tra cucina nipponica e mediterranea nel cooking show finale
La giornata conclusiva di Sicily Food Vibes si concentra su un incontro tra culture culinarie diverse ma complementari. Lo chef Pietro La Torre propone uno show cooking dal titolo “Un viaggio tra i sapori nipponici e mediterranei”, anticipando una fusione di tecniche orientali con ingredienti tipici siciliani.
Questa presentazione, a cura di Sicilia di Ulisse, valorizza un dialogo tra tradizioni gastronomiche lontane, creando una proposta unica e rappresentativa di un mondo sempre più interconnesso. “Il percorso si rivolge a un pubblico che vuole scoprire nuove prospettive culinarie e comprendere come i sapori mediterranei possano dialogare con altre culture.”
La chiusura di questo evento sottolinea la capacità della cucina di unire storie diverse e rielaborare ingredienti, mantenendo sempre al centro la qualità e l’identità del territorio siciliano.
Valorizzare la cucina siciliana tra economia locale, tradizione e sostenibilità
Sicily Food Vibes incarna un progetto in cui gastronomia e cultura si intrecciano per raccontare la Sicilia più autentica. L’assessore all’agricoltura Salvatore Barbagallo ha evidenziato l’importanza dell’evento come strumento di visibilità per i produttori locali e motore per l’economia nelle aree interne.
L’attenzione è rivolta a un’agricoltura che rimane radicata nella sua dimensione tradizionale, combattendo lo spopolamento ed esprimendo un’avventura produttiva basata su risorse autentiche e sostenibili. Questi appuntamenti favoriscono la conoscenza diretta del pubblico con chi lavora la terra e il cibo, facendo emergere la ricchezza delle varietà regionali e delle pratiche antiche.
Gli organizzatori e la comunità di Serradifalco partecipano con impegno per trasformare la manifestazione in un’occasione di crescita economica, culturale e sociale. Il messaggio è chiaro: “mantenere vive le tradizioni enogastronomiche rappresenta un patrimonio capace di stimolare turismo e scambi culturali, tenendo unite le radici con le esigenze attuali del mercato e delle nuove generazioni.”