Una donna di 40 anni, incinta alla 25ª settimana, è stata sottoposta a un parto cesareo d’urgenza e a un intervento chirurgico per un aneurisma cerebrale rotto. L’ospedale dell’Aquila ha gestito il caso complesso grazie a un coordinamento tra più reparti, proteggendo la vita della paziente e del nascituro. La neonata si trova in Terapia Intensiva Neonatale in prognosi riservata, mentre la madre mostra significativi segni di miglioramento.
La scoperta e il trasferimento urgente all’ospedale dell’aquila
Il 21 agosto, la donna aveva sentito una forte cefalea e si era recata all’ospedale di Teramo, dove era già seguita per complicazioni legate a gravidanze precedenti con aborti spontanei multipli. I medici di Teramo hanno individuato un aneurisma cerebrale di grandi dimensioni, già rotto, che aveva causato un’emorragia intracranica. La situazione richiedeva un intervento immediato, complicato dalla gravidanza avanzata e dal rischio elevato sia per la madre che per il feto.
Vista la gravità del quadro e la necessità della neonatologia intensiva, la donna è stata trasferita all’ospedale San Salvatore dell’Aquila, noto per la presenza di un reparto di Terapia Intensiva Neonatale . All’arrivo, la paziente era cosciente ma il rischio di un’emorragia ulteriore era altissimo. Il feto, invece, sembrava non aver subito danni al momento della diagnosi. Da questo punto, è partita la preparazione per affrontare un caso complesso che univa neurologia, ginecologia e neonatologia.
Decisioni mediche e parto cesareo in anestesia spinale
L’équipe multidisciplinare ha rapidamente valutato la situazione, coinvolgendo radiologi interventisti, neurochirurghi, ginecologi, neonatologi e anestesisti. L’alta pericolosità dell’aneurisma rotto ha imposto l’urgenza del parto per permettere poi un intervento neurochirurgico sulla madre. È stato quindi programmato un parto cesareo d’urgenza.
Il dottor Gabriele Iagnemma, responsabile di Ginecologia, ha condotto l’operazione sotto anestesia spinale, una scelta effettuata su richiesta della donna che voleva poter vedere la propria bimba subito dopo la nascita. Questo tipo di anestesia è stata preferita per limitare i rischi associati a un’anestesia totale, pur garantendo il controllo del dolore durante il parto. La neonata è nata prematura, e le sue condizioni hanno richiesto l’immediato ricovero nella TIN.
Intervento Neurochirurgico Mini-invasivo per salvare la madre
Dopo il parto, la paziente è stata trasferita nel reparto di Radiologia Interventistica, dove i dottori Aldo Victor Giordano e Sergio Carducci hanno eseguito un intervento delicato di embolizzazione della sacca aneurismatica. L’intervento aveva l’obiettivo di isolare l’aneurisma e prevenire ulteriori emorragie, evitando una procedura chirurgica più invasiva.
L’embolizzazione è stata condotta in anestesia generale e ha visto anche il supporto di personale tecnico e infermieristico specializzato, oltre all’assistenza anestesiologica della dottoressa Emilia Barattelli. L’operazione, durata circa cinque ore, ha coinvolto l’inserimento di un microstent intracranico per stabilizzare il vaso cerebrale. Al termine, la paziente è stata trasferita in Rianimazione, diretta dal professor Franco Marinangeli.
Ricovero in rianimazione e cure per stabilizzare la salute della paziente
Il giorno dopo l’operazione la donna è stata risvegliata per valutare la sua condizione neurologica. I medici hanno riscontrato un quadro positivo, senza ulteriori complicanze evidenti. A coordinare le cure era un gruppo di specialisti tra radiologi interventisti, neurochirurghi e anestesisti-rianimatori.
È stata predisposta una terapia farmacologica mirata a diminuire il rischio emorragico residuo e a gestire la probabilità di trombosi, problemi frequenti dopo un intervento su arterie cerebrali. Dopo tre giorni, la paziente è stata in grado di alzarsi e si è spostata nel reparto di Neurochirurgia per proseguire la convalescenza.
Condizioni attuali della madre e situazione della neonata in terapia intensiva
Ad oggi la donna mostra una chiara ripresa delle funzioni neurologiche e un miglioramento generale del quadro clinico. Rimane sotto osservazione, ma con prospettive incoraggianti dopo il delicato intervento. La neonata è ricoverata in Terapia Intensiva Neonatale, guidata dalla dottoressa Sandra Di Fabio, con prognosi riservata a causa della prematurità e delle condizioni critiche alla nascita.
La presenza di un reparto altamente specializzato in neonatologia presso l’ospedale dell’Aquila si è rivelata cruciale per gestire una nascita prematura in emergenza e offrire le cure necessarie per la sopravvivenza del neonato. Questo episodio sottolinea la necessità di un coordinamento stretto tra diversi specialisti per affrontare complicazioni mediche che coinvolgono gravidanza e patologie cerebrali ad alto rischio.