Dao Restaurant ha aperto il 3 giugno una nuova sede in via Sardegna, a pochi passi da via Veneto, cuore storico della capitale. Questo locale porta avanti da tempo una proposta gastronomica cinese radicata nella tradizione, ma con un occhio alle nuove tendenze. L’apertura ha segnato un passo importante per consolidare la presenza di una cucina orientale raffinata proprio nel centro di Roma. Nel frattempo il ristorante di viale Jonio si appresta a un restyling che lo trasformerà in Dao Bistrot, con un taglio più informale pur mantenendo la qualità.
La posizione strategica di dao restaurant in centro a roma
La collocazione del nuovo Dao Restaurant in via Sardegna risponde a una precisa volontà di avvicinare la cucina cinese a un pubblico più vasto e a offrirla in un contesto urbano molto frequentato. Via Veneto rappresenta infatti uno dei luoghi più riconoscibili della città, con una forte tradizione legata all’eleganza e al turismo. Jianguo Shu, proprietario del locale, ha raccontato di aver cercato per anni uno spazio nel centro storico, raccogliendo numerose richieste dai clienti più affezionati. La scelta di questa zona vuole essere un segnale chiaro: la cucina cinese raffinata si può vivere anche a pochi passi da piazza Barberini.
Un ambiente per ogni occasione
L’obiettivo porta Dao Restaurant a misurarsi in un contesto competitivo, puntando su una cucina che metta insieme autenticità e qualità superiore. Il nuovo locale da 58 posti, compreso un privé riservato per occasioni speciali, garantisce un ambiente accogliente e curato, pensato per far vivere una vera esperienza ai clienti da ogni angolo della città e anche turisti. L’area circostante, ricca di hotel e attività culturali, offre un bacino d’utenza variegato. La posizione è facile da raggiungere con i mezzi pubblici, elemento importante per attrarre sia residenti che visitatori.
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La filosofia culinaria di dao restaurant tra tradizione e innovazione
La cucina resta fedele a una tradizione cinese radicata, ma lo chef Xue Denglong ha inserito nel menu influenze contemporanee, frutto di un recente viaggio in Cina. Xue ha passato anni in alberghi di lusso in patria, poi ha lavorato in diverse città italiane prima di approdare a Roma. Nel suo percorso ha studiato evoluzioni, nuovi sapori e tecniche moderne. Così il menu del nuovo Dao Restaurant unisce piatti classici dai sapori consolidati a proposte più fresche e innovative.
Un viaggio sensoriale
L’idea è raccontare la cultura gastronomica cinese in modo autentico, ma anche creativo. Non mancano sapori forti, consistenze diverse e colori vivi. Questo approccio dà vita a portate capaci di sorprendere senza perdere il legame con gli ingredienti e le ricette tradizionali. Jianguo Shu ha sottolineato che il menu vuole essere un viaggio sensoriale nel mondo cinese, nella sua vastità e complessità. Le materie prime arrivano da fornitori italiani selezionati, con attenzione per garantirne freschezza e qualità.
Un ambiente che fonde estetica cinese e design contemporaneo
Il progetto architettonico del nuovo ristorante è firmato da Zeki Studio, con la guida dell’architetto Emanuela Di Cristino e la collaborazione di Lara Ughetto. L’intento è stato declinare gli elementi tradizionali della cultura cinese in forme moderne. Le pareti oscillano in curve morbide, evocando le antiche case da tè, ma in chiave attuale. L’ambiente combina materiali naturali con tecnologie che mantengono l’anima artigianale degli elementi classici.
Tono e atmosfera
I colori giocano un ruolo narrativo importante: il blu ispirato alla primavera, il giallo associato all’imperatore e simbolo di ricchezza, il nero e l’oro per richiamare eleganza e pregio. Questi toni si alternano negli arredi creando un’atmosfera calda e ricercata, senza mai scadere nella decorazione pesante. Le tradizionali stuoie della cultura cinese si trasformano in dettagli architettonici reinterpretati con materiali tecnici. L’insieme mira a offrire agli ospiti un’esperienza immersiva che parte dall’ambiente e accompagna la degustazione.
Il menu tra piatti classici e proposte nuove della cucina cinese
Il menu presenta una gamma di antipasti tipici, tra i quali spiccano i jiaozi, ravioli dal corpo panciuto con ripieni di carne e verdure, serviti al vapore o sulla piastra. Interessante è il maiale suancai, ravioli con carne di cinta senese abbinata a verdure fermentate, che fonde ingredienti italiani e cinesi. I wonton, provenienti dal Xinjiang, differiscono per la sfoglia sottile e il ripieno delicato di pesce. Gli xiao mai sono ravioli aperti, scrigni di manzo o capesante originari della Mongolia e introdotti in epoca Qing.
Primi e secondi piatti
Non mancano i baozi, panini al vapore, e gli cheung fun, involtini di riso ripieni di carne o pesce tradizionalmente legati alla festa di primavera. La parte dedicata ai primi piatti comprende le zhaichang, tagliatelle di riso con salsa di sesamo e arachidi di origine cantonese, e la zuppa agropiccante con tofu e bambù. I piatti di riso includono il long zaifan, arricchito con gamberi croccanti e carne di maiale, saltato nel wok per creare una crosticina croccante.
Fra i secondi, le proposte toccano i sapori intensi dello Hunan con il xiang wei niu rou, straccetti di manzo speziati, e il san be ji, pollo piccante con zenzero e basilico, noto come “pollo in tre tazze” per le dosi uguali di vino di riso, salsa di soia e olio di sesamo. Il menu introduce lo shang tang long xia, mezzo astice con bisque e patate san yao, un piatto che mescola terra e mare con delicatezza e carattere. Dal menu tradizionale non mancano piatti celebri come l’anatra alla pechinese e il suino alla dong po.
I dessert tradizionali e la selezione di bevande per un’esperienza completa
Il finale dolce si presenta con bonbon di riso ripieni di sesamo nero, avvolti in crosta di cocco o arachidi, e dessert più freschi come il budino al litchi e la cheesecake al mango. La tapioca con crema di vaniglia offre un assaggio fedele alle preparazioni tradizionali cinesi. Per chi vuole un percorso degustativo completo, il menu prevede otto portate, che si aprono con fagottini di granchio e si chiudono con palline di riso glutinoso al vapore.
La carta beverage
La carta beverage include una selezione di vini italiani e internazionali, curata dalla sommelier Hiromi Nakayama. Non mancano bollicine italiane e champagne francesi per accompagnare ogni piatto. Chi preferisce evitare l’alcol può scegliere fra vari tè cinesi, come il pai mu dan e il tè verde gunpowder. La proposta beverage si completa con distillati come whisky, rum e grappe, pensati per chiudere con intensità e varietà la cena.
Evoluzione parallela della sede di viale jonio verso dao bistrot
Mentre la nuova struttura di via Sardegna si prepara a consolidare il nome Dao Restaurant nel centro romano, la sede di viale Jonio affronta un intervento di restyling. Il locale chiuderà temporaneamente per trasformarsi in Dao Bistrot, una formula più informale ma fedele alla qualità. Questa nuova apertura estiva sarà il secondo bistrot dopo quello di piazza Bologna. L’idea è offrire piatti più accessibili per un pubblico diverso, senza rinunciare all’identità culinaria della casa. Il cambiamento riflette una volontà di differenziare le proposte, coprendo nuove esigenze degli amanti della cucina cinese romana.